Mental Tennis: Si gioca come si vive

di Sergio Costa

“SI GIOCA COME SI VIVE: TENNIS E ALLENAMENTE”.

IL RUOLO DELLO PSICOLOGO DELLO SPORT ALL’INTERNO DEL CONTESTO SPORTIVO TENNIS, E L’IMPORTANZA DELLA PREPARAZIONE MENTALE NEL PROGRAMMA DI ALLENAMENTO.

Un caloroso saluto a tutti i lettori di Spazio Tennis colgo questa occasione per ringraziare ancora una volta Alessandro e tutto lo staff per l’opportunità di scrivere della mia esperienza psicologica nell’ambito tennistico, sperando di fare cosa gradita.

Per chi non avesse letto i miei precedenti articoli sulle convinzioni di efficacia personale e sull’attivazione mentale, mi chiamo Sergio Costa, sono uno psicologo laureato presso La Sapienza di Roma, specializzando in Psicologia dello Sport  e “masterizzato” alla Cattolica di Milano in Sport ed Intervento Psicosociale. La mia grande passione per il tennis mi ha portato non soltanto a diventare da pochi mesi istruttore di primo livello, ma soprattutto ad ideare e creare un progetto di “allenamento mentale” (insieme alla psicologa Marzia Greco e alla supervisione del professore Diego Polani) che potesse integrare l’attività tennistica e fornire un aiuto psicologico/prestazionale, non soltanto agli atleti, ma anche ai genitori e ai maestri, che molto spesso sentono la necessità di un sostegno professionale e specializzato.

Purtroppo pochissimo tempo e scarsa attenzione vengono dedicati all’allenamento di questo aspetto fondamentale anche se presso alcuni centri tecnici regionali e nazionali FIT e in alcuni centri privati, il lavoro di uno psicologo rientra già da tempo nella programmazione annuale d’allenamento.

Per fortuna a Roma ci sono circoli aperti a questa novità, come il NEW F84, in via del Casale di San Basilio 92, dove il Tecnico Nazionale Stefano Ceci, insieme ad uno staff di primissimo livello, come il maestro Andrea Roscioli, responsabile del settore agonistico, il direttore sportivo Mirko Mennella, il maestro Alessandro Giustiniani, responsabile della SAT, il preparatore atletico Roberto Piscitelli e gli istruttori Federico Ennas e Francesco Ferro, svolgono un lavoro di altissimo livello.
Anche il circolo ASD R70, in via Lungotevere Thaon De Revel 3,  con Enrico Sellan come direttore tecnico del settore tennis e maestro nazionale dal 1994, ed uno staff di prim’ordine con Nicola Corrente, Luca Spazzacampagna, Isabella Morelli e Ginevra Cesolini come istruttori, e Luca Mampieri come preparatore atletico, hanno aderito entusiasti a questa iniziativa.

Infine ha partecipato, anche se soltanto nella fase iniziale del progetto, il COSMOS, in via Nomentana 858, con i maestri Alessio Bisio e Massimo Noia, anch’essi molto disponibili ed aperti al dialogo.

I tre circoli si sono dimostrati interessati ad una crescita completa dell’atleta, non soltanto dal punto di vista tecnico, cosa che fanno già egregiamente, ma soprattutto umana, mettendosi in gioco in prima persona e coinvolgendo i genitori dei ragazzi nelle varie attività.

Dopo le iniziali, quanto normali, difficoltà d’inserimento all’interno di un programma e di uno staff definito ad inizio anno, il progetto ha preso il via a Febbraio 2013 con una conoscenza reciproca, dando la possibilità ad atleti, maestri e genitori di entrare in contatto gradualmente con la nostra figura, nuova all’interno del contesto sportivo, e di accettarla.

