(De Chaunac – Foto Nizegorodcew)
di Luca Brancher
De Chaunac b. Mayer 64 64
Ed al quarto incontro il monopolio tedesco ebbe la sua fine. L’artefice di questo cambio di rotta è stato il francese Sebastien De Chaunac, tennista non più di primo pelo, ma pur sempre in grado, grazie soprattutto al suo servizio ed al suo dritto, di dire la sua, soprattutto sui rapidi campi indoor. Di certo faremo un torto a non parlare della prestazione altalenante e umorale di Florian Mayer come tema principale di questo incontro: il tedesco – che ricordiamo issarsi fino ai quarti di finale di Wimbledon oltrechè finalista in due occasioni a Sopot – ha mostrato a tratti il suo classico tennis peculiare e antiestetico, fatto di ampie aperture e back improvvisi, ma in troppe occasioni ha perso contatto con il match, rientrandone e uscendone con un’estrema facilità che non ha potuto che costargli la sconfitta, inattesa alla vigilia: le premesse – anche degli organizzatori che gli avevano tributato una wild card – erano ben altre.
Mayer nel primo set era persino riuscito ad andare avanti di un break, ma un paio di nastri fortunosi di De Chaunac non gli hanno permesso l’allungo decisivo; la situazione favorevole si trasformava in un fragoroso autogol quando al decimo gioco un nuovo break ha regalato la frazione al transalpino. Di sicuro l’incidenza dei nastri in favore di Sebastien è stata indicativa (almeno 5-6 quelli decisivi, contro gli 0 del suo avversario), ma non deve bastare questo per mandare fuori di testa un tennista sulla via del ritorno come Florian, pur bravo nel secondo set a recuperare il break perso in avvio, ma sempre troppo discontinuo nei game di battuta.
Si pensi che negli ultimi quattro giochi di servizi, Mayer in ben tre occasioni è andato sotto 15-40: se nelle prime due è riuscito a salvarsi, ricorrendo anche ad improvvisati serve and volley, alla terza è stato costretto ad arrendersi, cedendo, con un doppio 6-4, partita e qualificazione al secondo turno all’avversario.
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