di Alessandro Nizegorodcew
Gli appassionati che scandagliano i tabelloni di tutti i tornei professionistici, partendo dai piccoli Itf da 10.000$, rimangono ogni tanto colpiti da alcuni nomi che, da un giorno all’altro, mettono in fila 4-5 vittorie consecutive. Quei nomi che escono fuori dal nulla, ma che si intuisce subito valgano più della loro classifica (che a volte non esiste nemmeno). Spesso nomi di questo tipo sono accompagnati da una storia interessante, da raccontare. E’ il caso di Alessia Piran. Tornei giocati da under 18? Solamente otto con unico risultato di rilievo la qualificazione ottenuto al Trofeo Bonfiglio del 2009. Per il resto nulla da rilevare fino a pochi mesi fa, quando la ventenne Alessia ha raggiunto i quarti di finale (partendo sempre dalle “quali”) prima a Melilla e poi a Locri. Dal torneo calabrese, tra l’altro, la Piran non è più scesa in campo in manifestazioni internazionali. Spazio Tennis l’ha incontrata per conoscere la sua storia.
Partiamo dagli inizi. Quando hai iniziato e con quale maestro?
“Ho cominciato a giocare a tennis all’età di 11 anni presso il TC Ecosport di Samarate e successivamente mi sono trasferita al TC Gallarate, dove mi alleno tuttora. Il mio primo allenatore è stato Luca Carabelli, che in seguito mi ha seguito insieme a Federica Bonsignori.”
Qualcuno della tua famiglia ti ha spinto a giocare a tennis?
“Questa è una domanda un po’ particolare per me… Mio fratello giocava a tennis ed era un vero talento, ma purtroppo intorno ai 16-17 anni ha deciso di smettere. Io da piccola giocavo solo con lui o al massimo contro il muro; ricordo che fuori da casa avevamo costruito un piccolo campo. Mi divertivo solo con mio fratello, perché se mi mettevano in un campo vero e proprio con altri bambini io cominciavo a piangere. Potrei quasi dire che in quelle circostanze ho odiato il tennis. Un giorno, però, decisi di provare a giocare con gli altri bambini e con il maestro Carabelli. Da quel momento non più potere fare a meno di questo sport meraviglioso!”
Il tennis è fondamentale per te?
“Per me il tennis è tutto. E’ il punto fermo della mia vita. E’ il sogno che spero un giorno di poter realizzare. Quando a causa di qualche infortunio o altri motivi non riesco a giocare, sento che le mie giornate sono incomplete, come se mancasse qualcosa…”
La passione è nata subito? Il tennis è il tuo lavoro?
“Dopo i primi anni di tennis mi sono resa conto di quanto mi piacesse stare in campo e giocare per ore e ore. Così mi sono ripromessa che, terminata la scuola superiore, avrei fatto di questo sport il mio lavoro.”
Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“Il mio gioco è piuttosto aggressivo. Mi piace spingere la palla, ma anche variare con la smorzata o scendendo a rete. Il mio colpo migliore è certamente il rovescio, anche se negli ultimi anni il diritto è migliorato e di molto. Il colpo da sistemare è il servizio, fondamentale con cui non riesco a mettere abbastanza in difficoltà le mie avversarie.”
Superficie preferita?
“Adoro i campi in veloce ed in particolare il Playit.”
La Federazione ti ha aiutata o seguita in questi anni?
“No, non sono mai stata seguita in maniera particolare.”
Attualmente chi è il tuo allenatore?
“Il mio coach è Fabio Chiappini. Lavoriamo insieme da 4 anni e mi trovo davvero bene. Mi segue anche Francesco Zacchia, che fa da sparring e Sergio Cominelli come preparatore atletico. Siamo un bel team”
Quali sono i tuoi obiettivi a breve termine?
“Per prima cosa spero assolutamente di entrare nella classifica Wta, visto che mi manca solo il terzo risultato utile dopo i due quarti di finale raggiunti quest’anno.”
A proposito di 2012, come giudichi questi primi 9 mesi?
“Credo sia stato un anno positivo. Ho disputato dei buoni tornei e anche quelli che sono andato male credo mi siano serviti per capire tante cose. Ora ho soltanto voglia di giocare!”
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