(Camila Giorgi – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
Camila Giorgi ha una dote soprannaturale. In ogni torneo, in qualunque città, contro qualsiasi avversaria, dopo i primi giochi in cui il pubblico inizia a scoprirla, tutto lo stadio comincia a tifare per lei. Il tennis di Camila Giorgi emoziona: la potenza che sprigiona, il coraggio che incarna, la voglia di vincere, la consapevolezza di poter diventare una campionessa, sono caratteristiche che non possono lasciare indifferenti. I suoi colpi ti fanno sobbalzare dalla sedia, lasciandoti a bocca aperta. La vittoria su Maria Sharapova nel terzo turno di Indian Wells rappresenta la consacrazione di una ragazza dal talento immenso, in parte ancora inespresso.
La Storia. Camila Giorgi (nella foto a sinistra al Tevere Remo nel 2008) nasce a Macerata il 30 dicembre 1991. Papà Sergio è argentino, di Buenos Aires, ex militare durante la guerra delle Falkland e coach di “Cami”, mentre mamma Claudia è una professoressa di storia dell’arte. Tre i fratelli: Antonella (la cui prematura morte in un incidente a Parigi ha segnato profondamente la vita di Camila), Leandro e Amadeus. Lo sport inizia a far parte della sua vita sin da subito: dai 3 ai 5 anni pratica la ginnastica artistica ed è così brava che arriva la chiamata della nazionale italiana, ma i fratelli giocano a tennis e la piccola Camila non può resistere alla tentazione. E’ amore a prima vista. “Papà voglio giocare a tennis” – sono le parole sicure e irrevocabili che la giovanissima Giorgi rivolge al padre. Da quel momento inizia per l’intera famiglia una sorta di pellegrinaggio tennistico: Macerata, Pesaro, Como, Milano, Spagna, Francia, Florida, prima del ritorno in Italia, nel centro tecnico federale di Tirrenia. «Erani i fratelli maggiori a giocare a tennis con me – racconta Giovanni Torresi, tecnico nazionale e assessore allo sport della Provincia di Macerata – Il giorno in cui papà Sergio, in partenza da Macerata, venne a salutarmi insieme alla piccola «Cami», che aveva all’epoca 5 anni, lo convinsi a metterle in mano una racchetta. Dopo pochi istanti gli dissi di lasciar perdere la ginnastica, perché la ragazza aveva doti tennistichi innate: rapidità, reattivita, un equilibrio fuori dalla norma che trovava in ogni situazione, oltre ad un occhio sulla palla impressionante. Sono felicissimo per questi risultati di Camila, che danno anche lustro alla nostro provincia nonché regione».
L’impresa e la caduta. Camila Giorgi si esalta nei grandi palcoscenici. Wimbledon, Us Open, Fed Cup e oggi lo straordinario successo su Maria Sharapova ad Indian Wells, che proietta l’azzurra verso il derby (disputato stanotte) con Flavia Pennetta. Gli appassionati californiani sono rimasti estasiati dal 6-3 4-6 7-5 con cui la Giorgi ha eliminato la siberiana. «Il pubblico dalla mia parte? – ha raccontato Camila – È stato bellissimo ma adesso non voglio fermarmi. Contro la Sharapova ho giocato il mio tennis, forse commettendo qualche errore di troppo, ma con la consapevolezza di dover rischiare anche nei momenti cruciali». La russa, delusa per la propria prestazione, ha tenuto a fare i complimenti alla Giorgi: «Lei è sempre aggressiva su ogni colpo e non è facile applicare una qualsiasi tattica. Può diventare un’ottima giocatrice». La successiva, netta, sconfitta contro una spettacolare Flavia Pennetta non toglie nulla a quanto fatto dalla Giorgi ad Indian Wells: qualificazioni superate di slancio, vittoria in rimonta con la Petkovic (superata per la seconda volta in un mese), successo con la Cirstea ed exploit con la Sharapova. Camila è arrivata «cotta» agli ottavi di finale. Per una giocatrice come lei, che mentalmente fa ancora fatica a difendere in un certo modo, arrivare stanca sulla palla può voler dire una sola cosa: tirare fortissimo a prescindere. In tal senso gli osservatori poco attenti potrebbero vedere nel match con la «Penna» un passo indietro tattico, ma semplicemente la Giorgi non ne aveva più. Il passo è, invece, nettamente in avanti ed è testimoniata dalle sfide con Petkovic, Cirstea e Sharapova, duranti i quali il concetto di «difesa» è parso molto più centrato rispetto al passato. Anche l’utilizzo di una seconda più carica ma in controllo, in kick, è un’evoluzione notevole per chi conosce la Giorgi. In alcune cirostanze «addirittura» ha utilizzato la soluzione in kick come prima di servizio, dettaglio che rappresenta un abisso con il suo «classico» stile spara-tutto.
