di Ianhungar
SCANDALO SCOMMESSE: IL SILENZIO DEI COLPEVOLI (IN BARBA AGLI INNOCENTI)
L’ultima boutade in tema di scandalo scommesse nel mondo del tennis è di qualche giorno fa: il tennista 26enne serbo David Savic è stato squalificato a vita per aver violato 3 articoli dell’Uniform Tennis Anti-Corruption Program, programma anti-corruzione ideato qualche anno fa dalla Tennis Integrity Unit in seguito ai numerosi casi ‘sospetti’ su presunte combine. Anche stavolta il vero scandalo E’ l’ATP, e non nell’ATP. E’ stato squalificato un tennista attualmente al numero 659 del ranking, con best ranking 363, uno che non ha mai giocato un incontro di singolare a livello ATP in carriera. Sono infiniti gli interrogativi che genera questa decisione, che segue di 5 mesi quella della squalifica a vita di Daniel Koellerer, squalificato per identici motivi successivi a una presunta recidività, in quanto il tennista austriaco era già stato sospeso 3 mesi, l’anno scorso, per aver pubblicizzato sulla pagina web personale alcuni siti di scommesse. Un po’ come se un arbitro di calcio fosse radiato se sul suo sito comparissero pubblicità di compagnie telefoniche. Questa versione vittimistica e di organo che ‘lotta contro il crimine’ dell’ATP non abbindola nessuno.
Chi ha una certa padronanza dell’argomento sa bene come l’ATP vieti a qualsiasi tennista di affrontare l’argomento, e a qualsiasi suo affiliato di dare spiegazioni o informazione a stampa e opinione pubblica. Non c’è bisogno di ripescare vecchi – ma recenti – casi, dalla surreale squalifica ai 5 tennisti italiani (Di Mauro, Starace, Bracciali, Galimberti e Luzzi) a tutti gli incontri sospetti degli ultimi anni. L’unico interesse dell’ATP è non vederne lesa l’immagine, e in questi casi il contrattacco è la miglior arma difensiva. Si è quindi deciso di sospendere a giugno Koellerer, ed è sembrata la mossa dei due piccioni con una fava, perché oltre a dare ‘Il Segnale’ si è punito un tennista che nel corso degli anni aveva accumulato risse e denunce da/con tennisti, arbitri, spettatori, ai quali erano seguite lettere degli stessi tennisti che ne chiedevano l’allontanamento dall’ATP che però, in mancanza di regole a riguardo, ha potuto solo sospendere o multare il tennista prima della decisione di giugno.
E’ arrivata poi questa squalifica a Savic, che dovrà anche pagare una multa di 100mila dollari, cifra sensibilmente superiore a quanto incassato finora in carriera. Savic ovviamente ha annunciato ricorso e difende la sua totale innocenza. Più che sulla squalifica, pende un dubbio astrale su questa decisione. Un giocatore del livello di Savic all’apparenza avrebbe meno possibilità di un uomo qualsiasi di truccare un incontro. Perché non solo non ha mai frequentato gli stessi luoghi e ambienti dei match ATP, ma perché negli stessi momenti in cui gli stessi tornei ATP si disputano era impegnato da tutt’altra parte. Ora, non si vuole assolutamente discolpare qualcuno senza conoscerne appieno i fatti, ma quanto è credibile una simile squalifica, non corroborata da un minimo di spiegazione dei fatti da parte dell’ATP? Nello scandalo scommesse estivo del calcio sono state rese note intercettazioni, dialoghi, filmati. L’ATP non può permetterselo. Non può permettersi un pubblico che pensa e giudica, fantasticando che se possono essere combinati match di primi turni dei tornei di fine stagione, possano esserlo anche quelli dei loro ben più famosi idoli. L’ATP ha fatto una gran minestra, ogni tanto la riscalda e ne offre una scodella. Non ve la bevete.