(Fabio Fognini – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
“Manca la testa!” Quante volte lo abbiamo sentito dire nei confronti di Fabio Fognini, uno dei più grandi talenti visti in Italia negli ultimi 30 anni. L’aspetto mentale è sicuramente rilevante, ma cerchiamo di dare una spiegazione più ampia ed esaustiva ai problemi e ai margini di miglioramento del 24enne numero 39 delle ultime classifiche Atp.
Per un’analisi completa andiamo a vedere come è andata la stagione di Fabio sin da gennaio. In Australia i sorteggi non sono amici e sappiamo quanto sia importante partire con qualche vittoria, magari contro giocatori non irresistibili, per incrementare la propria fiducia. Davydenko e soprattutto un ottimo Nalbandian sbarrano la strada di Fabio a Doha e Auckland. Con il russo non c’è mai storia mentre con l’argentino Fabio lotta, finendo però per perdere 76(3) 64. Si va a Melbourne e il match con Nishikori grida vendetta: Fabio ha più tennis, comanda gli scambi, spreca molte palle break e si addormenta nei momenti salienti dei primi set. Dopo aver perso i primi due set vince in rimonta il terzo al tie-break e spreca tante occasioni per staccare il giapponese nel quarto, che finisce per chiudere 64. Nishikori a fine match sembra esausto e il rammarico per Fabio è enorme perché al quinto se lo sarebbe mangiato.
Si va in Sudamerica e Fognini inizia alla grande con la semifinale di Santiago. Spettacolare in particolare la vittoria su Bellucci al tie-break del terzo (e ancora in rimonta!). Perde in tre con Robredo così come al primo turno in Brasile la settimana successiva. I due litigano anche. A Buenos Aires batte Gil ma perde in 3 con Montanes (si rifarà in seguito!!). La trasferta sudamericana si chiude con la sconfitta al secondo turno di Acapulco con Wawrinka, in un match alla portata di Fabio. Una semi, due secondi turni e un primo turno. I punti sono arrivati, ma ci si poteva attendere qualcosa di più.
A Indian Wells lotta ancora con Davydenko ma perde in tre, mentre a Miami viene sconfitto da Stepanek. Due avversari certamente ostici sul cemento.
Si torna sulla terra e Fabio decide di prepararsi, avendo giocato poco a causa delle tante sconfitte al primo turno, con il challenger di Barletta. Da una parte la sconfitta al primo turno con Haider-Maurer lascia sconcertati (anche se l’austriaco giocherà una grande stagione) ma dall’altra si vedono buoni segnali dal punto di vista della voglia, tantissima anche in un primo turno challenger.
A Casablanca gioca male, rimonta un match incredibile con Kavcic, ma finisce per perdere ancora con Montanes lottando solo nel primo set. Risultato: quarti di finale. A Montecarlo ancora qualche rimpianto: batte Anderson in tre set e perde un match non imposibile con Troicki sempre in tre parziali. L’anca duole e fisicamente Fabio non è per nulla in forma. Gioca Barcellona ma si ritira contro Vagnozzi al primo turno; va a Madrid, gioca un grande primo set in qualificazione contro Del Bonis, ma si scioglie letteralmente nel terzo, contro un avversario che più in crisi non si può.
A Roma gioca con Wawrinka e dopo un grande primo set si spegne. Il pubblico, sentendo i commenti sugli spalti, è incredulo perché vede il ragazzo “svogliato”. “Ma come?! Hai pure vinto il primo set e smetti di giocare?” – esclamano alcuni.
Si va a Nizza e Fabio perde in tre al primo turno con Gulbis.
Fognini arriva a Parigi senza grandissime aspettative, almeno secondo gli addetti ai lavori. Il sorteggio questa volta da una mano: Istomin e poi Robert, che aveva sconfitto a sorpresa Berdych. “Fogna” perde 11 giochi in due match 3 su 5 e prende fiducia. Con Garcia-Lopez parte male ma si sveglia in tempo e liquida facilmente l’iberico. Ottavi di finale. Miglior risultato della carriera in uno slam. Di fronte Albert Montanes. Il match è epico e, come tutti saprete, finisce con un Fabio stirato che vince da fermo con un lungolinea di rovescio che sancisce l’11-9 finale del quinto set. Due giorni dopo non riesce a scendere in campo contro Djokovic, lasciando il via libera al serbo per le semifinali. Ma l’Italia del tennis riscopre Fognini, che fino a quel momento aveva vinto 3 partite di seguito solo a Santiago del Cile.
