(Juan Monaco firma autogorafi a Rio de Janeiro)
da Rio de Janeiro, Fabio Possenti (Foto Possenti)
Seconda giornata di tennis al Rio Open sotto un cielo coperto da nuvole basse minacciose di pioggia, la quale però arriverà solo a fine giornata consentendo così agli organizzatori di completare il programma delle qualificazioni.
Arrivo al circolo alle 10.30, passo accanto al campo numero 1 dove stanno giocando Panova e Kovinic davanti a tribune deserte. Vedo le tribune dietro ai campi 2, 3 e 4 anch’esse deserte. Mi chiedo cosa ci sia che non va, fino a quando mi accorgo di una tribuna gremita su un campo destinato agli allenamenti: c’è Rafael Nadal!
Il numero 1 del mondo è la grande attrazione di questo torneo e il pubblico sembra davvero entusiasta di poterlo ammirare così da vicino. Dall’altra parte della rete Juan Monaco a testare le condizioni del maiorchino. Non è la prima volta che vedo Nadal così da vicino, ma ogni volta devo dire che è impressionante, sembra davvero una macchina da tennis. La mano sinistra è sempre coperta di cerotti a proteggere le vesciche che tutti abbiamo visto nei match dell’ultimo Australian Open, ma non sembra avere grandi problemi nel colpire.
Mi fermo una ventina di minuti a vedere Nadal scambiare prima di dirigermi sul Centrale, appena in tempo per vedere la nuova promessa del tennis belga Alison Van Uytvanck chiudere il suo match e garantirsi un posto nel main draw.
Rimango sul Centrale attendendo il match tra Lajovic e Dutra Silva. Il primo set procede a strappi con break di Lajovic in apertura, Dutra Silva che si porta sul 3-1 per poi essere riacciuffato sul 3-3 prima di lasciare via libera al serbo che chiude il set col punteggio di 6-4.
Dal livescore vedo che nel frattempo sul campo 1 è iniziato il match di Nastassja Burnett, opposta all’israeliana testa di serie numero 1 del tabellone cadetto Julia Glushko. Esco dal Centrale proprio quando Nadal e Monaco stanno abbandonando il campo dove si stavano allenando. Scontata la ressa e la richiesta di autografi da parte del pubblico, con Nadal che non si sottrae e accontenta quante più persone possibili prima di essere scortato verso gli spogliatoi.
Arrivo sul campo 1 con la nostra avanti 3-0 con doppio break. A questo punto la Burnett inizia a sbagliare mentre l’avversaria si limita sostanzialmente a tenere la palla in campo. La Glushko mostra un rovescio molto sicuro ed è proprio su quel colpo che l’italiana continua ad insistere: risultato 6-4 Glushko nel primo set.
La nostra chiama il coach ma ci vogliono ancora un po’ di game prima che capisca che insistere sul rovescio dell’avversaria non è la strategia vincente. Quando inizia a variare il gioco, la Glushko comincia a sbagliare e lo fa soprattutto col dritto, colpo più potente ma di gran lunga meno sicuro, col quale spesso perde la misura. La Burnett è brava a capire il momento e prende il match in mano: 6-3 per lei, si va al terzo. Il set conclusivo è una formalità per la romana, la quale chiude 6-1 senza grossi problemi guadagnandosi un posto nel tabellone principale.
Durante il match, si udivano cori da stadio provenienti dal Centrale per sostenere Dutra Silva, il quale era stato capace di vincere al tie-break il secondo set, salvo poi lasciare strada a Lajovic (6-1 al terzo).
In contemporanea a chiudeva il suo match anche Bedene, del quale sono riuscito ad intravedere il match point contro Schwartzman.
Scoprirò più tardi che proprio Lajovic e Bedene saranno gli avversari di primo turno rispettivamente di Volandri e Fognini.
Mancherebbero ancora i match tra Klizan e Alund e tra Robert e Bagnis, ma il cielo sempre più nero e, lo ammetto, l’imminente inizio di Roma-Sampdoria mi suggeriscono di tornare verso casa.
Domani inizia il main draw, ma durante la settimana il lavoro mi consentirà al massimo di seguire i match della sessione serale.
Gli incontri in programma domani sera (Giraldo-Bellucci e Clezar-Delbonis) mi suggeriscono di avvantaggiarmi con il lavoro per poter andare eventualmente martedì sera a seguire qualche match più interessante.
Alla prossima!!!