Nonostante i ventiquattro anni di età, dall’alto delle sue quattro partecipazioni Salvatore Caruso può essere quasi considerato come uno dei “veterani” che tra meno di due settimane prenderanno parte alle Prequalificazioni agli Internazionali BNL d’Italia 2017: il tennista di Avola (Siracusa), reduce da due mesi piuttosto positivi in termini di risultati, ai microfoni di Spaziotennis.com ha posto l’accento sulla grande esperienza dello scorso anno (“il risultato più bello della mia carriera”), sul suo rapporto globale con l’incantevole scenario del Foro Italico e, soprattutto, su quelli che saranno i suoi obiettivi per questa edizione. E dopo gli Internazionali…? Salvo, con la solita umiltà che lo contraddistingue, sembra avere le idee molto chiare anche da questo punto di vista: da lunedì sarà a ridosso top-200 mondiale e, probabilmente, migliorerà il suo attuale best ranking di 206, numeri che fanno ben sperare per i prossimi mesi.
Qualcuno, dopo le due affermazioni nei Futures di Santa Margherita di Pula, lo ha giustamente soprannominato il “re di Sardegna”; lui, come sempre, tieni i piedi per terra: “Beh, il ‘re di Sardegna’ mi sembra un po’ esagerato: diciamo che ho vinto solo due dei tanti tornei che organizzano da quelle parti. Il livello era in generale abbastanza alto, la cosa per cui sono più contento è il livello di gioco che ho raggiunto, soprattutto quello mostrato nelle ultime due settimane.”
Qual è stato l’ingrediente fondamentale di questi ultimi successi?
“Direi la voglia di far bene: ho espresso un buon tennis e vincere due tornei non è mai semplice, non mi era mai capitato in precedenza. In ogni caso guardo già ai prossimi tornei, sicuramente con maggiore consapevolezza nei propri mezzi e con tante partite vinte alle spalle, ma non voglio fermarmi qui.”
Andiamo più in alto allora, passiamo al discorso Internazionali BNL 2017: qual è il percorso che lo ha portato ancora una volta fino alle Prequalificazioni?
“Per conquistare le Prequali del Foro quest’anno ho giocato e vinto il torneo Open organizzato dal Circolo Tennis Montekatira, a Catania, in cui ero testa di serie numero 1: questo risultato mi permetterà di giocare ancora una volta il torneino al Foro, in cui negli anni mi sono trovato sempre bene; sarà bellissimo tornare al Foro, è una struttura stupenda.”
Come dicevamo, si tratterà della sua quarta partecipazione. Lo scorso anno, al terzo tentativo, è entrato nel main draw: sicuramente il suo miglior risultato a Roma. Ecco, cosa si prova a vivere una situazione del genere?
“Esattamente, sono alla mia quarta volta agli Internazionali. L’anno scorso indubbiamente il risultato più bello della mia carriera: giocare in tabellone in un Masters 1000, proprio a Roma, sicuramente è stata per me un’esperienza incredibile, con tanta gente che mi voleva bene lì, tutta la mia famiglia. Le emozioni sono state tante, forse troppe, perché comunque non mi hanno permesso di esprimermi al meglio in campo. Un’esperienza che porterò per sempre nel mio cuore.”
Nel 2014 il servizio di Sam Querrey, nel 2015 quel diavolo di Borna Coric. Due partite molto diverse. Parlare della prima sarebbe troppo facile, dunque approfondiamo la seconda: cosa gli sarà passato per la testa negli istanti decisivi di quell’incontro?
