di Sergio Pastena
Trionfa la Wozniacki, e questa non è una sorpresa. La vera sorpresa è l’ecatombe di favorite che ci ha riservato il torneo femminile di Indian Wells quest’anno: ad eccezione della danese nei quarti non c’era una delle prime otto teste di serie.
LE PROMOSSE
Caroline Wozniacki: lei non ha colpe se tutte le avversarie più quotate, per un motivo o per un altro, si sono sciolte prima delle partite che contano. Anzi, il tabellone fino alle semifinali non le ha fatto sconti. Coriacea contro la Kleybanova, devastante contro la Sharapova, cinica contro la Bartoli. A quando uno Slam? Costante
Marion Bartoli: un Q.I. di 175 può essere molto utile per analizzare al meglio le cause delle proprie sconfitte, ma Lady Marion forse si era un po’ stancata di quella routine. Arriva in finale (grazie anche al ritiro della Clijsters), spaventa la Wozniacki e torna tra le prime dieci. Encomiabile
Dinara Safina: c’è vita su Marte. Non sappiamo se sia già la cura Sanguinetti che fa effetto, ma la russa passa tre turni portando a casa scalpi non da poco come quelli della Hantuchova e della Stosur. Contro la Sharapova non vede palla, vero, ma se pensiamo ai risultati degli ultimi mesi… Resuscitata
Sara Errani: vero che ha passato solo un turno, peraltro per il ritiro dell’avversaria alla fine del primo set, ma il modo in cui ha tenuto testa alla Clijsters portandola al terzo set dimostra che Sara c’è sempre, e lotta fino alla fine. Tignosa
Shuai Peng: la cinese che non ti aspetti. Batte la connazionale Li al primo turno, si issa fino ai quarti superando anche la Petrova e fa sudare sette camicie alla Sharapova. Conferma di un movimento che sembra sempre più maturo. Scalatrice
LE RIMANDATE
Kim Clijsters: a provarci, lei ci prova, ma se sei costretta a ritirarti per un infortunio quando sei in vantaggio proprio non ne hai colpa. Sfortunata
Jelena Jankovic: negli ultimi tempi sembra avere ritrovato un po’ il suo gioco, ma evidentemente la risalita non è iniziata per tempo. Così ad Indian Wells non difende il titolo, cadendo al primo ostacolo serio che risponde al nome di Ana Ivanovic. Tardiva
Pennetta & Schiavone: la prima cede a una Kleybanova in grandissima forma, la seconda costringe la Peer a una lotta lunghissima. Nessuna delle due riesce ad arrivare ai quarti, ma una bocciatura sarebbe impensabile: ci hanno abituato bene, ma ogni tanto la stecca ci sta. E Francesca torna al numero 4 in classifica. Inattaccabili
LE BOCCIATE
Vera Zvonareva: già era apparsa fuori fase contro la Bacsinszky, si fa superare al termine di un match molto lungo da un’avversaria come la Cibulkova, che dal punto di vista fisico le rende una decina di centimetri. Svagata
Svetlana Kuznetsova: cede subito in due tie-break alla wild card McHale buttando via un’occasione ghiotta di guadagnare punti dopo l’eliminazione al primo turno del 2010. L’atleta capace di vincere due Slam e arrivare al numero due mondiale è un lontano ricordo. Dispersa
Le americane: undici partecipanti, una sola arriva al terzo turno (la già citata McHale, bravissima). Vale lo stesso discorso del maschile: il tennis in gonnella made in Usa non sembra trovare ricambi validi alle sorellone, che dal canto loro non sembrano avere chissà quanto tempo davanti. Le giovani si sciolgono appena il gioco si fa duro. Che ti succede, America? Latitanti
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