di Alessandro Nizegorodcew
Federico Gaio è tornato a “casa”. Il giovane talento azzurro, classe 1992, ha deciso di allenarsi nuovamente con Simone Ercoli, il coach che lo avevo portato sino alla finale del Bonfiglio. Era il 2009 e le loro strade si separarono bruscamente. Quattro anni dopo il connubio vincente si è formato nuovamente.
“Federico mi ha chiamato perché non era più soddisfatto della sua esperienza in Argentina” – ha raccontato Ercoli a Spazio Tennis – “Ci siamo chiariti rispetto al passato, perché la rottura del nostro rapporto professionale era stata un po’ burrascosa. Mi ha fatto molto piacere che Federico mi abbia chiamato prima per chiarire e poi per chiedermi di lavorare di nuovo con lui.”
Ercoli e Gaio fanno base a Roma all’Aris Sporting Village (“dove curo la scuola tennis con mio fratello Francesco” – spiega ancora Simone) ma di tempo per allenarsi non ce n’è stato molto. “Approfittando della pausa estiva dalla scuola tennis ho potuto seguire Federico in tutti i tornei disputati, sin dal futures di Fano (fine luglio) ed è quindi un mese che lo alleno.”
Come hai ritrovato Federico dopo 4 anni?
“Dal punto di vista umano l’esperienza in Argentina sicuramente gli ha fatto bene perché l’ho ritrovato più maturo, più uomo. Tecnicamente è un po’ più “sporco” rispetto al passato, ma questa caratteristica, in determinate situazioni, potrebbe anche essere un vantaggio in alcuni tipi di match. L’ho rivisto sinceramente troppo indietro in campo; uno che ha il suo tennis deve riuscire a giocare in maniera aggressiva. Fisicamente era un po’ appesantito.”
Quindi state già lavorando anche sulla parte fisica?
“Si, sulla reattività e sull’elasticità. Federico ha grandi doti naturali di forza, ma deve lavorare su velocità e scatto. Ci stiamo allenando a carico naturale in questa fase, senza sforzo.”
A livello di motivazioni?
“E’ motivatissimo, è carico come una molla. Sono molto soddisfatto da questo punto di vista.”
Come lo hai visto in questi primi tornei? L’impressione è che Federico possa vincere o giocare alla pari con tennisti come Naso e Volandri e poi perdere da giocatori oltre il numero 500 Atp…
“E’ esattamente così. Manca di continuità, anche all’interno della stessa partita. Con Volandri per esempio ha giocato a sprazzi e anche con Naso. Molto meglio con Schoorel e Semrajc. Ha giocato bene anche a Piombino sul veloce. Il match perso contro Seifert è stato uno dei migliori giocati in questo mese. Lo stesso match con Donati, vinto 64 64 è stato molto buono, anche perc”
Secondo te, ad oggi, si trova meglio sul veloce o sulla terra?
“Non credo che sarà mai un tennista “specializzato”, perché non è né un attaccante puro né un regolarista. Credo che probabilmente sul cemento possa esprimersi meglio, ma anche sulla terra può fare ottime cose.”
La classifica oggi latita: Federico è intorno al numero 550 Atp e probabilmente la scelta di disputare solo qualificazioni challenger nei primi mesi dell’anno non ha pagato…
“Infatti è andato da 300 a 600 Atp… Penso anche io che si debba programmare in maniera più oculata. Adesso Federico andrà da solo a giocare due futures in Turchia sul veloce. In questi giorni ci stiamo allenando al circolo Eschilo 1 in zona Casal Palocco per preparare al meglio la trasferta.”
Vi siete posti un obiettivo di classifica per fine 2013?
“Spero riesca a chiudere intorno al numero 400. Oggi Federico, come tennis, vale già i top-200, ma la strada per arrivarci è lunga.”
In chiusura una domanda personale: quanto ti è mancata il circuito?
“Io ho smesso di allenare professionisti quando si è sfaldato il gruppo con, tra gli altri, il povero Andrea Stucchi ed Andrea Dall’Asta che ha smesso. C’era anche Antonio Campo, che credo abbia un buon potenziale e sono contento stia provando a continuare. Il circuito mi mancava da morire, è il mio mondo, e sono felice di essere tornato a farne parte, in più con un giocatore forte come Gaio.”
Grazie Simone, è stato un piacere come sempre parlare di tennis con te. In bocca al lupo a te e a Federico…
“Grazie a voi, ai lettori di Spazio Tennis e crepi il lupo!”
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