“Con Querrey era la mia prima volta al Foro: puoi immaginare le emozioni in un torneo così importante, anche in quel caso non sono riuscito ad esprimermi al meglio. Contro Coric devo dire che l’intensità dell’incontro fu invece veramente alta: sono arrivato ad avere due match point con lui che comunque era, ed è ancora, un giocatore in ascesa. Purtroppo alla fine l’ha vinta lui, dopo che ero stato avanti anche nel tie-break del terzo set: quella partita mi ha dato comunque tanta consapevolezza, senza dubbio non nell’immediato, perché subito dopo ricordi solamente la sconfitta. In quei momenti pensi a tante cose, sarebbe stata la mia prima vittoria con un top-100. Tante cose che, purtroppo, magari pensi nel momento sbagliato, che forse andrebbero pensate dopo, quando hai già vinto. Comunque tutte partite che ti danno forza ed esperienza: qualche mese dopo, ad esempio, mi sono espresso bene a San Benedetto, ho vinto con Gimeno-Traver che era 60 del mondo. La sconfitta, ripeto, fece malissimo in quel momento, ma ha avuto successivamente i suoi risvolti positivi.”
E Nick Kyrgios? Secondo tanti un punto d’arrivo, a mio avviso è proprio quello il punto di partenza verso traguardi sempre più importanti. Chiederlo a un diretto protagonista ha un sapore del tutto diverso: cosa si prova a trovarsi di fronte a un probabile futuro colosso del tennis mondiale?
“Il match con Kyrgios è stato un po’ particolare, in quanto il mio primo match nel tabellone principale di un torneo ATP. Io ho il rimorso di non essermi espresso al meglio, però lui è un ottimo giocatore, un futuro top-10 sicuramente. Quando vai subito sotto non è facile poi tenergli testa, inoltre veniva da un buon risultato a Madrid, dove aveva battuto Wawrinka ed era stato eliminato ai quarti di finale da Nishikori. Io facevo tanta fatica per tanti motivi, è questo l’unico rimorso di quella fantastica esperienza.”
Da giocatore, qual è l’aria che si respira all’interno del complesso del Foro durante i match di Prequalificazione?
“Nei match di prequali c’è un po’ di gente, non esageratamente, ma capisci più o meno come funzionerà durante la settimana clou, ti rendi già conto di tante cose. Non del tutto ovviamente, perché in seguito arriva la stampa, arrivano le telecamere, un sacco di gente; fai fatica a camminare quando non sei nell’area riservata ai giocatori.”
La domanda è d’obbligo: quali saranno le sue aspettative per questo torneo di Prequali?
“Chiaramente l’obiettivo numero 1 è quello di provare a prendere una wild card, o per il tabellone di qualificazione o, perché no, come lo scorso anno, direttamente per il main draw: sarebbe stupendo.”
E le varie tappe di avvicinamento agli Internazionali nelle prossime settimane?
“Dopo i $25.000 giocati a Santa Margherita di Pula, ho giocato il Challenger a Francavilla, dove purtroppo mi sono arreso a Cecchinato. Probabilmente andrò a giocare le qualificazioni di un torneo ATP, quasi sicuramente quelle dell’Estoril, poi andrò direttamente a Roma per le Prequalificazioni.”
In un momento in cui i grandi faticano ad imporsi, in cui i recenti dominatori del circuito sembrano essere in una fase di standby, sorprese e colpi di scena sono all’ordine del giorno: chi è favorito di Salvo Caruso per questa edizione degli IBI?
“In ordine, Nadal, Djokovic e Murray sono i miei principali favoriti: difficilmente altri riusciranno ad arrivare molto in fondo, anche se per il pubblico sarebbe una bella novità, un po’ com’è avvenuto a Montecarlo, dunque qualcosa di positivo per tutto il movimento.”
Forse è ancora prematuro: dopo gli Internazionali, Parigi nel mirino? Quanto sarebbe importante per te raggiungere questo traguardo?
“Dopo gli Internazionali sicuramente giocherò Parigi: la lista uscirà questo lunedì, con i 27 punti della vittoria sarò a ridosso dei 200, quindi andrò. Sicuramente il Roland Garros è un bell’obiettivo, di traguardi voglio parlare solo a fine carriera. Uno Slam che non avevo mai giocato, quindi mi auguro sia una grande esperienza anche questa.”