Alberto Brizzi giocherà, per il secondo anno consecutivo, le prequalificazioni agli Internazionali BNL d’Italia. Dopo l’esperienza del 2016, il lombardo tornerà a calcare i campi del Foro Italico grazie alla finale raggiunta nell’Open BNL di Pescara.
Ex numero 230 ATP sette anni fa, il 33enne occupa attualmente la 654esima posizione del ranking mondiale ma ha deciso, per il momento, di concentrarsi sull’attività nazionale, mettendo da parte il circuito Futures.
Tra i tanti spunti interessanti che il giocatore ci ha fornito, evidenziamo il suo desiderio di avere un secondo torneo ATP in Italia, magari a Milano… Non sono mancati, infine, riferimenti alle giovani promesse di questo splendido sport.
Alberto, sei riuscito a strappare il pass per le prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia con la finale raggiunta all’Open di Pescara. Sei soddisfatto?
“Sicuramente! Da tennista italiano è un onore e un piacere giocare sui campi del Foro Italico. Le qualificazioni sono lontanissime, ma perlomeno c’è una possibilità di giocarle”.
Hai perso all’ultimo turno contro Federico Maccari col punteggio di 4-6 6-3 6-4. Che cosa è cambiato dopo il primo parziale? Sei calato tu oppure è salito lui?
“In realtà, Federico ha giocato molto bene. E’ un ragazzo che alterna partite molto positive ad altre meno buone, è molto pericoloso e sapevo di dover fare molta attenzione al suo gioco.
Sono calato dopo il primo set, forse a causa del match della sera prima contro Gianluca Di Nicola ma probabilmente anche perchè non mi sto più allenando come prima.
Non gioco tutti i giorni, non svolgo attività internazionale e dunque il mio rendimento fisico è diminuito”.
Non sarà per te la prima volta al Foro Italico. Ti ricordiamo infatti lo scorso anno quando perdesti da Cecchinato, allora numero uno del seeding. Cosa si prova a giocare lì e quali sono i tuoi obiettivi per l’edizione del 2017?
“Non mi pongo grossi obiettivi perchè a livello di tennis giocato non sto facendo molto, sia per il ginocchio che per l’età.
Sto cercando di indirizzarmi sulla strada del coach o del maestro però la voglia di giocare non manca! Cercherò di godermi quei giorni a Roma e di vivere l’esperienza nel miglior modo possibile. Sarà quel che sarà…”
Il montepremi dei tornei Open di pre prequalificazioni è molto alto. Hai guadagnato €2100 con la finale a Pescara: un aiuto certamente non da poco per l’attività agonistica, sei d’accordo?
“Sì, sono soldi che aiutano molto a pagare le iscrizioni ai vari tornei, gli allenamenti e gli allenatori. Da quest’anno, la FIT ha introdotto una regola secondo la quale chi si qualifica alle pre-qualificazioni non può più giocare tornei Open BNL, forse proprio per evitare di sfruttare l’alto montepremi. Se tutti i tornei mettessero in palio così tanti soldi, saremmo miliardari!!”
Sei mai stato al Foro Italico da turista?
“No, mai stato al Foro per assistere al torneo. Se non ricordo male, ci sono andato due volte da piccolo ad effettuare alcuni test per la Federazione. Quando avrò 27 figli, andrò lì con loro (ride, ndr)!”
Hai deciso di mettere definitivamente da parte l’attività internazionale?
“E’ praticamente una fine, anche se ho ancora ranking mondiale. Il ginocchio non dà continuità, gioco bene per due/tre settimane poi sono costretto a fermarmi e a volte ho bisogno anche di un mese per recuperare la condizione. Sommando questo guaio fisico all’età e alle spese, direi che non vale la pena girare il mondo.
Provo ancora piacere nel giocare a tennis e sicuramente terrò la racchetta in mano per qualche anno; d’ora in avanti mi concentrerò prevalentemente sull’attività nazionale e sulle coppe a squadre, giocando anche all’estero”.
Qual è stato il miglior momento della tua carriera?
“Ho raggiunto il best ranking nel 2010, dunque direi che quell’anno è stato il migliore ed anche il più fortunato dal punto di vista dei problemi fisici. Nella mia carriera, mi è mancata continuità a causa degli infortuni e di troppi alti e bassi. Pensate che non sono praticamente mai riuscito a fare un anno completo senza fermarmi…”
Da giovane, eri una delle migliori speranze italiane… Quanto è stato difficile il passaggio dal circuito Junior a quello Pro?
“Giocavo discretamente ed ero considerato uno dei migliori prospetti in Italia, assieme ad Andreas Seppi.
Il passaggio non è stato affatto semplice: tra i diciassette ed i diciotto anni mi sono dovuto operare al polso per un problema di cartilagine e sono stato costretto a sei mesi di stop. Al momento della ripresa, ho accusato altri dolori ed il mio tennis ne ha risentito. Ho dovuto cambiare il rovescio, impostandolo ad una mano. E’ inutile dire come le difficoltà siano state tante”.
Parliamo un po’ di giovani speranze… Cosa ne pensi dei vari Zverev, Kyrgios e Coric?
“Non ho mai avuto modo di vederli dal vivo, ma sono sicuro siano tutti e tre dei grandi giocatori. Alexander Zverev mi piace davvero tanto, ha un futuro roseo davanti a sé. Nick Kyrgios è un talento incredibile, molto giovane ed ha ancora tanto tempo per migliorare, sia tennisticamente che mentalmente.
Coric, fra tutti, è forse il meno talentuoso. Il suo pregio è quello di essere ben inquadrato, con la testa sulle spalle.
Vorrei citare anche Dominic Thiem che, seppur non sia più giovanissimo, potrebbe ambire ad una carriera ai vertici del ranking”.
Quali giocatori italiani, secondo te, potrebbero irrompere a breve nel tennis che conta?
“Qualche anno fa, ero impressionato da Matteo Donati, purtroppo martoriato spesso dagli infortuni. Sia lui che Lorenzo Sonego giocano un grande tennis.
Penso che Gianluigi Quinzi sia stato pompato troppo all’inizio della sua carriera. Da lui ci si aspettava tanto, ma è pur vero che è ancora giovane ed ha tutto il tempo per far bene. E’ seguito da persone di alto livello, penso possa entrare in Top-100 o addirittura spingersi più in alto.
Sono stupito da Matteo Berrettini. Non lo conosco, è spesso infortunato ma quando gioca ottiene risultati pazzeschi: tanto di cappello! Riprendere a giocare, dopo diverse settimane di stop, vincendo partite importanti è difficile, meriti a lui e al suo team”.
Pensi che l’Italia abbia bisogno di un altro evento professionistico, da aggiungere agli Internazionali di Roma?
“Sarebbe carino avere un torneo sul veloce indoor, penso che l’Italia se lo meriti per diversi motivi. Ricordo che, quando ero giovane, si giocava a Milano…”
Chiudiamo con una domanda generale: cosa ti piace fare quando non giochi a tennis?
“Ascolto musica e vado qualche volta allo stadio a vedere il Milan, di cui mi sono innamorato grazie alle magie di Ruud Gullit e Frank Rijkaard, due dèi del calcio. Nella mia vita, insomma, non c’è solo il tennis”.
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