di Emanuele De Vita
“La bellezza salverà il mondo”, afferma il principe Miskin nell’ “Idiota” del grande scrittore moscovita Fedor Dostoevskij. Questa celeberrima frase, usata oggi nei contesti più disparati, è perfettamente applicabile ai colpi e alla pulizia dei gesti del diciassettenne, anch’egli moscovita, Karen Khachanov, che salverà il mondo del tennis russo,e non solo, troppo standardizzato di oggi.
Karen è salito agli onori della cronaca per essere stato il primo under 18 a raggiungere i quarti di finale in un torneo Atp, dal torneo di Umago 2006 quando centrò l’impresa Juan Martin Del Potro. Nel torneo Atp di Mosca, prima di perdere da Ivo Karlovic, ha battuto lo spagnolo Albert Ramos in tre set, sconfitto quindi con un perieodico 6-4 il tennista che ha tatuata proprio la famosa frase di Dostroevskij sul braccio, il serbo Janko Tipsarevic. Poche settimane prime, nel torneo Atp di San Pietroburgo, aveva battuto anche Victor Hanescu in due tie-break, per poi perdere da Lukas Rosol in due set con un periodico 6-4.
Khachanov, figlio di un ottimo giocatore di volley, ha un fisico statutario con i suoi 198 centimetri ed è già numero 511 delle classifiche mondiali. Mi ha impressionato tantissimo per la maturità con cui sta in campo e per la continua ricerca del vincente con tutti i fondamentali. Dotato di una prima di servizio letale, di un dritto fulminante, e di un solido rovescio bimane, ha dimostrato di avere un buon tocco anche a rete. Ricorda moltissimo un altro tennista russo, al quale tral’altro si ispira, il grande Marat Safin.
Un altro ex numero 1 russo, Yevgeny Kafelnikov, si è esposto sulle qualità e sul futuro del giovane connazionale: “A 17 anni non gioca più come un tennista junior. Sa perfettamente cosa fare sul campo. Sarà nei primi 20 nel mondo entro la fine del 2015”.
Tutta la Russia crede moltissimo e si aggrappa alle doti del giovane tennista nativo di Mosca, allievo del croato Vedran Martic, ex coach di Goran Ivanisevic. Infatti il capitano russo Tarpischev, in occasione del match di Coppa Davis contro il Sudafrica ha deciso di puntare proprio su Karen, diventando così, a 17 anni e 157 giorni, il più giovane tennista russo di sempre a giocare un incontro di Davis, togliendo questo primato a Mikhail Youzhny, che debuttò nel 2000, più vecchio di 87 giorni.
Anche a livello Junior ha raggiunto ottimi risultati, diventando a luglio il primo russo a trionfare negli European Junior Championship under 18 dal 1987, cioè dalla vittoria di Andrei Cherkasov. Nel Roland Garros junior di quest’anno ha anche battuto l’altra stellina australiana Nick Kyrgios in tre set.
In questa settimana ha raggiunto i quarti di finale nel torneo challenger di Ginevra dopo le vittorie contro Michael Bois e Thomas Fabbiano, per poi uscire sconfitto dal tedesco Jan Lennard-Struff. Nel match contro il pugliese ha messo in mostra tutti i colpi del suo ampio repertorio, dimostrando una solidità e una maturità mentale non comuni per un ragazzo della sua età, soprattutto nel momento decisivo del match, piazzando l’allungo finale nel terzo set.
Khachanov è rimasto con i piedi per terra, e ha dichiarato: “Queste vittorie, conseguite nei tornei Atp di San Pietroburgo e Mosca, mi stanno dando molta fiducia. Tuttavia, so che devo lavorare ancora molto per migliorare. Sono un giocatore d’attacco ma posso giocare bene anche in fase difensiva. Il mio colpo migliore è il dritto.” Sono chiarissimi anche i suoi obiettivi per il futuro: “Voglio entrare tra i primi 100 giocatori del mondo nei prossimi 12 mesi, riducendo la mia attività da junior e giocando molte partite nel circuito Challenger. Il mio sogno è quello di diventare numero 1 del mondo”. Da queste parole emergono coraggio, ambizione e un pizzico di sfrontatezza, proprio come il suo idolo, e modello di riferimento, Marat Safin.