da Taverne, Gianfilippo Maiga
Impressioni da Taverne
Switzerland Futures 3
Il Future di Taverne quest’anno ha un vero e proprio parterre de roi.
Un po’ la crisi, che riduce il numero di opportunità, un po’ le circostanze, (tennisti che hanno conosciuto altre platee e che devono risalire la china) fanno sì che quest’anno il 10.000$ del luganese assomigli davvero ad un piccolo Challenger, per la qualità dei partecipanti. Ai nastri di partenza si sono presentati, tra gli altri, Andreas Vinciguerra, trentatreenne ex Davisman svedese e numero 33 al mondo, Andreas Beck, 27enne tedesco con identico best ranking, e Stéphane Bohli, 29enne svizzero che 3 anni fa era 110 al mondo e al rientro da una sosta per infortunio ha appena vinto il Future di Vaduz. Di questi, Vinciguerra e Beck erano vere e proprie mine vaganti, non essendo neppure annoverati fra le teste di serie.
Fra le mine vaganti annovero però anche Matteo Trevisan, che ha dovuto umilmente affrontare le qualificazioni e, da qualificato, ha avuto accesso al main draw. Salvo Vinciguerra, che ha ancora voglia di competere e mettersi in gioco, ma deve fare i conti con vari acciacchi e si è dovuto ritirare per il mal di schiena durante il match con Grigelis, gli altri tre veleggiano nei quarti che si disputeranno domani.
La pattuglia italiana ai nastri di partenza era di tutto rispetto: oltre ad Eremin, che è arrivato a Taverne sull’onda di risultati eccellenti, e a Trevisan, altri dodici azzurri hanno avuto accesso al tabellone principale: tra loro, ottimi qualificati, Gianluca Beghi, Fabrizio Ornago, che hanno abbandonato l’impegno professionistico, ma hanno dimostrato di poter competere ad alto livello. Aggiungerei ad honorem al drappello anche il lituano d’Italia: Laurynas Grigelis.
Edoardo Eremin era “cotto” e si può ben capire, dopo vittoria, finale e vittoria nel doppio, e oggi dopo il primo set si è ritirato contro la 1 del tabellone, Martin Fischer (320). A me non è dispiaciuto Riccardo Sinicropi, che mi sembra in ripresa dopo un periodo di flessione: battere Dubail non è facile e lui c’è riuscito bene. Gli ho visto “scorrere la palla” al meglio. Domani match tutto sommato aperto con Grigelis nei quarti. “Grigio” è a sua volta reduce da una profonda crisi, come spesso capita a chi sale tanto e molto in fretta e finisce con il soffrire un po’ di vertigini. Per la verità mi è sembrato in buona forma: oggi ha battuto molto bene Galovic.
Viktor Galovic a sua volta non sta giocando male, ma tatticamente nell’incontro con Grigelis non mi è sembrato molto accorto. In un match di botta e risposta, più che di scambi, si è trovato un po’ invischiato nella diagonale di rovescio, il colpo forte di Laurynas. Grigelis è stato comunque più preciso, con ottimi servizi e soprattutto grandi risposte che hanno neutralizzato il servizio di Galovic. Il risultato è stato abbastanza netto: 63 63, con due break nel primo e due nel secondo, (di cui uno un controbreak)
Roberto Marcora (nella foto a sinistra) ha vinto in un match teso, tra due nervosi dei quali di gran lunga il più stressato è parso Oradini, complici anche alcune chiamate arbitrali a rovescio. Primo set risolto al tie break, quando lo “sciagurato Egidio” Oradini ha fatto doppio fallo sul set point. Marcora si è poi rinfrancato mettendo più prime e infine Oradini ha “sciolto” litigando pesantemente con l’arbitro, con se stesso e con i suoi fantasmi, (è stato persino redarguito da Bohli sul campo vicino per schiamazzi molesti).
Matteo Trevisan ha liquidato in primo turno in un match difficile Kern, giovane ma in rapida ascesa e ha fatto vedere quale qualità possa ancora esprimere il suo tennis. Matteo è un giocatore che ha accettato mentalmente di risalire la china partendo dal basso: sono curioso di vederlo all’opera domani con Beck, certo non l’ostacolo più morbido che gli potesse capitare.
Una parola finale su Alessandro Petrone: ha perso al primo turno, ma ha avuto la “sfiga” di beccare subito Martin Fischer, per la seconda volta in due tornei. Non ho potuto seguire il suo match da vicino, ma l’impressione, (e il punteggio), dicono di un ragazzo che sembra aver trovato la voglia di lottare e di esprimersi per le sue potenzialità.
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