da Napoli, Matteo “Grigo” Grigatti
Dopo aver archiviato in maniera soddisfacente la parentesi estiva di Umago, è giunto il momento di una nuova “trasferta” tennistica. Quale migliore occasione, allora, di un incontro di Coppa Davis, per giunta relativamente vicino casa, per rivedere Fabio e la sua famiglia, oltre che molti amici e addetti ai lavori? Organizzo il mio viaggio all’ultimo momento, poiché nella tre-giorni partenopea avrei avuto un lavoro, ma sollecitato dall’invito dell’amico Sasà decido di rinunciare all’impegno lavorativo e partire alla volta di Napoli per seguire la mia passione.
Partenza prevista per giovedì pomeriggio, direzione Aversa. Viaggio che scorre tranquillo tra un Grisbì ed un salatino offerti bonariamente alle mie compagne di viaggio. Si giunge a destinazione con appena quindici minuti di ritardo sul ruolino di marcia. È sera, ad attendermi la gentilissima moglie di Sasà che mi accompagna a casa. Serata relax davanti alla tv con mozzarella di bufala DOC preparandoci per l’indomani, e poi via a letto, non prima di una piacevole conversazione su Skype con Sara Errani a cui decanto le qualità della sua prossima avversaria a Charleston, Belinda Bencic, che lei non conosceva.
È venerdì, la sveglia suona alle 7:00. Il tempo di una doccia e una rapida colazione e si va al club. Anzi, si passa a prendere prima Fulvio che ci aspetta bello pimpante nella hall del suo Hotel. Il tempo sembra resistere, anche se era stata preannunciata pioggia. Arrivati al circolo, sul lungomare, colpisce subito l’incantevole scenario e la suggestiva arena adibita agli incontri.
Entro, ricevo da Fulvio i biglietti della tre-giorni e saluto l’immancabile Eddy che mi da il benvenuto nella sua Napoli. Si evadono i controlli con un sorriso e si accede ad una zona di raccordo specificatamente adibita ai possessori del pass, ma con Fulvio al proprio fianco non esistono limiti invalicabili. L’orario previsto per l’inizio dell’incontro di Fabio Fognini contro il britannico Ward è per le 11:30, ma quando sono circa le 11 il cielo si fa di colpo cupo ed iniziano a scendere le prime gocce. Il tempo di fare una foto a colui che mi viene indicato come ‘O Sindaco (che scoprirò poi in un secondo momento essere in realtà “solo” il Presidente del Tc Napoli Luca Serra) che la pioggia si fa più insistente e ci ripariamo sotto una terrazza di fortuna adibita al transito delle persone “imbottant” (scusate ma ho preso la cadenza ormai) all’interno della club house del circolo. Passano davanti a noi prima Nicola Pietrangeli, successivamente la sempre elegante Lea Pericoli con cui Fulvio non può non scambiare due battute. Lea assicura che smetterà di piovere a breve. Se lo dice lei, ci fidiamo. Intanto, però, l’intensità sembra aumentare, cosicché decidiamo di spostarci tutti nel tendone dietro ai campi di allenamento. Stiamo lì per quasi due ore, accerchiati da centinaia di persone adunate al fianco di colui che mi viene detto esser De Magistris. Parliamo con Fulvio del più e del meno, quando finalmente cessa di piovere e arriva l’annuncio che si potrà iniziare per le 13:30.
Intanto approfitto dell’occasione per tornare nella parte più circoscritta del club, dove sono presenti il campo d’allenamento e le vie d’accesso agli spogliatoi delle due squadre. Vedo Fabio, non potrei entrare a salutarlo, ma ci facciamo un cenno che basta per dissuadere l’occhio arcigno e serioso del membro dello staff posto davanti alla transenna, che mi fa entrare. Saluto Fabio, scambiamo due parole, mi presenta il grande Galimberti, saluto nel giro di due minuti Seppi e Bolelli, oltre a Quinzi, che aveva appena finito di palleggiare. Saluto Fabio e gli faccio l’augurio per la sua partita.
