di Giovanni Cola
Evitiamo gli equivoci e i paragoni azzardati: l’eliminazione di Maria Sharapova da questo Wimbledon sempre più pazzo non è minimamente paragonabile alla batosta subita da Federer. Non tanto per il prestigio dello scalpo, entrambi fanno parte della storia di questo torneo, ma per le ragioni che stanno alla base dell’uscita di scena della russa.
Quello di Masha infatti non pare proprio essere un passaggio di consegne. Certo, la sconfitta è stata davvero brutta, anche nel punteggio. Ma nulla preclude al futuro immediato dell’ex numero uno del mondo che potrà nuovamente essere competitiva già all’inizio della stagione sul cemento americano.
È fuori discussione comunque il fatto che un’erba cosí rapida e, a suo dire, anche parecchio scivolosa non abbia consentito che potesse esprimersi al suo meglio, su una superficie che fino a qualche anno fa pareva esserle molto congeniale. In alcuni frangenti, inoltre, la siberiana è sembrata completamente in balia dell’avversaria che tirava traccianti di dritto e di rovescio da ogni parte del campo. Una furia, anche sonora, che la Sharapova non è stata in grado di arginare. La sensazione è che avesse proprio perso il bandolo della matassa.
Il futuro di Michelle Larcher De Brito pare in ogni caso poter essere molto promettente. Si era iniziato a parlare di lei già nel 2009, dopo un suo exploit al Roland Garros da poco più che 16enne. Poi la portoghese si era in parte eclissata, ora però sembra essere pronta per fare il grande salto, avendo compiuto il giusto processo di maturazione.
Il bagaglio tecnico e la voglia di lottare non le mancano di certo. Senza contare il fatto che tanti osservatori hanno sottolineato come nel finale abbia tutt’altro che tremato ed abbia prevalso su Masha facendo leva proprio sull’aspetto mentale. Se resta concentrata può arrivare relativamente presto tra le prime 20.
Tutto ciò non è comunque in alcun modo un attenuante per la campionessa di Wimbledon 2004, uscita mestamente dal campo, dopo aver accusato anche qualche problema fisico in seguito ad un paio di scivoloni sul campo in alcuni scambi prolungati. Da lei ci si aspettava sicuramente ben altro, a maggior ragione perchè qui ai Championships doveva difendere soltanto il quarto turno dell’anno scorso.
Non si avvantaggiera’ senza dubbio di questa caduta eccellente Vika Azarenka, nemmeno scesa in campo contro la nostra Flavia Pennetta per un infortunio al ginocchio che si era procurata al primo turno contro la Koehler dopo essere ruzzolata malamente sull’erba umida. Molto sfortunata la bielorussa che avrebbe avuto la strada virtualmente spianata verso la finale.
La parte bassa del tabellone femminile invece si apre incredibilmente ad un numero elevatissimo di outsider che potrebbero levarsi grandissime soddisfazioni nei prossimi giorni. Il tutto sotto lo sguardo sornione di Serena per la quale pare profilasi soltanto una lunga passerella verso un nuovo titolo sull’erba di Wimbledon. Salvo ulteriori imprevisti che, a questo punto, non ci sentiamo più di escludere in maniera categorica.
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