di Piero Zucca
Spazio Tennis prosegue la serie di interviste ai giornalisti specializzati di tennis, dai più ai meno famosi. Oggi è il turno di Stefano Semeraro, una delle firme più pregiate del giornalismo sportivo nazionale (La Stampa, Eurosport, Matchpoint e tante altre testate…)
Parlaci del tuo inizio di carriera…
“Sono nato e cresciuto a Bologna, dopo essermi diplomato al liceo mi sono iscritto a filosofia fino ad arrivare a pochi esami dalla fine. Tutto iniziò nel 1971, nel mio libro “Centre Court” ho scritto tutti i vari passaggi. Quando all’età di 7 anni mio padre mi portò a vedere una giornata di tennis, al torneo ATP di Bologna, vidi Rod Laver e da quel momento iniziò la mia passione per il tennis. Per quanto riguarda la carriera giornalistica ho iniziato con un semplice lavoretto al Match Ball (oggi Match Point), dove mia madre era la responsabile alla pubblicità, da lì in poi ho sempre scritto in quella rivista sino all’approdo a “La Stampa” grazie all’amico che non c’è più Carlo Coscia. Dopo le 2 ultime Olimpiadi seguo anche altri sport, che provengono da passioni giovanili: rugby e motori.”
Ma a casa con tua moglie, Roberta Lamagni, non si parla di tennis vero?
“Abbastanza, lei lavora per il “Tennis Italiano” dal 2006. Ci hanno portato fortuna gli slam, infatti dagli Australian Open 2008 agli Us Open 2010 abbiamo coltivato e migliorato il nostro rapporto. Lei da giovane ha avuto risultati importanti come tennista e ha mollato la sua carriera per infortunio. In casa succede che ci scambiamo pareri sul tennis, lei è la tecnica di famiglia, condividiamo la passione per il tennis, ci siamo conosciuti grazie al tennis ed è stata una fortuna.”
Qual è il giocatore più antipatico, secondo te, del panorama tennistico?
“Rios non era simpatico, sgradevole con tutti, solo il suo entourage riusciva a tenerlo buono. Mentre un ex campione che in questo momento è un po’ antipatico è Boris Becker, non è molto professionale.”
Come ti trovi a commentare gli Slam (Australian Open, Roland Garros e US Open) su Eurosport? Quali differenze ci sono tra lo scrivere in un giornale e invece commentare in diretta un match?
“Dagli Australian Open 2012 collaboro con Eurosport, gli amici Lo Monaco e Ferrero mi hanno chiesto di lavorare con loro e ho accettato subito. Mi sto trovando veramente bene, tutto lo staff è professionale e simpatico. Da quest’anno anche mia moglie fa parte dello staff, chissà se un giorno commenteremo qualche match assieme. Le differenze che trovo dal giornale alla tv sono poche, in tv bisogna sviluppare altre qualità perché tutto è in diretta, posso dire quindi che bisogna essere professionali e ligi nel lavoro senza mai prendersi troppo sul serio.”
Quali potrebbero essere i prossimi cambiamenti possibili nel mondo del tennis?
“Tutto è possibile. Alla fine è uno sport diretto, c’è un problema sui materiali che si stanno sempre più evolvendo ed è difficile tornare indietro. Io proporrei di variare di più con superfici e palle, senza rivoluzionare nulla, per dare maggior spettacolo a tutte le partite. Si sta decidendo di allungare la stagione sull’erba e secondo me sarà una mossa intelligente.”
Hai parlato con tanti giocatori di varie epoche. Qual è il giocatore più simpatico?
“Il giocatore più simpatico per me è Rafael Nadal, è sempre rimasto un ragazzo tranquillo e simpatico, non ho mai pensato che si sia montato la testa. Le altre persone all’interno del mondo del tennis che potrei elencare sono Paolo Bertolucci dotato di una grande simpatia, Adriano Panatta, Raffaella Reggi ed Emilio Sanchez.”
Qual è stata fino ad ora la partita più emozionante alla quale hai assistito dal vivo? Quale match invece, secondo te, è stato il più emozionante disputato da un giocatore italiano?
“La partita più emozionante alla quale abbia mai assistito è stata Nadal- Federer a Wimbledon 2008, quando vinse Rafa 9-7 al quinto set. Quella partita mi ha trasmesso un’adrenalina fortissima, è stata una giornata memorabile, da far saltare le coronarie a chiunque. Nessuno si aspettava che lo spagnolo potesse vincere quella partita alla sua prima finale a Wimbledon. Per quanto riguarda la partita di un italiano ricordo benissimo nel 1991 a Rotterdam quando Omar Camporese battè Ivan Lendl, ricordo di aver chiesto al direttore di poter partire per l’Olanda dai quarti, dopo varie insistenze sono riuscito a convincerlo. Su quel torneo ho un aneddoto, chiesi insieme ad Ubaldo Scanagatta a Camporese quanto avrebbe dato in finale a Lendl, lui si toccò. Ho scelto questa partita perchè è stata una vittoria inattesa e poi Omar è bolognese come me.”
Qual è stata la persona migliore che hai incontrato nel mondo del tennis?
“Tante. Tutte allo stesso livello, tanti italiani, ad esempio Vittorio Selmi, Giorgio Di Palermo, Romano Grillotti e Fabio Della Vida. Anche tra giocatori si trovano persone ingamba, in primis metterei Nadal che è sempre educato e cortese.”
Qual è la tennista più bella secondo te?
“Partendo dal passato direi in generale Jana Kandarr (nella foto a destra), per le gambe Steffi Graff e anche la Sabatini era molto piacevole. Ora su tutte direi la Kirilenko poi la Ivanovic ed infine la Kournikova che è sempre stata attraente.”
Cosa pensi dei giovani giocatori italiani che stanno iniziando a frequentare il mondo dei professionisti?
“Dobbiamo stare calmi, senza caricarli di troppe attese. A quell’età si compie un salto fondamentale. Bisogna vedere come in futuro faranno le varie preparazioni fisiche che sono d’obbligo. Ancora è troppo presto per giudicare le loro possibili buone carriere. Quinzi mi sembra un lottatore, dobbiamo aspettare senza illuderci troppo.”
Cosa pensi del futuro del tennis?
“Siamo in un momento di stallo, negli ultimi 10 anni abbiamo vissuto un’era incredibile, dove il livello dei primi si è alzato molto grazie alla rivalità tra Federer e Nadal. All’orizzonte non si vede molto, si parla di Dimitrov ma al momento non mi sembra pronto per fare un bel salto di qualità. In campo femminile la Azarenka non trascina le folle, almeno non come le sorelle Williams. Nei prossimi anni penso che Djokovic e Murray ci accompagneranno fino al prossimo budda del tennis. Mi piacerebbe vedere nel tennis che conta un asiatico o un africano, seguendo le orme di Arthur Ashe; dall’Olimpiade di Pechino la Cina è entrata nel tennis e questo lato orientale è molto positivo per il movimento intero.”