Purtroppo l’infortunio è serio e Fabio salta tutta la stagione sull’erba. Un vero peccato perché l’anno precedente aveva dimostrato di trovarsi benissimo sui prati inglese, superando Verdasco e Russell. La sua reattività, potenza e allo stesso tempo velocità di esecuzione lo rendono molto temibile sull’erba.
Torna in campo per la Davis e regola Zemlja. Si è tornati sulla terra e il primo torneo Atp è a Stoccarda. Al secondo turno sembra controllare il giovane tedesco Stebe, ma si addormenta per alcuni minuti e smarrisce il primo set; poi scappa nel secondo parziale nettamente, ma si addormenta ancora di più, subendo 3 break consecutivi e uscendo sconfitto dal campo. Una sconfitta molto amara.
Un buon torneo ad Umago, dove raggiunge la semifinale (battuti Machado, Rochus e Starace e sconfitta netta con Cilic), è seguito dal match perso contro Giraldo a Kitzbuehl.
Si torna negli States per i Masters 1000 estivi. In Canada buon match, anche se perso, con Tsonga, che si impone 64 76. A Cincinnati invece arriva finalmente una vittoria convincente sul cemento contro Troicki. Fabio gioca benissimo e vince 64 61. Al secondo turno in molti si aspettano un grande match contro Blake, ma Fabio non entra realmente mai in partita.
US Open? Bella vittoria in lotta contro Zeballos e poi sconfitta con Berdych dagli strani connotati. 75 60 60: un primo set lottatissimo in cui Fabio avrebbe forse meritato qualcosa di più e poi la disdetta totale. Una figuraccia, senza alcun dubbio.
Si va in Cile per la Davis e Fabio gioca bene con Gonzalez (che si fa male) e ottimamente in doppio. Si torna in Serie A.
E arriviamo alle ultime prestazioni “asiatiche”. Con Udomchoke non si dovrebbe perdere ma Fabio viene sconfitto 62 al terzo. A Pechino batte Zemlja e compie una bella rimonta a metà con Cilic, vincendo il secondo set al tie-break ma perdendo 63 al terzo.
L’ultimo match ufficiale si gioca a Shangai e Fabio raccoglie due giochi contro un indemoniato Florian Mayer.
Abbiamo riassunto la stagione per dire cosa?
Sulla terra Fabio deve assolutamente fare di più, nonostante abbia raggiunto i quarti a Parigi e due semifinali (Santiago e Umago). Mancano gli acuti nei Masters 1000, nei quali in futuro dovrà riuscire ad arrivare (almeno) nei quarti in tornei come Roma, Montecarlo e Madrid. E magari arrivare in finale in un paio di Atp 250. Le capacità le ha e le distrazioni al servizio pesano certamente meno che su altre superfici.
Sul cemento deve venire il vero e proprio salto di qualità. Fabio ha lasciato intravedere capacità tecnico-tattico-fisiche impressionanti e vincere solamente 3 match su 15, nonostante molti avversari di grande livello, deve far riflettere. L’impressione è che i problemi siano sicuramente un po’ mentali ma anche legati al servizio. Fabio serve molto meglio rispetto ad un anno e mezzo fa ma non riesce a tenere sempre alta la percentuale di prime. Subire un break sul cemento, contro i top-players, può risultare decisivo.
Manca inoltre l’exploit. A Parigi è arrivato ma non contro top-players. Fabio ha le capacità per mettere a segno sorprese su sorprese e nei match con Wawrinka (Acapulco e Roma), Nishikori (Aus Open), Robredo (Costa do Sauipe e Santiago), Davydenko (Indian Wells), Troicki (Montecarlo), Cilic (Umago e Pechino), ci dovremmo aspettare almeno una o due vittorie di prestigio. L’unica è arrivata con Troicki. Nonostante questo Fabio Fognini è intorno al numero 35 Atp da parecchi mesi. Pensiamo a cosa potrebbe diventare questo ragazzo con qualche certezza in più, sia mentale che tecnica. Il salto di qualità può arrivare da un momento all’altro, come hanno dimostrato tanti giocatori anche in passato. I top-20 devono essere un obiettivo dichiarato! Un talento, tecnico e fisico, di questa caratura, deve riuscire a farci sognare. Non soltanto in 4-5 tornei all’anno, ma almeno in 10-12
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