di Alessandro Nizegorodcew (articolo apparso sul numero di gennaio di “0-15“)
La classe 1992 per il tennis è come il Dom Perignon del 1995. Superlativa. Sia a livello nazionale che internazionale, i giovanissimi ‘92 sembrano avere tutta l’intenzione di dominare il circuito maggiore per il prossimo decennio. Tra i primi quattro giocatori al mondo under 18, figurano ben due sedicenni; si tratta dell’indiano Yuki Bhambri e dell’australiano Bernard Tomic. Non possiamo non citare anche l’americano Ryan Harrison e il serbo Filip Krajinovic, già autori di scalpi importanti a livello Atp. Anche in Italia la classe 1992 dovrebbe regalarci piacevoli sorprese. Giacomo Miccini, Federico Gaio e Alessandro Colella, potrebbero essere il nostro lasciapassare per un rientro nel gotha del tennis. Gaio e Colella, nel 2007, hanno vinto il torneo di doppio nel prestigioso torneo dell’Orange Bowl, nella categoria under 16. “In effetti la classe 1992 sembra avere una marcia in più” – ci spiega Alex Colella – “Sia a livello mondiale, che italiano, questa annata si toglierà grandi soddisfazioni in futuro. Spero che io, Gaio e Miccini potremo essere protagonisti.”
Alessandro Colella, piemontese, è nato il 10 febbraio del 1992. Ha iniziato a giocare a tennis all’età di cinque anni con il maestro Massimo Larivera, con il quale tuttore collabora saltuariamente, nei giorni in cui si trova lontano da Tirennia. Alex è mancino e il suo idolo è, evidentemente, Rafael Nadal. “Anche se ammiro moltissimo Bolelli, ha un gioco fantastico” – ci spiega Colella – “Nadal rimane però il punto di riferimento, anche perché il mio tennis rende al meglio sulla terra battuta. Sono un attaccante da fondo e ho nel diritto il colpo migliore. Non me la cavo male con il servizio, mentre sono da migliorare sensibilmente il rovescio e, soprattutto, la volè.” Colella ha conquistato il suo primo punto Atp nel future di Sassari, superando al primo turno l’austriaco Tupy, prima di arrendersi al ben più esperto Francesco Piccari. “E’ stata un’emozione fortissima. Entrare nella classifica Atp è un songo che si avvera. Quel giorno a Sassari ho cominciato l’incontro molto nervoso; con l’andare dei minuti sono riuscito a sciogliermi, giocando un ottimo tennis. I miei obiettivi di classifica per il 2009, a livello junior, sono di entrare tra i top-ten; a livello Atp spero invece di fare più punti possibili.”
Federico Gaio è nato il 5 marzo 1992 a Faenza, città che ha dati i natali anche a due grandi del tennis italiano, come Andrea Gaudenzi e Raffaella Reggi. “Esempi lungimiranti da seguire” – sentenzia Federico, raccontando la propria storia – “Ho iniziato a praticare il tennis a cinque anni al Tennis Club Faenza; giocavo sempre con mia madre. Il mio primo maestro invece è stato Enrico Casadei. Sin da piccolissimo ho cominciato a vincere molte partite e ho capito che la strada del tennis poteva essere quella giusta.” Se Colella è il classico giocatore moderno da terra battuta, stessa cosa non si può dire di Gaio: “Si, è vero. Sono un giocatore atipico. Il mio è un tennis spettacolare, oserei dire champagne. Gioco il rovescio ad una mano e, appena riesco, cerco di prendere la rete. Credo possa essere importante, nel tennis di oggi, avere uno stile di gioco diverso dalla norma, così da poter soprendere gli avversari. La mia superficie preferita è l’erba. Il mio punto debole, oggi, è la resistenza fisica; ma credo che nei prossimi mesi sopperirò, grazie all’ottimo lavoro che stiamo effettuando a Tirrenia, a questa carenza.” Federico Gaio ha conquistato il primo punto Atp a Sassari, come Colella; sicuramente un torneo positivo per i nostri ’92. “Per un ragazzo che arriva dai tornei juniores” – prosegue Gaio – “raggiungere il primo punto Atp è come scalare l’Everest. E’ difficile ambientarsi e, a livello prettamente tennistico, la palla nei tornei 10.000$ è molto più pesante. In più gli avversari non mollano mai un 15, concentrandosi nei momenti importanti.”
Gaio e Colella si allenano al Centro tecnico federale di Tirrenia, agli ordini di Renzo Furlan. “Anche se ci segue maggiormente il maestro Simone Ercoli” – racconta Colella – “con il quale ci troviamo davvero bene. A Tirrenia ci alleniamo circa quattro ore al giorno sui campi, più altre tre di lavoro atletico e fisico. La nostra giornata, piuttosto intensa, prevede quindi circa sette ore di allenamenti giornalieri.” “Ercoli è un coach molto preparato” – prosegue Gaio – “anche con Renzo Furlan mi trovo molto bene; sa sempre come aiutarti ed è un ottimo allenatore.”
La programmazione 2009 dei giovani azzurrini prevede a gennaio la trasferta australiana, durante la quale disputeranno tre tornei under 18, ultimo dei quali sarà l’Australian Open. Tornati in Italia, Gaio e Colella alterneranno tornei junior a 10.000$ in Italia.
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