Manca ancora qualche minuto prima dell’inizio, il tempo di un salto nella splendida cornice della piscina del club dove è adibito un piccolo rinfresco. Gustiamo un caffè con Fulvio e sua moglie Silvana, scorgo in lontananza Barazzutti fare un sopralluogo sul campo d’allenamento, e ci avviamo verso il campo centrale, non prima di assistere ad una interessante conversazione sulle automobili tra papà Fognini e papà Quinzi. Incontro sul viale che porta allo stadio il robusto Alessandro Nizegorodcew che mi propone un diario di bordo per il sito, a cui rispondo con disponibilità.
Il panorama dalle tribune è incantevole, anche se la pioggia ha inevitabilmente decimato gli spettatori presenti sulle tribune, sopratutto quelle dedicate ai nostri sostenitori. Gli inglesi, invece, sembrano già carichi. Carica che durerà poco, tuttavia, poiché nonostante il vantaggio iniziale del loro beniamino Ward, Fabio appare troppo superiore ed in grado di ribaltare l’incontro in ogni momento, anche se non al meglio della condizione. Con il problema alla costola sempre più evidente, il ligure non riesce ad esprimersi e spingere da fondo, ma lotta come un leone cercando di scaldare un tiepido pubblico regalando all’Italia il primo punto. Da segnalare, nella pausa tra un set e l’altro, l’uscita dalle tribune per recarsi alla toilette. Nella lunga attesa, incrocio Ximena Bolelli che saluto come sempre calorosamente, poi il grande Lorenzo Cazzaniga che mi parla di un interessante servizio fotografico da svolgere, e successivamente vedo Massimo Caputi (incontrato e conosciuto su un aereo direzione Genova 2009 direzione derby della lanterna).
Terminato l’incontro, torno nella zona off limits, dove non potrei accedere ma ormai ho stretto amicizia con l’addetto staff che mi fa entrare su indicazione di Fabio. L’azzurro va negli spogliatoi per un trattamento, lo aspetto fuori per fare un “selfie” con lui.
All’uscita, dopo oltre mezz’ora, sono quasi le 19:00 e Fabio deve andare in conferenza. Gli strappo due minuti per fare la foto, che non riusciamo tuttavia a fare perché lui è al telefono ed abbiamo entrambi le mani impegnate. Dopo che mi tira (amichevolmente) due paroline stile lite con Pascal (che tra l’altro ho visto essere qui a Napoli, e sogno una foto con lui…appena lo becco!) Fabio corre in conferenza. Nel frattempo è iniziato il match di Seppi, ma mi dedico a Fognini. Lo seguo accedendo di straforo nella zona press dove saluto i miei amici giornalisti Matteo Veneri, Marco Caldara e Riccardo Bisti. Fabio da un morso al panino, ma va di fretta e me lo lascia tutto smozzicato. Gli chiedo se posso mangiarlo (sai com’è, non ho avuto tempo di pranzare per vedere la tua partita…) e mi risponde con un “Tacci tua oh” non meglio precisato.
Entra in conferenza, dove questa volta ci chiudono le porte in faccia. Provo a dire che ho in mano il piattino con il suo panino e dovrei entrare, ma non funziona, il tipo non si fa condizionare e mi blocca. Aspetto fuori dalla stanza, a vetri, dove scorgo anche Gianni Clerici (nella foto in basso) gattonare per la sala. Fabio, sul finire della conferenza (mi verrà poi riportato da Metteo Veneri) fa una battuta sulla sua costola dolorante, dovuta ad un abbraccio troppo forte con Flavia Pennetta, che suscita l’ilarità di tutti i giornalisti. Dopo circa venti minuti esce. Nel frattempo Seppi ha perso il primo parziale con Murray, seguo qualche scambio nella zona Press sempre da infiltrato.
