Non deve essere uno sport per ricchi!

di Mattia Capone

Qualche tempo fa Wayne Ferreira, ex numero 6 delle classifiche mondiali in singolo e 9 in doppio, ha sottolineato l’esigenza di aumentare i montepremi nei tornei Atp. In realtà è diverso tempo che gli  addetti ai lavori e non discutono di questa situazione e negli ultimi anni si è giunti ad importanti risultati, con un aumento, nonostante la crisi mondiale, dei montepremi dei 4 tornei più prestigiosi del pianeta. Questo aumento è andato a rinfrancare soprattutto le tasche dei giocatori perdenti nei primi turni, che grazie a questi contributi hanno la possibilità di affrontare con maggiore leggerezza i tornei e le trasferte. Se da una parte ci sono stati dei risultati positivi per coloro che partecipano ai tornei maggiori, dall’altra non si è avuta alcuna considerazione dei  tennisti che non hanno la classifica adatta a sostenere almeno le qualificazioni nei tornei del Grand Slam. Fuori dai primi 150 giocatori del mondo andare in attivo, con i soli montepremi, è davvero difficile, eppure per cercare di aumentare la propria classifica c’è bisogno di girare molto, anche per  sostenere tornei più abbordabili o su superfici più consone alle proprie caratteristiche.

L’attività professionistica è molto costosa e questo comporta che persone meno abbienti non possano aspirare ai massimi risultati, ed è proprio per questo che nel corso degli anni sicuramente si sono persi diversi talenti. È evidente, inoltre, come ci sia una netta differenza di interesse dei media tra i tornei Atp ed un eventuale challenger o futures, ma sono lo stesso convinto del fatto che un aumento dei montepremi nei tornei minori potrebbe aiutare molto i giocatori a raggiungere i loro limiti senza aver alcun rimpianto.

Per evitare questo si potrebbe ad esempio aumentare i montepremi dei futures da un minimo di 10000$ ad uno di 15000$, con un tetto massimo di 20000$, inoltre, in questo modo, si solleciterebbe anche un conseguente aumento dei minimi nei tornei challenger per evitare una concorrenza tra i 2. Tutto ciò potrebbe essere fatto con un accordo dell’Itf con più sponsor e con il contributo delle tv nazionali e locali che già in altri sport, sfruttando la popolarità derivata dai grandi campioni, hanno avuto modo di accendere i riflettori anche su eventi molto meno blasonati. Probabilmente questo aumento dei cachet porterebbe ad una riduzione dei tornei minori e di conseguenza un minor numero di giocatori inseriti nelle classifiche Atp, ma io ritengo che abbia molto più senso avere 1000 giocatori di buon livello che riescono a guadagnare e a vivere con la loro professione che 3000, dei quali solo 200 in grado di mantenersi con quello che fanno. È quindi, secondo il mio parere, giunto il  tempo di abbandonare la vecchia  percezione del tennis come sport per ricchi e permettere anche a chi ha meno possibilità per lo meno di provarci!

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