Per il terzo anno consecutivo nel tabellone di prequalificazioni per partecipare al torneo WTA premier 5 di Roma compare il nome di Camilla Abbate, tennista bolognese nata il 10 dicembre 1997. La giovane emiliana ha raggiunto la finale a Moruzzo, Udine, una delle tappe Open che permettono di strappare il pass per il Foro Italico. Quello espresso da Camilla fino alla finale è stato un tennis di altissimo livello, supportato anche da una superficie adatta al suo gioco come il veloce indoor. Con appena 9 games lasciati ad avversarie di ottimo livello come Ragona (2.5), Sella (2.4) per forfait, Spataro (2.5) ma soprattutto Corinna Dentoni (2.1 e numero 543 WTA) superata con il punteggio di 7-5 6-0, Camilla si è dunque concessa le prequalificazioni per continuare a sognare. In finale a imporsi è poi Giada Clerici in tre set, ma poco importa ai fini del Foro.
Sui campi da tennis da quando ha 7 anni, Camilla negli anni è stata allenata da maestri come Massimiliano Trevisan e Adriana Serra Zanetti e ha un gioco solido da fondo campo che si adatta particolarmente ai campi veloci, grazie anche ad un fisico slanciato con ottime leve.
A livello Itf la bolognese è ancora alla ricerca della prima vittoria di questo 2017 ma le priorità di questa prima metà dell’anno sono altre: Roma, la serie B e gli esami universitari. Si, perché Camilla frequenta anche l’università nella sua città natale, Bologna, dove studia Scienze motorie. Non è così comune trovare nel circuito giocatrici che riescono a conciliare così bene gli studi e lo sport a livello professionistico. A questo si aggiunge anche l’attività di giornalista per la pagina SpazioTennis per la quale scrive resoconti dei tornei e fa interviste a colleghe e colleghi. Una “sfida” per la bolognese, che si è poi appassionata e ha anche tratto ispirazione dai giocatori intervistati. Una ragazza sveglia, intelligente e consapevole, determinata ad ottenere il meglio da qualsiasi cosa faccia, pronta a fare sacrifici e a lavorare sodo per migliorarsi costantemente. Questo e tanto altro è ciò che emerge dalle risposte dell’avvenente Camilla.
Ciao Camilla, innanzitutto complimenti per la qualificazione!
“Grazie mille!”
A Moruzzo hai appunto guadagnato anche quest’anno il pass per il Foro Italico. Cosa rappresenta il torneo di Roma per un italiano?
“Credo che Roma per ogni tennista italiano rappresenti il posto più bello, il più ricco di magia. I campi al Foro sono incredibili, l’atmosfera che si respira è unica!”
Hai lasciato appena 9 game in tutto per raggiungere la finale, sintomo di momento di ottima forma. Di quale partita del torneo sei più soddisfatta?
“Sì, sono stata davvero contenta del mio torneo a Moruzzo perché fin dai primi turni mi sentivo bene in campo, col giusto atteggiamento e sentivo molto bene la palla. Fino alla finale si è giocato su veloce indoor, superficie su cui mi sento particolarmente a mio agio. La partita di cui sono più soddisfatta direi che è la semifinale con la Dentoni, giocatrice veramente forte soprattutto su quel tipo di campi. Ho espresso un bel tennis e ho giocato in modo perfetto quella partita, molto concentrata e decisa. Non posso negare che dopo la semifinale mi sono scese un paio di lacrime per la grande gioia e soddisfazione.”
Cosa ti aspetti al Foro quest’anno rispetto alla scorsa stagione?
“Quest’anno mi aspetto di giocarmela e di vivermela, ancor più dell’anno scorso. La prima volta due anni fa ero veramente molto tesa, persi dalla Dentoni e non me la godetti proprio; l’anno scorso è andata già meglio, speriamo di poterla vivere ancora più serenamente quest’anno.”
Come descriveresti il tuo tennis a qualcuno che non ti ha mai vista giocare?
“Mi definirei una giocatrice solida con buone accelerazioni da entrambi i fondamentali, con un buon servizio ancora da migliorare tanto. Un aspetto fondamentale del mio gioco è poi sicuramente il piano mentale, incide veramente molto.”
Quest’anno hai disputato le qualificazioni di 3 tornei ITF, uno su terra e due su erba sintetica outdoor, perdendo due match molto tirati e uno in modo più netto. C’è qualcosa che pensi non abbia funzionato? Quali altri tornei hai in programma dopo Roma?
“Ho giocato a Bergamo a inizio anno su terra indoor e poi a Solarino a marzo su erba sintetica outdoor. A Bergamo ho giocato un ottimo match contro un’avversaria davvero ostica come Federica Bilardo (classe 1999 e numero 837 WTA). Ho giocato bene, forse mi è mancato un po’ di piglio per vincerla. A Solarino sono stata sfortunata a trovare nelle qualificazioni la Bandecchi (classe 1998 svizzera e già numero 994 del mondo); il primo set lo abbiamo giocato alla pari, poi lei ha cambiato marcia nel secondo. Infine ho perso con la Catini (classe 1999 e classifica 2.4) nel main draw una partita molto tirata, c’erano in palio i primi punti WTA per entrambe e non sono riuscita a dare il meglio. A Solarino tra l’altro ero in main draw grazie ad una wild card offertami dall’organizzatore del torneo Renato Morabito che è rimasto colpito dal mio impegno universitario parallelo alla mia carriera tennistica. Dopo Roma devo finire di giocare la serie B per il mio circolo a Bologna, competizione che mi terrà occupata tutte le domeniche fino a metà giugno. A quel punto mi concentrerò sugli esami universitari fino a metà luglio per poi tornare a focalizzarmi sull’attività Itf. Comunque sono soddisfatta delle partite contro Bandecchi e Bilardo, penso invece di aver peccato di emotività contro la Catini, è l’unica cosa che non ha funzionato.”
