Diario di Bordo da Vercelli (3)


(Filippo Baldi – Foto Andrea Cherchi)

da Vercelli, Marta Polidori

La campanella della scuola suona alle 15.00 ed io è dalle 8.00 che mi ripeto: cosa ci faccio qui? Vorrei essere a Vercelli.

Sono una donna talmente disperata che nonostante la stazione da scuola disti a piedi una quindicina di minuti mi metto a correre sui tacchi e ci arrivo in sette minuti netti, il suono, o meglio il lamento, di quella tremenda campanella è per me come il colpo di pistola di un centometrista.

Sbarco al circolo alle quattro. Napolitano ha finito da cinquanta minuti, ma voci di corridoio narrano che il primo set lo abbia giocato bene, stava sopra 4-1 e poi è calato mentre l’altro è rientrato in partita, secondo e terzo set molto bene. Ha vinto contro Kevin Krawietz, numero 395.

Nel frattempo mi sono persa Baldi, altra partita che mi dicono essere stata veramente notevole.

Ho fame, ma non mangio perché sta giocando Pietro Rondoni contro Riccardo Bellotti, classe 1991 e ranking 292. Osservo Pietro tentare di arginarlo mentre mi sbrodolo con una brioche alla crema: se la gioca dignitosamente, anche se io sono arrivata al secondo set e stava 6-2 2-2 per Bellotti. La differenza è piuttosto netta, la si sente forte e chiara, l’altro è più esperto e pare a tratti che si risparmi, ma Pietro ha la caratteristica che ogni partita che gli vedo fare sembra sempre tirato al limite delle sue capacità e lotta come un leone.

In ogni caso, il suo avversario è astuto, ha una bella cognizione del campo e un istinto che gli consiglia le scelte giuste. Certo alcuni punti mi hanno fatto cadere le braccia, sembrava una remata, ma sono più quelli che mi hanno fatto una bella impressione.

Finita la partita con un 6-2 7-5 vado a dare un’occhiata a Viktor Galovic che gioca sul campo quattro contro Marco Bortolotti. Il secondo in causa è una specie di Nadal, corre e arrota molto.

Il campo era il peggiore, oltre che la pioggia penso fosse più pesante degli altri anche perché è appiccicato al fiume e risente di ulteriore umidità. Non vorrei essere nei panni del giudice di sedia a cui tocca arbitrare.

La partita scorre strana, sul cemento credo che Bortolotti non avrebbe avuto chance, ma Galovic non rende allo stesso modo sulla terra rossa (condizioni estreme a parte). Il suo gioco è molto fisico e basato su quella bomba che ha come servizio, su quella terra molto appesantita da tre giorni di pioggia il vantaggio è pressoché annullato. Inoltre ha giocato molto corto rispetto alle altre volte. Tutto questo per dire che ha in ogni caso vinto per  6-4 5-7 6-1.

Ora mi siedo normalmente sulla panchina davanti al campo. Fino a quel punto ero rimasta col sedere sullo schienale per vedere meglio e posso finalmente mettermi comoda.

Aspetto l’ultima partita della giornata, ovvero Edoardo Eremin contro Francesco Borgo. Eremin se possibile è diventato ancora più grosso!

Per quanto possa valere la mia opinione, ha un diritto che non mi piace la prende bassa e quasi sempre dietro. Ha un bellissimo servizio, soprattutto la prima è bella piatta e il più delle volte vincente, la seconda già è più stramba: da destra serve dal centro e in slice, da sinistra si sposta praticamente nel corridoio per giocarsi il kick, ma la palla rimbalza troppo profonda e anche se è ad uscire non lo è sufficientemente. Il movimento è bello, ma non sembra fare tanto male.

La risposta anche è strana. In posizione d’attesa mette un piede avanti come se volesse approcciare, poi però taglia lateralmente, potrebbe tagliare in avanti e prendere il tempo.

Mi capita di parlare con un giudice di sedia durante la partita. Si chiama Luca Laugero, è del 1993, e siccome lì per lì l’idea di aggiungere una ‘chicca’ al mio articolo mi stuzzica gli pongo la seguente domanda: quali sono le complicazioni per un giudice di sedia? “Bè, il più è stare attento per tutto il tempo, senza perderti neanche un secondo o rischi di combinare guai. Ci sono partite più complicate, alcune perché i giocatori essendo forti il gioco diventa veloce, altre ancora perché le partite noiose esistono per tutti. La prima cosa è sapere perfettamente le regole, primo perché altrimenti diventi insicuro e secondo se dai l’idea ai giocatori di dubitare anche solo per un secondo è la fine: ti mangiano. A volte capita ai primi tornei che arbitri, soprattutto con le donne, che si lamentino.” Bè, alla fine sei un capro espiatorio, se dai modo di saltarti addosso lo fanno e anche facile. “Sì infatti, ma quando lo fanno non devi badarci”. Comunque Luca accoppia questa sua attività con l’università, mi sembra una gran bella cosa.

Nel frattempo che io mi intrattengo in chiacchere Borgo si porta a casa la partita per 3-6 6-0 6-3.

Altri risultati:

Yannick MERTENS (BEL) [1]     6-1 6-1     Alessandro PETRONE (ITA)

Jakub LUSTYK (CZE)     7-6(4) 3-6 6-3     Andres MOLTENI (ARG)

Andrea BASSO (ITA)     6-1 3-6 6-3     Guillermo HORMAZABAL (CHI)

Andrea ARNABOLDI (ITA) [7]     6-0 6-3     Pietro LICCIARDI (ITA)

Moritz BAUMANN (GER)     7-6(2) 6-4     Jonathan EYSSERIC (FRA) [3]

Marco CRUGNOLA (ITA)     4-6 6-1 6-3     Francois-Arthur VIBERT (FRA)

Filippo BALDI (ITA)     6-4 6-2     Timo NIEMINEN (FIN)

Viktor GALOVIC (ITA) [8]     6-4 5-7 6-1     Marco BORTOLOTTI (ITA)

Alberto BRIZZI (ITA) [6]     6-4 2-6 7-6(8)     Mate DELIC (CRO)

Francesco BORGO (ITA)     3-6 6-0 6-3     Edoardo EREMIN (ITA)

Nicolas REISSIG (AUT)     6-1 6-1     Ettore CAPELLO (ITA)

Riccardo BELLOTTI (ITA) [4]     6-2 7-5     Pietro RONDONI (ITA)

Thomas SCHOOREL (NED) [5]     7-5 6-4     Federico MACCARI (ITA)

Stefano NAPOLITANO (ITA)     4-6 7-6(4) 6-1     Kevin KRAWIETZ (GER)

Daniele GIORGINI (ITA)     6-1 6-1     Riccardo SINICROPI (ITA)

Gerard GRANOLLERS-PUJOL (ESP) [2]     6-2 6-4     Omar GIACALONE (ITA)

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