di Sergio Pastena
Doveva essere l’anno di una prima volta in Coppa Davis.
L’idea, però, era che a brindare dovesse essere la squadra argentina, che aveva il vantaggio di poter giocare tutti i turni in casa, mentre ad arrivare alla vittoria, passando in semifinale sul campo dei sudamericani, è stata la Repubblica Ceca, alla prima vittoria come nazione indipendente (la Cecoslovacchia aveva vinto nel 1980).
Il vero problema contro la Spagna, di solito, è che gli iberici con Nadal partono già sopra di due punti: ebbene, stavolta Nadal non c’era ma la musica non è cambiata grazie a un Ferrer letteralmente strepitoso, in grado di non finire mai le pile nonostante i trent’anni e una stagione intensissima alle spalle. Il buon David, per la precisione, ha lasciato 11 games a Stepanek nell’incontro inaugurale (e fin qui la cosa era prevedibile) e appena 10 a Berdych nel penultimo in un incontro che, quanto meno, a Praga si aspettavano potesse essere combattuto.
Considerando che Berdych, nel primo giorno, aveva battuto Almagro tra mille patemi d’anima e che la premiata coppia Tomas/Radek non aveva deluso nel doppio, ci si trovava nella situazione di dover affidare il destino nelle mani di Radek Stepanek, ex Top Ten ma 34 anni tra pochi giorni. Ebbene, non solo Stepanek non ha deluso ma ha addirittura chiuso in 4 set, portando a casa l’insalatiera con grande disappunto della Spagna, che resta una delle formazioni più forti del lotto anche quando è assente Nadal.
Si tornerà in campo nel 2012, con i detentori che paradossalmente rischieranno subito grosso nel caso ci fosse anche Roger Federer presente nella trasferta svizzera. Non è da escludere, visto che gli elvetici sono finiti dalla parte opposto di Spagna, Serbia e Usa, cosa che potrebbe dargli discrete chances di cogliere un buon risultato.
Sapremo tutto a febbraio.
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