di Guido Pietrosanti
La stagione 2013 è appena iniziata e al vertice i nomi sembrano essere ancora gli stessi. Ma con Federer che ad agosto compirà 32 anni e Nadal alle prese con i suoi infortuni, nei prossimi anni dovrà per forza esserci un ricambio generazionale. Dando un’occhiata alle classifiche year-end di fine 2012, si possono già trovare alcune indicazioni su chi potrà, nei prossimi anni, sperare di raggiungere le finali dei maggiori tornei del circuito e anche le posizioni di vertice nel ranking atp.
Prima però alcune considerazioni di tipo statistico sulla composizione degli attuali top 100. L’età media dei top 100 è passata da 26,7 anni del 2011 ai 27,2 del 2012. Ben 4 giocatori nati nel 1978 resistono ancora nei top 100 mentre sono 28 i giocatori ad avere 30 anni o più, contro i 25 dello scorso anno. Questi dati confermano la tendenza, già ampiamente verificata in queste ultime stagioni, ad avere giocatori sempre più longevi e maturi nei top 100 del ranking atp, limitando cosi la presenza di giovani e giovanissimi, in particolare dei teen-agers. Infatti, se lo scorso anno Tomic e Harrison (classe 92) sono riusciti a chiudere la stagione nei primi 100 a 19 anni, quest’anno nessun 93 è riuscito in questa impresa. Addirittura, se consideriamo gli under 21, oltre ai “soliti” Dimitrov, Tomic e Harrison, già top 100 nel 2011, solamente un giocatore, il russo Andrey Kuznetsov, è riuscito ad entrare nei primi 100, chiudendo la stagione 2012 al numero 79 atp.
Ancora più preoccupante è forse il dato che evidenzia come i migliori tre giocatori della classe 92 alla fine dello scorso anno, e cioè rispettivamente l’australiano Tomic, l’americano Harrison e lo spagnolo Marti, non siano riusciti a migliorare di molto le loro classifiche dopo 12 mesi di tornei in giro per il mondo. Bernard Tomic è addirittura peggiorato, passando dalla posizione numero 42 alla 52. Ryan Harrison è riuscito a migliorare solamente di 9 posizioni, passando da 79 a 70 mentre Javier Marti ha chiuso il 2012 al numero 184 dopo essere stato numero 185 nel 2011. Dietro di loro hanno cosi recuperato posizioni gli americani Denis Kudla, passato dal numero 276 al 140 e Jack Sock (da 382 a 150). Hanno raggiunto posizioni interessanti anche i terribili argentini del 92: Diego Sebastian Schwartzman, forse il meno atteso di tutti, è quello che chiude con il miglior ranking (169) mentre Agustin Velotti (172) e Facundo Arguello (195) confermano solo in parte le aspettative riposte su di loro dopo un’ottima carriera junior, entrando per la prima volta nei primi 200 del ranking atp. Pessima stagione per Federico Gaio, che chiude al numero 539 perdendo molte posizioni rispetto ai migliori della sua età, mentre conferma la crescita costante degli ultimi anni Marco Cecchinato, passando da 613 a 406.
Interessanti indicazioni arrivano dalla crescita dei migliori 93 nella stagione appena conclusa. Lo spagnolo Carballes-Baena, primo della sua classe al termine del 2011, pur avendo disputato una buona stagione, passando dal numero 456 alla posizione numero 319, viene superato sia dal giapponese Taro Daniel, autore di un’ottima stagione chiusa da numero 280 del mondo, che dal ceco Jiry Vesely, migliore della sua classe, al numero 260. Vesely, che l’anno scorso aveva preferito giocare ancora nel circuito junior, terminando la stagione da numero 1 del mondo, conferma, dopo il primo anno giocato a tempo pieno nel circuito professionistico, di valere ancora il primo posto tra i suoi coetanei. Buone le stagioni anche dell’australiano Kubler (324) e del koreano Jeong (364) mentre il nostro Edoardo Eremin, si è mantenuto ai livelli dello scorso anno, passando dalla posizione 579 alla posizione 552.
