di Gianluca Dova
Il torneo di Bucarest cambia data e da quest’anno diventa, da ultimo avvenimento stagionale sul rosso, uno dei primi tornei della primavera pre Roland Garros. Le cose per il resto sono più o meno uguali, l’entry list sembra essere anche migliore con la presenza di Simon, Melzer, Baghdatis, Benneteau, Troicki: purtroppo il diavolo ci mette la coda e darà forfait prima Benneteau per un incidente di gioco nella settimana di Montecarlo contro Murray e poi uno sfortunato Melzer per un incidente in allenamento a tabellone già stilato, caviglia gonfia per lui e ritorno a casa senza giocare neanche un 15. Quest’anno c’è anche una presenza ancora più massiva di italiani con Seppi, Fognini, Volandri, Starace in main draw ed una certa presenza sicula in quali con Gianluca Naso ed Alessio Di Mauro.
Il torneo per me inizia con le quali e vede i due siciliani issarsi all’ultimo turno dopo partite abbordabili, due rumeni non straordinari per Gianluca (Dima 18enne troppo acerbo e un veterano da futures in semiritiro) e due partite più impegnative per il 35enne Alessio vinte con la solita tigna e corsa come se fosse ancora un fresco giovane di primo pelo e non un veterano con migliaia di km già percorsi. La domenica del secondo turno delle quali la passiamo oltre che con le partite di tennis anche informandoci dei risultati di calcio ed in particolare dei risultati del Trapani (di cui è tifoso Naso) e del Siracusa ( seguito da Alessio) entrambe in lotta per la serie B, una lotta tutta in famiglia. Il lunedì dell’ultimo turno di quali gli avversari sono però tosti ed impegnativi e ci sarà ben poco da distrarsi con altre cose.
Comincia Giallo contro il tedesco Brands, Naso gioca bene, sempre pesante ed aggressivo e soprattutto serve ace a ripetizione nel primo set ma il tedesco sembra in giornata particolare di dritto fa solo vincenti e serve in maniera efficace sia la prima che la seconda. Sul servizio di Brands si gioca un po’ di più, in una partita che sembra da veloce giocata in gran parte su degli uno-due fatti con servizio e dritto ma il teutonico è sempre bravo a venire fuori dalle situazioni più difficili con freddezza e controllando il gioco. Il primo set è di ottimo livello ed il tiebreak si chiude paradossalmente con più punti di break in risposta che a favore del servizio e con il tedesco avanti di un incollatura malgrado il siciliano avesse fatto più punti complessivi nella partita. Nel secondo set Giallo smarrisce le percentuali di servizio e subisce due break che chiudono la partita, con Brands che gioca in scioltezza: c’è da dire che se giocassero sempre così difficilmente dovrebbero rimanere molto tempo con questa classifica. Io che lo conosco da qualche anno, ho visto un buon Naso magari non tanto in fiducia ancora ma maturato, più sereno, e capace di giocare finalmente un tennis aggressivo ed accompagnato da un servizio a volte realmente micidiale: 20 aces per lui su la terra dopo i sei set del torneo di quali.
E’ il turno di Alessio che gioca un match coraggioso ma frustrante contro il francese Rufin. Il francese è una macchina lancia palle di dritto e di rovescio: colpisce, sbaglia poco, tira forte, corre bene malgrado l’altezza. Un giocatore in crescita di cui sentiremo parlare perché sembra impossibile che possa rimanere nei primi 150 ancora per molto tempo. Di Mauro ci prova sempre ma la partita dura tre games poi la consistenza di Rufin traccia un solco invalicabile tra due giocatori simili come gioco ma di cui uno tira nettamente più forte. Rimane il piacere per me di aver rivisto Alessio dopo molti anni e l’apprezzamento per un uomo ed un giocatore di qualità che è riuscito a tirare fuori da se il massimo come sportivo ed ancora adesso a 35 anni non ha perso la voglia di lottare. Penso che esempi come il suo non andrebbero messi più in risalto nel nostro movimento e mi dispiace sinceramente che sia sempre stato un po’ trascurato perché con più uomini come lui forse non ci lamenteremmo così tanto del nostro tennis maschile. Chiudo il capitolo Di Mauro facendogli gli auguri per il suo matrimonio a Settembre: anche i guerrieri come lui ogni tanto si devono fermare per mettere su famiglia.
Mi trasferisco sul centrale dove gioca Volandri, riesco a vedere la partita dal secondo set e sono sinceramente choccato, Filo è irriconoscibile. Bachinger è un giovane interessante ma ancora incostante, tira forte ma non è certo in giocabile ma il Livornese sembra giocare più che altro una partita contro se stesso. Non ha pazienza, tenta soluzioni strane come attacchi in ciop di dritto o palle corte forzate, un altro giocatore rispetto a quello sempre ammirato a Bucarest nell’ultimo decennio. Poca fiducia e scelte tattiche poco sensate (viene passato quasi costantemente malgrado un numero di attacchi per lui molto inusuale), una delusione un po’ per tutti anche per il pubblico che come al solito fa il tifo per lui qui a Bucarest. Non riuscendo a commentare e a capire, non vado oltre raccolgo le impressioni di chi ha visto le sue ultime partite che mi dice che da Casablanca in poi ha perso in fiducia perdendo partite abbordabili (sempre Bachinger in Marocco e Kukushin a Montecarlo). La speranza è che si riprenda presto chiaramente ma da fuori vendendolo oggi i problemi sembrano venire più da se stesso che dagli avversari.
Da segnalare la vittoria di Potito Starace partita che non sono riuscito a seguire ma in cui mi dicono che il campano ha giocato bene ed il francese non è riuscito a dare il massimo. A fine partita mi incontro con Potito che mi dice “Gianluca, io ci credo ancora…” chiaramente si riferisce al Napoli, passione che ci unisce, ci credo anche io Poto, forza!
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