di Mauro Simoncini
Non è un luogo comune: sono davvero tutti passati da qui. Con fortune alterne certo, ma bene o male tutti hanno calcato i campi del Tennis Club Milano “Alberto Bonacossa” per il Trofeo Bonfiglio. D’altronde non è un caso visto che il torneo meneghino è di fatto tra i sette “Slam” del circuito Juniores, grado A insieme a Melbourne, Parigi, Wimbledon, Us Open, Orange Bowl e Osaka Cup. Proprio l’altro ieri Jonathan Eysseric (classe 1990 campione Bonfiglio 2006 a soli 16 anni) ha portato al quinto Andy Murray al primo turno del Roland Garros!
Anche quest’anno, nonostante le avversità meteorologiche, il torneo ha dato spunti interessanti. Innanzitutto c’era la stella (annunciato come tale almeno) Bernard Tomic, serbo nato in Germania che l’Australia non si è lasciata scappare, priva come di talenti tennistici dopo i bei tempi di Rafter, Philippoussis e Hewitt. Sinceramente? Non mi è piaciuto. E’ un ragazzo del 1992, ancora immaturo; ma ha un atteggiamento già da superstar. Il suo primo turno contro Mathieu Vierin l’ho seguito da bordo campo in un circolo vicino Milano (si giocava al coperto): svogliato, tirava il servizio senza spinta di gambe, guardava il padre e rideva, appena preso a zero un break ha tirato fuori una palla dalla tasca, l’ha messa per terra e con la racchetta -modi mazza da golf- ha provato a fare “buca” colpendo un’altra nell’angolino in fondo al campo. Giusto per capirci: tecnicamente ha talento da vendere, ma vincerà molto (spero per lui) sul veloce: diritto e servizio colpi piatti e penetranti, rovescio bimane anche questo con pochissima rotazione. Alto, slanciato; ma pochi margini di sicurezza nel suo tennis, eccezion fatta per il back di rovescio che gioca con disinvoltura staccando la presa.
Proprio quel giorno sul campo a fianco mi giravo spesso interessato a vedere un magrolino belga che lottava contro un nipponico. Organizzandoci per il rientro al circolo, la transportation mi ha “scaricato” sulla macchina di questo belga, accompagnato dal fratello; mentre indicavo la strada chiacchieravo con loro domandando di Tomic (che intanto aveva vinto al terzo): “E’ sempre così” mi han detto; “Ci hai mai giocato?” ho chiesto io, come a dire – deve essere fastidioso uno così da incontrare… Gli avessi fatto augurio più fortunato!
Semifinale David Goffin (che era oramai il mio pupillo) -Tomic: 62 60. Avevo nel frattempo seguito tutti i match del belga, che mi ricordava ogni giorno di più Olivier Rochus: qualche centimetro in più, stesso peso (ahimè, troppo leggero), rovescio a due mani ma stesso talento naturale. Tocco di palla, timing incredibile anche in contro balzo, facilità di gioco. Addirittura ho visto qualche smorzata in risposta (alla Santoro per intendersi). Proprio un bel giocatore, peccato solo che sia “già” del 1990; speriamo metta su in fretta qualche chiletto, si toglierebbe grandi soddisfazioni.
C’è poco da aggiungere su Guido Pella, il vincitore. Non gioca più a livello junior, è già stato (a fine aprile) n°576 Atp: in due parole, come si dice “è gia giocatore”. Lo si è visto sia nei quarti quando ha dato una bella bicicletta (60 60) al n°2 del tabellone Ramirez e poi in semifinale quando ha annullato match point prima di vincere al terzo. E anche in finale, sotto la pioggia battente che non ha mollato il Centrale del Bonacossa neanche un secondo, si è dimostrato più solido, quadrato dell’avversario. Un tipo tosto, come i suoi connazionali più famosi (Gaudio, Coria, Monaco, Canas, Chela, Acasuso etc.etc.). Pazzesco come abbia dovuto fare le qualificazioni solo perché non ha una classifica Junior; solo se fosse stato nei top 550, a termini di regolamento, sarebbe stata applicata una tabella di conversione Itf che gli avrebbe permesso il main draw. Che regole…
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