di Marta Polidori inviata a Vercelli
Giornata dal colorito pessimo, che però si rivelerà magnanima contro ogni pronostico e pioverà solo finito l’ultimo incontro, ma con un tempismo da Guinnes dei primati che pare quasi ci faccia un favore!
Prima semifinale tra Michael Linzer e Claudio Grassi. Claudio è in vena di rissa, ma a parte qualche lamento estemporaneo si comporta bene e sembra in forma.
Linzer è molto concentrato e non molla un punto, prende qualche riga ma a parte questo è stato un ottimo match per lui e vince per 6-3 6-4. Giocatore potente e preciso.
Seconda semifinale in singolo a seguire si svolge tra Carlos Gomez-Herrera, che niente di meno arriva dalle qualificazioni, ed Antal Van Der Duim, testa di serie numero 8 e vincitore contro Erik Crepaldi nei quarti.
Bella partita da seguire ed il primo set domina faticosamente lo spagnolo per 7-5. È un buon giocatore, carico e tatticamente versatile, ma Van Der Duim ha dalla sua una certa esperienza, solidità mentale, un buon servizio e un gran diritto, e vince la partita per 5-7 7-6(5) 6-2.
Probabilmente Carlos era anche un po’ stanco.
La finale di doppio è stata poco equilibrata per quanto mi riguarda.
Nonostante l’alchimia che ci può essere tra Grassi e Crepaldi, la coppia formata Alex Bolt ed Andrew Whittington è decisamente di due doppisti buoni, che si sono preparati il compito a casa, il che fa impressione per la professionalità, l’affiatamento ed il bagaglio di esperienza che dimostrano.
Hanno schemi che sanno far fruttare al meglio; mentre Claudio ed Erik sembrano pensare più come giocatori di singolo, si vede che gli australiani si sono preparati principalmente sul doppio, e quindi l’esito di questa finale sarà di 6-3 7-6(9).
Oggi alle 10.30 la finale di singolo tra il finlandese Antal Van Der Duim e l’austriaco Michael Linzer.
Preparo la cartella per l’ultimo giorno di scuola.
Tra un incontro e l’altro una voce all’altoparlante avvisa: – Il proprietario della Peugeot grigia targata **** è pregato di spostarla dalla strada perché c’è la rimozione forzata… sennò… Eh! – e noi ridiamo. La prima, la seconda Peugeot è l’auto dell’autista dell’inviata, cioè mio padre.
Ovunque i Polidori vadano, in bene o in male, si fanno riconoscere!
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