di Piero Zucca
Spazio Tennis prosegue la serie di interviste ai giornalisti specializzati di tennis, dai più ai meno famosi. Oggi è il turno di Giovanni Di Natale di SuperTennis, l’unica rete in Italia che si occupa totalmente del nostro sport preferito.
Racconta un pò di te. Dove hai studiato? Come ti sei avvicinato al Tennis?
“Ho 30 anni, classe ’81. Non vale prendermi in giro per l’età. Nella mia vita sono sempre stato a Palermo. E mentre ero al liceo (scientifico Cannizzaro) ho iniziato a fare il giornalista presso il Giornale di Sicilia, prima come collaboratore, poi come praticante, poi come “contrattista”… tutta la trafila insomma, che nel 2007 mi ha portato a diventare professionista. Al Giornale ho fatto davvero di tutto. Cronista, redattore, televisione, radio… anche il meteo per un periodo. A tennis ho giocato fin da bambino. Il Ct Palermo era a neanche 200 metri da casa mia e mio padre giocava. Non ero un fenomeno, sia chiaro. Nella mia bacheca giusto qualche coppa di tornei sociali, ma mi vanto di aver fatto parte della squadra under 14 e under 16 del circolo (da riserva), perdendo due volte il titolo regionale per colpa di Aldi e Palpacelli. Al circolo ho passato gran parte della mia gioventù. Fino ai 18 anni ero praticamente tutti i pomeriggi ai circolo.”
Come giornalista hai lavorato anche in altri campi o solo nel tennis?
“Il tennis era l’hobby. Ho fatto di tutto, dal calcio alla cronaca nera (in un paio di circostanze). Prima di essere assunto da SuperTennis seguivo la cronaca politica siciliana.”
Come ti trovi a SuperTennis?
“Benissimo. L’ambiente è sano, c’è grande voglia di crescere e nessuno si tira indietro di fronte al lavoro. In questo senso siamo una redazione abbastanza anomala, visto che non ci sono gelosie nè invidie.”
Qual è stata l’intervista più bella che hai fatto?
“Penso l’intervista a Francesca Schiavone la sera del successo al Roland Garros. Una intervista non preparata e organizzata al volo, in una giornata emotivamente indimenticabile. E la Schiavone è stata davvero interessante, ma questa non era una novità visto che lei non è mai banale. (nella foto a sinistra Giovanni Di Natale con Fulvio Fognini)”
Quali sono secondo te i pregi e i difetti della squadra italiana maschile di Davis?
“Tra i pregi c’è certamente avere un livello abbastanza omogeneo e un gruppo che negli ultimi anni è
riuscito a mettere delle solide basi. Difetti? Non ne riscontro particolari, secondo me è una squadra che può fare bene. Forse dovrebbero credere di più nelle loro qualità.”
Quali sono i pregi e i difetti del tuo lavoro?
“E’ un lavoro meraviglioso. Vario. Ti porta a conoscere persone, a confrontarti con il mondo. Il difetto è non avere orari. La vita sociale è abbastanza penalizzata e a farne le spese sono spesso amici e fidanzate (io ormai ho risolto il problema sposandomi).”
Cosa hai provato la prima volta che sei entrato al Foro italico nei panni di giornalista?
“E’ stato molto bello. Ma per un giornalista penso che sia molto più toccante entrare in una sala stampa di un grande evento. Vedere le scrivanie e i nomi delle testate ai desk è una grande emozione, soprattutto se uno entra da “giovane freelance” sognando di diventare inviato. Del Foro Italico ricordo benissimo il mio primo ingresso, il grande viale, i tanti spettatori agli stand, la sensazione di una grande festa del tennis. Per un appassionato di tennis è davvero una esperienza unica.”
Cosa pensi del Tennis in generale?
“Penso sia il miglior sport del mondo. Ma sono troppo di parte. Al tennis, o meglio ai tennisti, auguro di non diventare mai banali come i calciatori, che sono troppo vincolati nelle interviste e alla fine dicono sempre tutti le stesse cose.”