L’azzurro strappa il break dopo aver perso il primo e sembra in partita. Continuo a braccare Fabio, gli restituisco il panino, ma è di nuovo assediato dai media. Tocca anche ad Alessandro Rocca di Supertennis, tra gli altri. Finalmente Fabio si libera. Usciamo fuori, scambiamo due chiacchiere anche con il manager Cazzaniga e Fabio ci saluta dandoci appuntamento a mezz’ora perché deve tornare negli spogliatoi. Stavolta me ne frego, e vado a seguire un po’ di match di Seppi che nel frattempo ha perso il break di vantaggio nel secondo con Murray. Mi siedo in seconda fila, nel posto lasciato libero da Pietrangeli, dietro a papà Fognini e papà Quinzi in versione ultras. Il match è avvincente, il pubblico finalmente caloroso. Seppi si procura svariati set point, ma Murray innalza il livello e li annulla. Il centrale intona cori “Seppi, Seppi, Seppi” con papà Quinzi in piedi ad aizzare la folla e Fulvio a battere le mani. Sul 5/5 Pascal decide di sospendere l’incontro per oscurità (“Come c***o fai madonna oh! Madonna!” avrebbe detto qualcuno)…
Torniamo tutti insieme nella solita zona giocatori, saluto Fabio, mentre insieme a Sasà e Fulvio prendiamo l’auto per l’Hotel. Nella “camionetta” guidata da un simpaticissimo napoletano che ci illumina sui modi di trasgredire tipici del luogo, sono presenti anche Rianna, Donati e Quinzi, che non troppo lucido non riconosce suo padre che ci passa davanti alla nostra macchina a piedi, dopo che Fulvio ne stava riportando ai presenti le sue doti da “ultrà”.
Scarichiamo all’ Hotel Vesuvio i due giovani, e raggiungiamo l’Hotel Excelsior dove alloggia Fulvio. Lo lasciamo andare a cambiarsi, mentre io è Sasà aspettiamo nella Hall declinando il suo invito a cena. Incrocio e saluto Enzo Anderloni, a cui mi presento e da cui ricevo l’ispirazione per come passare la cena.
Sono già le 20:00, infatti, ma ancora non sappiamo che fare. In un attimo chiamo Marco Caldara per organizzare una cenetta “giornalisti e non” per pagare la mia scommessa con Alessandro Nizegorodcew. Raduniamo in un attimo Bisti, Veneri e Cazzaniga, dandoci appuntamento alle ore 21:00.
Intanto fa il suo ingresso nella Hall Mara Santangelo in ottima forma, con una sua amica. Anderloni ci avverte della sua assenza, ci incamminiamo verso il ristorante “Antonio e Antonio” mentre inizia a piovere. Il primo ad arrivare è Matteo Veneri. Insieme a lui gusto un prosecchino di benvenuto. Decidiamo di iniziare a prender posto, mentre fa il suo arrivo anche Nizegorodcew. Dopo pochi minuti ci raggiungono anche Bisti, Cazzaniga e Caldara, fradici.
Ci sediamo, gustiamo un’ottima cena passando una bellissima serata tra conversazioni serie e conversazioni difficilmente riportabili. Verso le 23:30 ci salutiamo, non prima di aver scattato un gran bel selfie in pieno Galimberti’s style (Foto in Home Page). Torniamo a casa, io e Sasà. Avrei voluto scrivervi il diario ma era troppo tardi. Seguo le battute finali del match della Errani che viene sconfitta dalla Bencic (come supposto durante la cena da me e dall’ottimo Francesco Rossi) e mi metto a dormire.
Arriviamo così ad oggi. La facciamo più breve, ve lo assicuro, anche perché è quasi pronta la cena e vi sto scrivendo da oltre un’ora dalla mia cameretta a “casa Sasà”.
