Sempre più vicino

di Sergio Pastena

Sempre più vicino.

La prima vittoria nel circuito maggiore di Gianluigi Quinzi, enfant prodige del tennis nostrano, è solamente rinviata, ma il talentuoso diciassettenne ha offerto nuovamente una prestazione da incorniciare nel Future colombiano di Bogotà, arrivando in finale e arrendendosi soltanto dopo due tie-break al giocatore di casa Carlos Salamanca.

Una finale persa non senza qualche rimpianto: non tanto per i tie-break, vinti nettamente dall’avversario, quanto piuttosto perché Quinzi ha lasciato all’avversario le briciole quando era al servizio mentre, nel primo set, in un’occasione si è portato sullo 0-40 sul servizio del colombiano. Salamanca, per inciso, non è uno qualunque: parliamo di un tennista navigato, che nel 2010 è stato numero 137 al mondo, in carriera vanta importanti successi a livello Challenger e più di una volta ha battuto dei Top 100. Insomma, un banco di prova notevole, superato nonostante la sconfitta.

In finale, peraltro, Quinzi ci era arrivato superando diversi avversari problematici: dopo l’esordio contro il colombiano Mantilla, infatti, si era ritrovato di fronte quel Rivera-Aranguiz che lo aveva sconfitto nella sua prima finale Future a Curico. Stavolta il risultato è stato nettamente diverso, visto che GQ lo ha steso con un eloquente 6-4 6-0. Al turno successivo decisamente più sofferto il successo contro Barrientos, numero 282 mondiale, piegato in tre set per 7-6(4) 4-6 6-2. In semifinale poteva esserci il derby contro Tommy Fabbiano, testa di serie numero uno del torneo, ma tra loro ci si è messo Eduardo Struvay, un altro ex Top 300 al rientro, che ha impegnato Quinzi nel primo set (perso al tie-break) per poi ritirarsi all’inizio del secondo.

E ora? Beh, ora con i punti guadagnati il nostro golden boy andrà a ridosso della Top 500: attualmente sarebbe numero 508 al mondo, un’andatura decisamente da record per un ragazzo appena uscito dai sedici anni in un tennis che negli ultimi anni tende sempre di più a invecchiare.

Largo ai giovani. Possibilmente ai nostri giovani.

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