di Giacomo Bertolini
Australian Open 2011, secondo turno. La campionessa del Roland Garros Francesca Schiavone, a discapito di quella che doveva essere solo una pratica da un’ora o poco più, suda le sette camicie e rischia grosso prima di piegare 9-7 al terzo set una giovane canadese in rampa di lancio classe 1990, da tempo in ascesa a additata come papabile promessa dell’anno.
Memphis 2013, Rebecca Marino perde nel torneo di qualificazioni e, dopo varie smentite e ripensamenti, annuncia a sorpresa il suo definitivo addio al tennis professionistico, arrivato a neanche 23 anni e, in un primo momento, senza neanche motivazioni troppo chiare.
In mezzo a questi due episodi chiave della carriera della scommessa di Toronto una finale persa nel Wta di Memphis, un ottimo best ranking alla posizione numero 38 e soprattutto fama, interesse e crescenti aspettative nelle sue potenzialità e nei suoi progressi futuri.
Troppo carico psicologico, troppo stress e tensione e così dopo essere già stata lontana dai campi per diversi mesi si chiude definitivamente il cammino nel circuito professionistico di Rebecca Marino, incapace, a suo dire, di vivere serenamente la sua carriera nel tennis che conta.
Reduce da un periodo di scarsi risultati e particolarmente vulnerabile ai numerosi commenti negativi sui vari siti Internet, Rebecca, impietosamente sprofondata fuori dalle prime 400, decide dunque di dire basta confessando di vivere un momento difficile a causa della sua depressione e di non voler neanche rimanere legata al tennis in futuro (pare addirittura voglia riprendere a studiare o iniziare a lavorare).
Ritiro anomalo e sicuramente sofferto per la Marino che inevitabilmente riapre dibattiti sulla fragilità e sul pesante “fardello” emotivo che i giocatori sono chiamati a gestire e che a volte, complice anche la possibilità di “sparare a zero” in rete, diventa difficilissimo da metabolizzare.
Quello di Rebecca, vero jolly nel desolante panorama femminile canadese, risulta così essere il secondo addio in poche settimane nel circuito Wta, dopo quello confermato da Agnes Szavay a causa degli irrimediabili problemi alla schiena.