di Alessandro Nizegorodcew
Giovanni Zennaro si è messo in luce nel mese di luglio. Da (semi) sconosciuto ha raggiunto i quarti di finale, partendo dalle qualificazioni, del torneo Itf da 10.000$ di Izmir, in Turchia. In molti si sono chiesti chi fosse questo ragazzo classe 1992 che aveva iniziato ad affacciarsi nel mondo delle fangosi paludi dei futures. Spazio Tennis lo ha cercato, trovato ed intervistato… scoprendo un personaggio molto distante dal “tennista-medio”. Un ragazzo che non ama particolarmente questo sport e che vive (di tennis) alla giornata.
Quando hai iniziato e dove?
“Ho cominciato a giocare a tennis all’età di 4 anni grazie a mio padre che è maestro. Sono nato nel 1992 a Rovigo e tre anni dopo mi sono trasferito a Cerea, dove ho preso per la prima volta in mano una racchetta. Ho praticato anche il calcio, ma in quel periodo (a 9 anni circa) ero attratto maggiormente dal tennis e così ho optato per l’abbandono del pallone.”
Cos’è per te il tennis?
“Per me il tennis non è nulla e non ho sogni a riguardo. Quello che viene di positivo prendo. Gioco perché so giocare e non perché io ami particolarmente questo sport come tanti altri ragazzi che disputano tornei insieme a me. In televisione guardo tutti gli sport, ma mai il tennis, e non sono neppure un esperto dei vari giocatori del circuito Atp. Ho sempre pensato solamente a giocare, per prendere poi atto dei risultati che raggiungevo.”
Che tipo di giocatore sei?
“Di giocatori come me ce ne sono migliaia. Sicuramente sono abbastanza forte dal punto di vista fisico e tecnicamente non ho grosse lacune. A volte giochicchio un po’ troppo a causa di una estrema sicurezza. Tatticamente posso migliorare, ma se gioco in maniera “giusta” poi mi annoio, mi stufo, diventa tutto troppo monotono. Tornando ai colpi: diritto e rovescio sono molto buoni e sono piuttosto equilibrati. So giocare un po’ tutti i colpi e questo da una parte è un vantaggio e dall’altra uno svantaggio, poiché le troppe soluzioni a volte creano in me molta confusione, perché vorrei mettere in pratica ogni tipo di soluzione in ogni punto.”
Che tipo di rapporti hai avuto o hai con la Federazione Italiana Tennis?
“No, direi che non sento molto spesso la FIT, forse chiederò loro l’amicizia su facebook.”
Qual è la tua superficie preferita?
“Mi alleno sempre sulla terra rossa, ma non per una mia scelta personale. In Italia infatti il “veloce” non è molto diffuso… anche se le mie caratteristiche di gioco mi poterebbero in teoria a trovarmi meglio sul cemento. Riesco comunque ad ambientarmi abbastanza bene su diverse superfici e in differenti situazioni grazie al mio bagaglio tecnico.”
In questo momento dove ti stai allenando e con chi?
“Mi alleno all AT Verona con il maestro Damian e il preparatore atletico Giorgio.”
Nonostante le tue precedenti risposte, ti chiedo comunque quali siano i tuoi obiettivi futuri nel tennis…
“Come dicevo, non mi pongo mai obiettivi, perché a mio avviso è come porsi un muro, un limite mentale, per poi essere appagato in caso di raggiungimento. Bisognerebbe sempre pensare a diventare il numero uno del mondo, anche se sappiamo tutti che non lo si diventerà mai. L’unico obiettivo a breve termine è allenarmi, lavorare due volte a settimana per poter essere più autonomo e tranquillo economicamente, divertirmi con i miei amici e batterli alla Play.”
Ma questo 2012 come è andato? Come lo giudichi?
Il 2012 non è iniziato bene a causa di un infortunio alla schiena che mi ha tenuto bloccato per diversi mesi e che mi ha fatto compagnia per tutto l’anno. Ho avuto diversi problemi fisici quest’anno anche a caviglia e ginocchio sinistro- Sono però abbastanza soddisfatto, perché poteva certamente andare peggio. Non ho fatto nemmeno 10 tornei in tutto il 2012… Dovrei ripassare 2.4 e ho fatto punti Atp sia in singolo che in doppio. Tutto sommato non è andata così male! Ora sono pronto a riprendere e spero di riuscire a divertirmi per i prossimi mesi…”
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