Fra le tante ragazze pronte a darsi battaglia sui campi del Foro Italico c’è anche Giulia Gabba, classe 1987 di Casale Monferrato. Il pass per le prequalificazioni agli Internazionali BNL d’Italia l’ha ottenuto sui campi del circolo La Meridiana, a Formigine, in provincia di Modena. Ex numero 187 del ranking WTA (2007), infortuni e vicende personali l’hanno portata ad abbandonare la strada del professionismo. Ora insegna tennis a Parma e quando ha tempo gioca ancora. Queste le sue parole ai microfoni di spaziotennis.com
Cominciamo da Formigine, dove hai giocato un ottimo torneo. Che esperienza è stata?
“E’ sempre bello tornare al Tennis Club La Meridiana. Gioco questo torneo da un po’ di anni e l’ambiente è bellissimo. Conoscevo già sia il direttore del torneo che il giudice arbitro, persone estremamente gentili e accoglienti. Per quanto riguarda il gioco sono partita forte il primo giorno (6-1 6-2 a Chiara Arcangeli), poi ho iniziato a sentire un po’ di tensione anche solo per l’idea di poter riuscire a qualificarmi (6-0 al terzo la vittoria con Camilla Abbate, prima di un ben più netto 6-4 6-1 ad Enola Chiesa), ma nonostante tutto posso dire che è andata molto bene. Sono felicissima”.
Manca ormai meno di una settimana all’inizio delle prequalificazioni. L’aria del Foro Italico, soprattutto per i tennisti azzurri, ha sempre qualcosa di speciale. Hai un ricordo che ti lega ad una edizione degli Internazionali d’Italia in modo particolare?
“Sono molto carica, forse un po’ poco allenata, ma carica. Dopo anni in cui ho avuto la possibilità di giocare le qualificazioni è la prima volta che riesco a staccare il pass per le pre-quali. Roma ha qualcosa di magico, quindi non vedo l’ora di iniziare. Ricordi si, ne ho molti, ma è per uno in particolare che mi sto ancora mangiando le mani. Dopo aver perso il mio incontro di primo turno di qualificazioni decisi comunque di andare a firmare come lucky loser. Entrai nell’ufficio dell’arbitro e vuoi per la confusione incredibile che c’era, vuoi per il fatto che avevo perso in primo turno e avevo quindi tredici o quattordici giocatrici davanti a me, decisi di lasciar stare. Ecco, il giorno stesso ho saputo che se avessi firmato sarei entrata in tabellone principale al posto di una delle teste di serie. Ricordo indelebile”.
Prima di iniziare a giocare venivi al Foro Italico da bambina?
“No, incredibile ma vero. La mia prima volta qui a Roma è stata da giocatrice. Ero comunque molto piccola, avrò avuto 16 o 17 anni. Ebbi una wild card per le qualificazioni, l’unico anno in cui sono riuscita a passare il primo turno”.
La tua è senza dubbio una storia particolare, piena di momenti delicati sia in campo che nella vita privata, eppure non hai mai perso l’entusiasmo.
“Mai, così come non ho mai pensato di smettere. Giocare a tennis è troppo divertente per me, quindi finché il fisico regge vado avanti. Dopo essermi laureata in scienze motorie ho iniziato ad allenare ed oggi il ruolo di insegnante si prende la maggior parte del mio tempo. Quando posso gioco ancora anche se è già tanto riuscire ad allenarmi due volte a settimana. Sto disputando la Serie A2 per Casale Monferrato, dove sono nata. Abbiamo davvero una buona squadra e puntiamo a salire”.
Com’è la vita della maestra di tennis?
“E’ molto impegnativa, ma allo stesso tempo mi sta dando tantissime gioie e soddisfazioni, soprattutto con i bimbi più piccoli. Prima di prendere questa nuova strada ho avuto più di qualche dubbio però giorno dopo giorno sto capendo che mi rende davvero felice, più di quanto potessi mai immaginare. Sto mettendo sul campo quelli che sono stati gli insegnamenti del mio maestro. Prima di tirare fuori dei giocatori bisogna tirar fuori delle persone. E’ quello il mio obiettivo più grande. Lavorare tanto e crescere insieme ai ragazzi”.
Passiamo un attimo dalle bimbe alle ragazze più grandi. Che idea ti sei fatta dell’attuale stato del tennis femminile italiano?
“Essendo uscita dal circuito ho perso di vista un po’ di cose. La Federazione a mio avviso dovrebbe investire di più sulle ragazze più grandi, non solo sul mondo degli under. Purtroppo, però, ho notato una cosa che mi fa arrabbiare moltissimo, ossia la mancanza di cultura sportiva da parte degli appassionati. Ho letto brutte parole nei confronti di Sara Errani, non critiche costruttive ma veri e propri insulti. Parlare di cose come montarsi la testa o mancanza di spirito di sacrificio in relazione ad una ragazza come lei è davvero assurdo, oltre che triste. Le dovrebbero fare una statua per ciò che rappresenta e che ha rappresentato per il tennis azzurro. Ho avuto la tentazione di rispondere a tutti per fargli capire che non funziona così, che è sempre sbagliato parlare a sproposito, poi però mi sono trattenuta. Sara è un modello, punto e basta”.
Quando non sei impegnata sul campo, come maestra o come giocatrice, cosa ti piace fare?
“Purtroppo o per fortuna non passo molto tempo lontana dai campi da tennis. Oltre a qualche torneo che riesco a giocare qua e là, ci sono sempre i ragazzi da seguire in giro per l’Italia. Il mio fidanzato abita al mare, quindi appena posso abbandono un attimo la città e vado un po’ a rilassarmi lì da lui”.
Come vivrai questi giorni che ti separano dal Foro Italico? Sei pronta?
“Me li sto già godendo alla grande, sono entusiasta come la prima volta. Tutti i miei allievi, bambini e adulti, sono contentissimi per me. So che mi gongolerò parecchio al circolo questa settimana, prima di partire per Roma venerdì. Ho poco tempo, come ti dicevo, quindi non ho fatto alcun allenamento mirato. Con il maestro di Casale Monferrato, Giulio Massola, abbiamo comunque lavorato bene. Ha fatto molto per il mio tennis”.
Te la senti di fare un bilancio parziale di questo 2017?
“Sono molto soddisfatta. Ho perso solamente due partite, una di Serie A2 e l’ultima qui a Modena. Ancor di più come maestra, visto che i miei ragazzi stanno andando alla grande. Da giocatrice vivo molto alla giornata mentre per i ragazzi mi piace programmare. Ora ci saranno parecchi tornei under in Emilia Romagna mentre a luglio ci sposteremo a Brunico. Anche il minitennis mi dà delle belle sensazioni, così come le ragazze della Serie D2. Siamo una grande famiglia. La mia missione è quella di portare tutti a non abbandonare mai il tennis, a prescindere dal livello che si raggiunge”.
Grazie e in bocca al lupo. Ci vediamo a Roma!
“Crepi il lupo e buon tennis a tutti”.
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