Sara Castellano, da Carmagnola alla Lousiana

Sara Castellano

di Daniele Sforza

Sara Castellano, nata il 30 Maggio del 1994, si è spostata in un’università americana (McNeese Tennis in Louisiana) lo scorso Agosto. Andiamo a scoprire qualcosa in più della tennista di Carmagnola, provincia di Torino, inserita anche tra le partecipanti alla serie A2 nell’Asd Le Pleadi. Poche settimane fa è stata protagonista del torneo di Bol, 10.000$, in cui ha raggiunto i quarti di finale battendo l’argentina Carolina Zeballos, numero 446.

Come mai hai deciso di giocare a tennis?

Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 4 anni. La mia è una famiglia di sportivi e vedendo i miei fratelli più grandi giocare a tennis, ho provato questo sport e da quel momento non ho più smesso.

Curiosità: controllando sul sito itf ho visto che sei ambidestra, è vero?

Si, faccio tutto con la sinistra tranne giocare a tennis e tagliare con le forbici. In realtà da piccolina giocavo due diritti invece che dritto e rovescio. Poi il mio maestro mi ha fatto scegliere e ho iniziato con la destra…

So che ti sei spostata in America per andare in un College, come mai hai operato questa scelta?

Ho ricevuto molte offerte da diverse università e alla fine mi sono spostata in America ad agosto dell’anno scorso. Ho scelto McNeese Tennis in Louisiana per via dell’allenatrice e del team. La mia coach è una grande appassionata di tennis e vuole sviluppare a 360 gradi le sue giocatrici. Era una coach del circuito ed è considerata da tutti in maniera molto positiva. Non ho perso l’occasione di andare lì, lontano dall’ambiente del tennis italiano interessato a gossip e soldi. Negli Stati Uniti si gioca e si vive il tennis come dovrebbe essere vissuto, con tanta passione e voglia di mettersi in gioco.

Come si struttura una giornata normale in quest’università? In che modo riesci a dividere studio e tennis?

Beh ci si allena facendo due ore di tennis al giorno e un’oretta e mezza di atletica. Normalmente ho lezione al mattino così mi alleno al pomeriggio. Durante l’inverno abbiamo palestra dalle 5 alle 6 prima delle lezioni. Lo studio di solito avviene la sera dopo la cena ma la cosa più importante è stare attenti in classe.

Giocate anche competizioni a squadre?

Si certo. Tutti i weekend da gennaio a maggio. Sono tante partite ed è pesante. Durante la stagione non si ha un attimo di respiro in quanto si viaggia tanto e bisogna sapersi organizzare. Inoltre ci sono gli esami finali che finiscono il 15 maggio. Appena finiti, sono tornata in Italia per giocare la A2 ed ora sono in giro per giocare i vari Itf 10.000$.

Con che squadra giochi la A2? Quanto è importante giocare questa competizione a squadre? Si fa più che altro per soldi?

Gioco per l’Asd Le Pleiadi. No, non lo faccio per soldi, infatti non mi pagano. Mi danno la possibilità di usufruire del circolo e della struttura e lo faccio perchè ho la possibilità di giocare partite di livello vicino a casa. L’anno scorso ho giocato contro Di Sarra e Polito, quest’anno contro Bona. Tutto qui.

Come ti sei trovata con la lingua inglese?

Con la lingua inglese all’inizio è stata dura ed è completamente diversa la mentalità americana. Nonostante ciò, con le mie basi in inglese sono riuscita ad ottenere buoni risultati. Infatti per entrare bisogna passare dei test per misurare le tue conoscenze e la tua lingua e ti assicuro che non sono esami facili.

Quanto è difficile restare lontani dalla propria famiglia? Quanto ti hanno supportato in questo tuo sogno?

I miei genitori sono fantastici, mi hanno sempre dato carta bianca per tutto. Erano contenti della mia scelta di continuare gli studi e nel frattempo giocare a tennis, non potevano chiedere di più. Sono molto contenti per come stanno andando le cose e in qualsiasi angolo del mondo mi trovi, mi supportano al 100 per cento. Essere lontani da casa non è per nulla un problema per me. Sono sempre andata in giro da sola fin da quando ero piccolina perciò sono abituata. Inoltre la mia famiglia è un po’ sparsa per il mondo perche un mio fratello lavora in Germania, l’altro vive da solo a Torino e mio padre lavora a Verona perciò la distanza non ci spaventa. Mi spiace solo per la mamma che è da sola a casa a tenere tutti i contatti!

Se dovessi indicare pro e contro della tua esperienza in America, cosa diresti?

L’unico contro è che sono obbligata a giocare 8 mesi l’anno per la mia università e non posso prendere e andare a giocare tornei Itf per conto mio durante quei mesi. A questo si aggiunge il fatto che in America ho preso almeno 5 kili! Per il resto tutti pro, tanto tennis, tante partite, quasi niente costi, tanti amici, una laurea, l’esperienza di avere una mentalità più aperta, imparare una nuova lingua e il diventare più maturi e indipendenti. Soprattutto la possibilità di giocare e allenarmi in un ambiente sereno lontano da persone che ti leggono la vita!

Se ti dovessi descrivere come tennista, cosa diresti di te? Invece fuori dal campo che parola pensi ti definisca come persona?

Fuori dal campo mi definirei «originale». Per quanto concerne il tennis posso dire che sono un’appassionata lottatrice e amo la  competizione. Se non mi fai giocare una partita sono capace di bucarti le ruote della macchina…

Com’è stato vincere con una top 450?

In realtà non sapevo neanche fosse una 450. Non ho guardato bene il tabellone prima di giocare. Anche perchè mi hanno rubato la borsa da tennis quando ero qui ed ero impegnata a cercare di farmi prestare due racchette. Sono su un’isola dove non c’e nulla ed è stato un po’ difficile organizzarmi. In serie A avevo già battuto Di Sarra, Polito e Bona che sono state molto più forti quindi non ci ho dato tanto peso.

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