Le potenzialità. Camila Giorgi è attualmente al numero 79 Wta ma da lunedì prossimo supererà il proprio best ranking (n.73) entrando per la prima volta in carriera tra le Top-70. «Il potenziale di Camila è straordinario – ha spiegato il Ct azzurro Corrado Barazzutti – e in questi ultimi mesi la sua crescita è stata evidente. Riesce a gestire in maniera migliore la fase difensiva e, nel complesso, tatticamente e mentalmente è in evoluzione. Se continuerà su questa strada potrà entrare nella Top-10». Non è mancata l’opinione del capitano azzurro su papà Sergio Giorgi e sulla disponibilità al lavoro di Camila: «Devo dire che Sergio è stato molto gentile in Fed Cup e non si è mai intromesso quando ero in campo con sua figlia. Camila, dal canto suo, è stata disponibilissima e mi ha ascoltato molto sia durante gli allenamenti, sia durante il match con la Keys. La sua crescita è costante e deve proseguire in questo senso. Il suo futuro sarà, così, più che roseo». Positivo anche il parere di Silvia Farina, ex numero 11 Wta e oggi tecnico federale, che si è detta «impressionata dal gioco espresso da Camila contro la Sharapova. La Giorgi sta acquisendo pian piano alcuni dettagli molto importanti che tutte le giocatrici, con l’esperienza e gli anni nel circuito, hanno appreso. Sharapova e Williams, per dirne una, nelle loro prime stagioni non erano in grado di scivolare sulla terra battuta. Allo stesso modo Camila sta capendo che in certe situazioni la palla va giocata in maniera diversa, non per forza aggressiva. La sua crescita sinceramente lascia ben sperare per il futuro».
I numeri. Grazie allo splendido torneo di Indian Wells, Camila raggiungerà il suo best ranking al numero 67 Wta. In carriera sino ad oggi ha superato 14 giocatrici tra le top-50, 6 tra le top-20 e 3 top-10 (Wozniacki, Errani, Sharapova). Analizzando i numeri e le statistiche c’è un dato che salta agli occhi: si è sempre detto che Camila se in giornata «si» può battere chiunque ma se in giornata «no» può anche perdere da qualsiasi tennista tra le prime 500. Ebbene da inizio 2013 la Giorgi ha perso solamente 3 volte da avversarie posizionate dietro di lei in classifica (una di queste, tra l’altro, era la Bouchard, che fa quindi poco testo). L’ultima sconfitta con una giocatrice inferiore in classifica risale al Wta di Lussemburgo (Ottobre 2013). Numeri che smentiscono in maniera inequivocabile le tante dicerie in merito. La spiegazione è semplice: contro una giocatrice Top-20 (ma che ad oggi forse vale top-10) come la Pennetta, che sa leggere in maniera quasi clinica la direzione delle accelerazioni della Giorgi, la palla torna indietro 5, 6 o anche 7 volte, contro altre tenniste bastano due catenate e il vincente è matematico. Numeri, fatti, statistiche, difficilmente smentibili.
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