Proprio andando sul discorso università, spesso hai parlato delle tue ambizioni extra-tennistiche. Cosa stai studiando ora e dove?
“Sto studiando scienze motorie a Bologna, dove mi alleno e vivo. Devo dire che sono molto contenta, sto studiando delle materie che mi stanno aiutando molto in campo e mi stanno facendo capire come allenarmi.”
Non sono molte le giocatrici che riescono a conciliare tennis e studio. Tra queste, oltre a te, c’è ad esempio Natalia Vikhlyantseva (tra l’altro tua coetanea) che studia architettura in Russia. Come gestisci il tuo tempo? Quali sacrifici devi fare per riuscire a non lasciare indietro nulla?
“Beh diciamo che ho cominciato a fare sacrifici per il tennis fin da piccola perché ho sempre studiato e ho avuto un percorso scolastico regolare. I sacrifici sono tanti, sia a livello di energie e tempo, sia a livello economico perché giocare a tennis e pagare una retta universitaria comportano una grande spesa. Cerco di aiutare i miei genitori a sostenere le spese giocando a squadre in serie B e lavorando come sparring partner per il mio circolo. Gioco anche diversi tornei Open, grazie ai quali riesco a recuperare le spese per le corde, le racchette, le scarpe. Per quanto riguarda la gestione del mio tempo, diciamo che cerco di riempire ogni minuto della mia giornata andando a lezione, allenandomi, portandomi avanti con gli esami e programmando i tornei con largo anticipo. Con le sessioni d’esami devo programmare con cura gli impegni ovviamente. Nonostante tutti gli impegni riesco comunque ad avere una vita sociale, fondamentale per me per non isolarmi dal resto del mondo (ride, ndr). Sono una ragazza normale, mi piace uscire con gli amici e andare a ballare. Diciamo che cerco di fare del mio meglio per gestire tutto.”
È inevitabile parlare anche della tua attività di giornalista per SpazioTennis. Quando hai iniziato e perché?
“Diciamo che ho iniziato a scrivere per puro caso questa estate quando ho letto l’annuncio di Alessandro Nizegorodcew su Facebook. È stata per me una sorta di sfida poter esprimere il mio amore verso il tennis attraverso la scrittura. Ho intervistato ragazzi e ragazze molto forti e ho scritto dei resoconti dei tornei. Posso dire che questa attività mi è stata molto utile perché parlando con questi giocatori mi hanno trasmesso le loro esperienze in campo e in qualche modo questo mi ha aiutata a migliorare sul piano mentale.”
In quanto tennista e giornalista hai appunto avuto modo di conoscere molti giocatori e soprattutto giocatrici. Che impressioni hai avuto del circuito e delle colleghe fino ad ora?
“Il circuito è indubbiamente molto affascinante e allo stesso tempo competitivo ai massimi livelli. È giusto così, quando si tratta di agonismo la competizione ci deve essere. Però ho notato molto rispetto tra noi ragazze, soprattutto quando ero a Solarino. Questa cosa per me è bellissima, più sali di livello e più c’è rispetto per l’avversario.”
In questi giorni è tornata nel circuito una campionessa come Maria Sharapova, scatenando nuove polemiche per la questione delle wild card. Cosa ne pensi al riguardo?
“Nonostante la vicenda accaduta alla Sharapova, la quale non saprei nemmeno dire quanto colpevole perché credo onestamente che la verità e i dettagli sulla questione non siano giunti alla “gente normale” ma siano bensì noti a ben pochi, credo che sia una delle più grandi campionesse che il tennis abbia avuto e penso sia giusto concederle delle wild card. Non avrebbe senso farla ripartire da un circuito minore dove spazzerebbe via le sue avversarie. Anche fosse stata colpevole, credo sia giusto darle una seconda possibilità per tutto quello che ha fatto per questo sport.”
Se potessi “rubare” alcune qualità a delle tue colleghe, a chi prenderesti il gioco da fondo campo, il servizio, la preparazione atletica e la forza mentale?
“Allora, direi per il gioco da fondo Bandecchi, per il servizio Samsonova, per la preparazione atletica sceglierei Rubini, mia cara amica, e infine per l’aspetto mentale senza ombra di dubbio Brescia.”
Oltre che su Camilla Abbate, su quali altri nomi italiani della tua età punteresti per il futuro del tennis italiano?
“Camilla Abbate? (ride, ndr). Ti ringrazio ma onestamente non metterei il mio nome, non ho ancora ranking e c’è molto da lavorare. Per quanto riguarda le altre ragazze direi Samsonova, le sorelle Pieri e Stefanini.”