E’ stato, infatti, definito un programma studiato in collaborazione con i maestri in base a quanto emerso durante il periodo di conoscenza, e abbiamo iniziato a lavorare con i ragazzi, sia in “aula” che sul campo, tramite giochi ed esercizi specifici che potessero favorire negli atleti lo sviluppo e la riflessione su alcune tematiche psicologiche fondamentali per chi pratica il tennis, come ad esempio l’attivazione mentale, l’attenzione e la concentrazione. Con i genitori ed i maestri, invece, abbiamo previsto degli incontri individuali e delle riunioni che permettessero non soltanto il confronto continuo sull’evoluzione del lavoro, ma soprattutto che gli dessero gli strumenti e le conoscenze necessarie per poter lavorare anche in nostra assenza, il tutto per creare un “triangolo maestro-atleta-genitore attivo e competente” all’interno del contesto sportivo, ma non solo.

Si sta dunque comprendendo che la strada per la crescita del giovane tennista non passa attraverso il solo processo di insegnamento/apprendimento di abilità tattiche, tecniche e fisiche tradizionalmente affidato a maestro e preparatore atletico. Ci siamo infatti accorti che l’ambito psicologico, se organizzato e gestito in modo accurato e personalizzato per l’atleta (come verrà pianificato per la prossima stagione agonistica), potrà permettere:

  • l’acquisizione di una certa dose di autoconsapevolezza, rendendo il giovane in grado di raggiungere e mantenere, con il giusto grado di autonomia, un alto livello di prestazione;
  • l’adattamento a svariate difficoltà, quali ad esempio la gestione dell’ansia e dello stress generati da aspettative e richieste eccessive rispetto alla percezione di efficacia delle proprie capacità, attraverso il rafforzamento del suo carattere;
  • di riconoscere il valore di una maggior padronanza di sé e di crescita dell’autostima, tappe fondamentali per la formazione non solo di un giocatore, ma di un ragazzo in grado di prendere autonomamente e rapidamente le decisioni più appropriate (caratteristica principale del tennista evoluto che deve agire sotto pressioni interne ed esterne di vario tipo);
  • il miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, qualità indispensabili in uno sport individuale come il tennis, da allenare con esercizi e tecniche specifiche;
  • la rilevazione della spinta motivazionale, fondata su vari desideri e bisogni, supportata ed alimentata da sentimenti ed emozioni positive che solo un goal-setting (formulazione di obiettivi) ed un locus of control (attribuzione di causalità) adattati, regolati ed equilibrati possono creare, rilevare e mantenere.

 

Nell’affrontare tale allenamento occorrerà quindi esplorare a 360° i pensieri che possono essere presenti nella mente di un tennista quando si allena, prima, durante e dopo il match e nei suoi rapporti interpersonali, non soltanto con i compagni d’allenamento, ma anche e soprattutto con i genitori ed i maestri.

Per quel che riguarda il nostro progetto siamo oramai giunti al mese di Giugno, e l’esperienza sta volgendo al termine. Non vogliamo parlare di risultati raggiunti o di tornei vinti perché gli obiettivi che c’eravamo prefissati erano ben diversi, ma soprattutto perché non ci piace attribuirci meriti o dare falsi illusioni, siamo infatti convinti che il nostro lavoro porterà i suoi frutti, ma nel lungo periodo e soltanto con la partecipazione attiva di tutte le parti in causa.

Speriamo, infatti, di essere riusciti a rompere il muro della diffidenza nei confronti del nostro ruolo, grazie ad un lavoro fatto di passione, competenze e serietà, e di avere la possibilità di strutturare un programma d’allenamento ad inizio anno agonistico che dia il giusto spazio anche all’aspetto mentale, a tutti i livelli e per tutte le fasce d’età.

Chiunque sia interessato ad approfondire questi temi e a capire se vi sia la possibilità di stabilire una collaborazione, può contattarmi tranquillamente via mail per fissare un incontro di persona o telefonico, oppure può contattare anche direttamente i circoli o i maestri.

Grazie mille per l’attenzione, ma soprattutto ai circoli New F84, ASD R70 e COSMOS che hanno creduto in questo progetto.

 

“Se posso darvi un mio pensiero, può darsi che ve ne ricordiate o meno. Ma se riesco a farvi pensare per conto vostro, ho contribuito notevolmente ad accrescere la vostra personalità.”

Elbert Hubbard

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