Giornata in cui era prevista la prosecuzione del match di Seppi (che perderà in tre set seppur offrendo una buona prestazione) e soprattutto del doppio, punto probabilmente decisivo ai fini della qualificazione. Dopo la partita di Seppi, uscendo dallo stadio, avrei la precedenza di passaggio su Nicola Pietrangeli, in discesa dall’ultimo gradino, ma da vero gentleman gli faccio cenno che può andare lui, aggiungendoci anche un “ci mancherebbe!”. Torno con Fulvia Fognini (arrivata nella serata precedente) nella solita zona off limits che ormai è diventata “calcabile” anche per me, dove incontro in rapida successione Giorgio Garcia della Crionet, Francesca Paoletti che saluto e Alessandro Rocca di SuperTennis a cui mi presento (anche se lui affermava di saper già chi fossi….soddisfazioni) e di nuovo Cazzaniga. C’è da aspettare ancora un’ora prima dell’inizio del doppio, così, mentre metto in carica il cellulare, decido di entrare nel bar con Fulvia per prendere due panini e due “cochine”. Nell’attesa fa il suo arrivo al bancone anche il grande mito del tennis Gianni Clerici. Voglio salutarlo, anche se non lo conosco. Cerco lo stratagemma vincente.
Un penny caduto per terra dal suo borsellino sembra essere la chance di approccio più idonea. Mi fiondo come un falco a raccogliere la piccola moneta dalla moquette, la porgo a Gianni che, estasiato, esclama: “ma che gentilezza”. Euforico, mi presento: “posso stringerle la mano?”. Lui sorride, presentandosi: “Clerici, Gianni, molto lieto”. Lo saluto, complimentandomi con lui, mentre mi raggiunge Francesca Paoletti consegnandomi un CD da dare a Fabio.
Torniamo, io e Fulvia, nel salottino, dove arrivano anche Donati e Quinzi per concedere le loro dichiarazioni prima a Bisti e poi a Nizegorodcew. Lasciati soli, saluto Matteo, che conosco, e Gianluigi, che ho conosciuto anni fa ma che non si ricordava di me. Chiedo a Matteo se potessi fare una foto al “futuro del tennis italiano” indicando entrambi…Matteo, entusiasta, si mette già in posa, quando lo schernisco, precisando: “In realtà intendevo lui, Quinzi”. Ci rimane male, sorridiamo, allora decido di scattarla ad entrambi. Il fratellino di Quinzi, mi dirà poi essere classe 2001, poi si proporrà di scattarcene una anche a me con entrambi, prima di salutarli.
Ci siamo quasi. Vedo Pascal dirigersi verso il campo e passarmi davanti ma non ho coraggio di chiedergli la foto, mi veniva da ridere ripensando alla scenetta di Wimbledon con Fabio. Mi avvio con tutta la troupe in tribuna, pronti per il doppio, quando ormai sono le 14:30.
Come è andata lo sapete tutti. Fabio e Simone hanno letteralmente lasciato andare i primi due set, giocando malissimo. Un sussulto nel terzo e nel quarto, grazie ad un ottimo Bolelli ed un Fognini più concreto. Il pubblico, restìo ad entrare in partita, nel terzo e quarto set stava creando un vero catino, e mi sarebbe piaciuto assistere ad un quinto set infuocato. Prima Bolelli, poi Fabio subiscono il break, alzando bandiera bianca difronte all’esaltazione agonistica di Fleming, mandando in visibilio il caloroso pubblico britannico. Durante la non troppo esaltante partita ho il tempo di massaggiare con Sara Errani che cerco di consolare. Mi spiega che ieri, con la Bencic, dopo aver vinto il primo, sono completamente cambiate le condizioni atmosferiche e ha fatto sempre più fatica a spingere. Peccato, perché con la vittoria sarebbe tornata top ten, almeno così mi ha detto lei, ma non ho controllato.
Tornando a noi, siamo 2/1 per gli inglesi, che festeggiano inneggiando a Andy Murray “Let’s go Andy Let’s go!” e sono ad un passo dalla qualificazione. Ci avviamo sconfortati a casa, non prima di aver salutato Vittorio Selmi.
Oggi servirà un miracolo, a Fabio e all’Italia, per ribaltare la situazione, ma noi ci crediamo. Mentre mi giungono notizie che Fogna è ancora al club a fare l’antidoping, la cena è pronta, vi saluto e vi rimando ai prossimi appuntamenti 😉