di Roberto Commentucci
Il web è davvero una grande opportunità. Con una ricerca nemmeno troppo faticosa, mi è stato possibile rintracciare il gruppo facebook ufficiale del G1 di Barranquilla, torneo junior con in campo il nostro Gianluigi Quinzi, e da lì ho appreso che il match di finale fra il mancino di Porto San Giorgio e il suo amico Mateo Martinez, argentino classe ‘94, n. 46 ITF ma con un paio di punti Atp nel carniere, tesserato per il medesimo circolo, sarebbe stato visibile in streaming su una tv locale. Uno streaming di qualità eccellente, che mi ha compensato ampiamente della farraginosa procedura di registrazione. Ma andiamo alla cronaca.
Quinzi ha sfoderato una prestazione davvero coi fiocchi, ha dato a tratti spettacolo, riducendo l’avversario (uno che magari non diventerà un campione, ma comunque di due anni più grande e couna discreta esperienza di tornei professionistici) al rango di comparsa e costringendolo a macinare decine di chilometri, sempre nei pressi dei teloni.
GQ e Martinez, che ieri si erano aggiudicati il torneo di doppio, sono compagni di allenamento a Porto San Giorgio e si conoscono molto bene. L’inizio come spesso capita in questi casi, li vede entrambi contratti, con Quinzi che cerca maggiormente di fare gioco ma che va in difficoltà con il rovescio, sempre molto piatto, contro la palla alta e arrotata dell’avversario.
I due anni di differenza fra i due ragazzi si vedono tutti. Martinez non è un fenomeno, però è già perfettamente formato come atleta: terraiolo DOC, si muove benissimo ed è molto abile in difesa, mentre Quinzi, in forcing costante, alterna grandi vincenti a errori banali, anche per un fisico che fatalmente è ancora in fase di assestamento. Al servizio indietro 45, comunque, il ragazzo di Cittadella salva con coraggio due set point e trova fiducia, alzando a dismisura il suo livello di gioco e aggiudicandosi la prima frazione al dodicesimo game con alcuni magnifici vincenti di diritto, colpo diventato davvero potente e affidabile.
Nel secondo set l’azzurro ottiene un break al terzo game che sembra poterlo lanciare verso una agevole vittoria, ma al servizio sul 21 GQ si incarta di brutto in una serie di errori non forzati e si ritrova in un baleno sotto 32. Da lì in poi il punteggio segue i servizi. Quinzi continua a comandare il gioco, ma sul 5 pari manca in modo un pò sfortunato (un diritto a chiudere fuori di poco e un cattivo rimbalzo) due palle break che lo avrebbero portato a servire per il match.
E così, nel game successivo è Martinez, un tenacissimo regolarista, che riesce ad uscire dal fortino assediato e ad aggiudicarsi la frazione. Dopo quasi due ore di lotta si va al terzo, mentre scende la sera.
L’incontro diventa durissimo, anche perché con l’umidità serale il campo diventa più lento, favorendo la strenua difesa dell’argentino. Ma Quinzi dimostra di avere dentro davvero qualcosa di speciale. Dimentica in un amen le occasioni mancate, e riparte a testa bassa, producendo vincenti in quantità industriale. Va avanti 2 a 0, si fa rimontare, va sotto 32, rischia qualcosa nel sesto game ma poi ingrana la quarta, finendo per schiantare a suon di accelerazioni da ambo i lati l’avversario, ormai stremato da due ore e mezzo di rincorse, fino al 63 finale.
L’azzurro lunedì sarà n. 11 delle classifiche ITF, a nemmeno 16 anni.
Si è molto discusso sulla scelta di Gianluigi di non competere in Australia. In realtà, GQ veniva da parecchi mesi di allenamento, e mancava del ritmo di gara per affrontare uno Slam junior. Inoltre, solo da pochi giorni si è ricomposto il team con Eduardo Medica, con cui si era interrotta la collaborazione la primavera scorsa. L’azzurro, insomma, ha preferito riprendere gradualmente confidenza con la gara, e nessuno nel suo team probabilmente si aspettava da subito questo exploit. Evidentemente Medica sembra essere la persona ideale per seguire il ragazzo e gestirlo in partita.
Rispetto al giocatore visto all’opera la scorsa primavera, Quinzi ha mostrato notevoli progressi. Intanto si è irrobustito, e la palla è diventata parecchio più pesante. Il diritto, antico punto debole, è un colpo ormai eccellente, ottimo su tutte le traiettorie e su tutte le angolazioni. GQ ci fa un mare di vincenti. Il rovescio, molto personale, è il marchio di fabbrica dell’azzurro: giocato bimane, con una inconsueta presa “continental” della mano sinistra che ricorda quella di Jimmy Connors, è un colpo perfettamente piatto, bellissimo da vedere, eccellente in fase di spinta, (certi angoli incrociati stretti ricordano Marcelino Rios) ma che diventa fatalmente troppo rischioso in manovra, specie sulla terra rossa contro topspin pesanti. L’azzurro ha però sul lato destro un timing e un anticipo eccezionali, e sul rovescio è difficilissimo fargli perdere campo: spesso sbaglia, ma se non sbaglia ti schiaccia fatalmente indietro. Tuttavia, su questo colpo si deve lavorare, per migliorarne l’affidabilità in fase di manovra.
Anche al servizio si sono visti buoni progressi, sebbe se la strada da fare sia ancora tanta. Per ora si tratta di un colpo solido, difficile da attaccare, con una buona seconda, ma che raramente porta punti diretti. Non va dimenticato tuttavia, che l’azzurro è un destro naturale adattato mancino, e quindi è inevitabile che ci voglia ancora tempo per costruire un servizio davvero incisivo.
Nel frattempo, appare del tutto condivisibile la scelta di far compete Quinzi soprattutto sulla terra, in questa fase del suo sviluppo. L’azzurro ha una attitudine innata a tenere i piedi vicini alla riga e a comandare il gioco, il veloce sarà sempre la sua superficie. Occorre ora insegnargli a rendere il suo tennis meno monocorde e più vario, e per questo la terra rossa è la scelta migliore.
Insomma, la strada è ancora lunga, ma il ragazzo conferma di avere le carte in regola per diventare un giocatore davvero importante.
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