di Andrea Cherchi (Il Museo del Tennis)
Giocatrice tedesca (svizzera di nascita), Betttina Bunge fu un’eccellente tennista nel corso degli anni ’80, capace, nell’era di Evert e Navratilova, di arrivare sino al sesto posto del ranking mondiale WTA. Classe 1963, figlia di un uomo d’affari, visse al lungo in Perù prima di trasferirsi negli Stati Uniti: professionista dalla fine degli anni ’70, nel suo palmares vanta 4 successi, su ben 13 finali disputate: quelli di Houston (sulla Shriver), Berlino (sulla Rinaldi) e Tokyo (sulla Potter) nel 1982 e quello di Oakland 1983, sulla connazionale Sylvia Hanika. Il suo miglior risultato in un torneo del Grande Slam fu la semifinale raggiunta a Wimbledon nel 1982, sconfitta da Martina Navratilova. Fu buona protagonista con il team tedesco di Fed Cup (vinta nel 1987), sempre nel corso degli anni ’80, e si distinse anche nel doppio con 4 titoli e le semifinali in tutti i tornei dello Slam, tranne gli Australian Open. Spesso condizionata da problemi fisici che la costrinsero ad un prematuro ritiro nel 1989, a soli 26 anni. Con grande piacere la ospitiamo al nostro Museo del Tennis, ringraziandola di cuore per la sua eccezionale simpatia e cortesia
Museo del Tennis: So che hai viaggiato molto…Raccontaci a quanti anni e come hai iniziato a giocare a tennis?
Avevo più meno 8 anni quando ho iniziato col tennis: vivevo in Perù e giocavamo spesso a “paleta” sulla spiaggia. Si giocava con delle racchettine di legno ed in sostanza bisognava colpire la palla al volo senza farle toccare terra. Poi iniziai a giocare sui campi in terra rossa.
Museo del Tennis: Chi erano le tue migliori amiche fra le giocatrici?
Le mie migliori amiche erano Eva Pfaff, Kathy Jordan ed Ivana Madruga. Ma andavo d’accordo con un sacco di giocatrici e posso dire con orgoglio che credo io piacessi a loro. Bisogna anche dire che purtroppo non si poteva passare troppo tempo assieme, visto che spesso bisognava giocare una contro l’altra!
Museo del Tennis: Qual è stato il miglior match che tu abbia mai giocato?
Beh, è molto difficile dirne solo uno! Ce ne sono stati tanti… capitava spesso che nei primi turni dei tornei io riuscissi a combattere duramente e recuperare dei match quasi persi. Alcuni di essi sono quelli che davano la maggior soddisfazione! Chiaramente penso che anche il mio match vinto nei quarti di finale a Wimbledon 1982, contro Anne Smith, sia uno dei migliori che abbia mai giocato: giocai un perfetto tennis da erba e la semifinale raggiunta a Wimbledon è un bellissimo ricordo. Anche battere Pam Shriver e vincere il mio primo titolo a Houston fu davvero grande!
Museo del Tennis: Sappiamo che attualmente sei una grande fan di Nole Djokovic, ma quali differenze riscontri fra il tennis attuale e quello dei tempi in cui giocavi tu?
E’ vero amo Nole! Per me è fonte di ispirazione per il modo in cui lotta e gioca. Ma è anche una persona molto carismatica, divertente ed intelligente. Riguardo alle differenze fra il tennis attuale e quello dei miei tempi, beh oggi il gioco è così potente! Questa differenza è frutto delle attrezzature: io utilizzo la racchetta di Nole e gioco così bene, in rapporto a quello che potevamo fare con gli attrezzi che usavamo in passato. I giocatori riescono a picchiare la palla in modo incredibilmente potente e sono più forti fisicamente oggi. Vorrei solo che ci fossero un po’ più variazioni, come avveniva anche nel tennis femminile, almeno ai miei tempi. Colpire la palla più forte che puoi non è così divertente come avere un gioco un po’ più vario! Qualche slice, qualche palla corta…trovo triste che talvolta sembra solo che si picchi la palla senza alcuna tattica.
Museo del Tennis: Quali sono i tuoi ricordi dell’Italia?
I miei ricordi dell’Italia sono bellissimi, davvero! Giocai al Foro Italico e poi, per alcuni anni, a Perugia: ricordo che tutte noi prendemmo dei cioccolati fantastici là! La gente era sempre molto piacevole e molto competente ed informata riguardo il gioco. Tutte noi amavamo tanto giocare in Italia!
Museo del Tennis: Di cosa ti occupi oggi? Sei ancora all’interno del mondo del tennis?
Oggi mi piace ancora giocare a tennis, per puro divertimento: dà delle fantastiche sensazioni il fatto di colpire ancora bene la palla, senza contare che si fa dell’ottimo esercizio fisico! Mi piace tenermi sempre informata su ciò che accade in giro nel mondo del tennis, però non potrei immaginare al giorno d’oggi di girare il mondo per giocare i tornei!
Museo del Tennis: Una domanda un po’ cattivella… Chris o Martina?
Martina! Io sono amica e ho grande rispetto di entrambe, e ritengo che, per quanto riguardo il tennis, Martina fosse davvero l’apice. Al suo massimo e nella forma migliore era qualcosa di veramente incredibile. Su tutte le superfici!
Per concludere…puoi mandare un saluto agli amici del Museo del Tennis?
Grazie tante al Museo del Tennis [n.d.r. ce lo dice in italiano! ]. È un bellissimo posto dove trovare storie incredibili e poter rivivere il meglio del passato e dei ricordi: avete fatto un lavoro fantastico e tutti noi che amiamo il gioco del tennis dobbiamo dirvi grazie” [n.d.r. Grazie di cuore Bettina!]