Tra i nati nel 1994, l’australiano Luke Saville, pur giocando 3 dei 4 tornei dello slam tra gli junior, si porta al primo posto tra i nati in quell’anno, raggiungendo, grazie ad una serie di buoni risultati nei future australiani, la posizione numero 343. Dietro di lui si trovano il brasiliano Thiago Monteiro che chiude al numero 439, solamente due posizioni meglio del ceco Adam Pavlasek, numero 441 del mondo. Dietro di loro l’americano Christian Harrison scala oltre 800 posizioni passando da 1306 a 474, ma ancora meglio fa il francese Lucas Pouille, capace di raggiungere la posizione numero 494 partendo dal numero 1627 di fine 2011. Il campione del mondo junior, il canadese Filip Peliwo, capace di raggiungere la finale in tutti e 4 i tornei dello slam junior, vincendo a Wimbledon e agli US Open, chiude il 2012 da numero 558 nel ranking atp, meglio di come riuscì a chiudere il campione del mondo junior del 2011 Jiry Vesely. Oltre all’assenza di qualsiasi giocatore azzurro di questa classe nei primi posti del ranking atp per età, spicca anche la brusca frenata dell’inglese Liam Broadey, miglior 94 in classifica alla fine del 2011, che dopo un pessimo 2012 si ritrova al numero 877, ben 210 posizioni più indietro di dove aveva iniziato la stagione.
Per la classe 95 è davvero molto presto per fare confronti in classifica atp, visto che pochissimi si sono confrontati con una certa regolarità nel circuito professionistico. Chi lo ha fatto meglio di tutti è stato però l’inglese Kyle Edmund, capace anche di vincere un future negli Stati Uniti nel mese di ottobre e di chiudere la stagione da numero 568 atp. Dietro di lui, si conferma ai vertici della sua classe il giapponese Nishioka (769) mentre si piazza discretamente l’emergente australiano Kyrgios, numero 828 del ranking atp. Ottima la classifica del nostro Stefano Napolitano, numero 871 del mondo e di Matteo Donati, appena fuori dai 1000, al numero 1018.
Tra gli under 16 nel ranking atp troviamo al primo posto il nostro Gianluigi Quinzi, che chiude ufficialmente la stagione 2012 al numero 671 ma che con gli ultimi tornei è stato capace di raggiungere anche la posizione numero 558. Quinzi è il miglior under 16 in classifica atp da almeno 6 stagioni, migliorando anche la classifica che i più precoci degli ultimi anni (Tomic e Harrison) seppero raggiungere a 16 anni (772 e 742 rispettivamente). Questo elemento va sicuramente tenuto in grossa considerazione e giustifica ampiamente le tante aspettative che tutti gli appassionati italiani ripongono su questo ragazzo. D’altra parte, il fatto che anche l’australiano Kokkinakis sia riuscito a raggiungere ottime posizioni (750) e che il cileno Garin, il coreano Chung e il rumeno Ciorcila non siano poi tanto distanti (916, 970, 978) lascia pensare che le nuove generazioni stiano trovando nuovamente il modo di competere con i grandi, già da giovanissimi. Sembrerebbe confermare questa teoria anche l’ottima classifica del tedesco Alexander Zverev, classe 97 che ha chiuso la classifica ufficiale year-end 2012 al numero 1163 ma che ha raggiunto la finale nell’ultimo torneo future disputato, portando cosi la sua classifica attuale al numero 839, di gran lunga un record per i 15enni degli ultimi anni. Interessante anche la posizione raggiunta dall’australiano Omar Jasika, classe 97 come Zverev, e numero 1239 del ranking atp mentre stupisce l’ingresso in classifica atp del 14enne americano Stefan Kozlov, già numero 1387 del mondo.
Il problema dei giovanissimi sembra adesso essere quello di riuscire a mantenere il loro livello più alto per un numero di tornei sufficiente da fargli raggiungere posizioni di classifica migliori. Infatti, se nella partita secca, molti under 21 hanno dimostrato di poter esprimere un ottimo livello di tennis, nell’arco dei 12 mesi la maggiore continuità e solidità dei giocatori maturi si riflette in un ranking migliore rispetto a quello delle nuove leve. Ma questa situazione non impedirà comunque al naturale ricambio generazionale di fare il suo corso e sicuramente tra poco tempo, alcuni dei giovani e giovanissimi che ancora galleggiano nelle retrovie del ranking atp, faranno il loro ingresso nel tennis che conta. E probabilmente lo faranno a modo loro, con un risultato sorprendente ed esaltante, forse seguito poi da alcune (sane?) sconfitte inaspettate che potrebbero servire a far tenere i piedi per terra ancora per un po’ ai futuri campioni.
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