da Nottingham, Giulio Gasparin (Foto Gasparin)
Il mio secondo giorno all’ITF di Nottingham si prospetta finalmente positivo per quanto riguarda il mio debutto erbaiolo: le previsioni sono di sole, anche se guardo fuori e, tra vento e qualche goccia di pioggia, il dubbio mi rimane.
Le partite vengono posticipate mentre si aspetta che il tempo migliori, il che comunque mi dà la possibilità di fare ancora due chiacchiere con Christina McHale, che finalmente è tornata ad impugnare la racchetta in mattinata.
Seppure con ancora un po’ di dolore, specialmente colpendo di dritto, mi ha detto di essere fiduciosa per il torneo di Birmingham e sicuramente per Eastbourne.
Nell’attesa che il gioco cominciasse, ho avuto modo di assistere, praticamente in contemporanea, ad un’interessante sessione di allenamento tra Madison Keys e Lauren Davis su un campo, e un tentativo fallimentare da parte di Tara Moore di asciugare il campo in cemento accanto (foto qui sotto).
Forse poco ispirata dal tempo e magari anche dal fatto che i campi in erba fossero chiusi, la Keys non è sembrata particolarmente ispirata, mentre il gioco della Davis era preciso come un orologio svizzero.
Finalmente i match ufficiali avevano cominciato ad essere giocati, primo tra tutti il derby britannico tra Daniel Evans e Daniel Cox. In tutta onestà, seppure il più famoso Evans si sia aggiudicato il match con un doppio 7-5, Cox mi ha lasciato un impressione migliore e con le solite sorprese che l’erba porta ogni anno, chissà che proprio lui non possa fare qualche scherzetto in quel di Wimbledon.
Purtroppo molti match interessanti sono andati in scena contemporaneamente, quindi non di tutti ho potuto prendere una visione totale. Sempre per l’ATP Challenger, Nick Kyrgios ha perso malamente dal qualificato connazionale John-Patrick Smith, giocatore dai colpi piatti ma non irresistibile.
Il celebre talento australiano dovrà mettersi seriamente a giocare parecchio sull’erba se vorrà rendersi pericoloso, perché al di là del servizio, poco sembrava funzionargli sul verde: goffi i movimenti e terribile l’approccio alle palle basse (anche dovuto alla sua altezza).
Piacevole sorpresa quella di Sharon Fichman invece, che ha liquidato con scioltezza una giocatrice “erbivora” come Vesna Dolonc con un doppio 6-2.
La canadese, che è la testa di serie più alta rimasta in tabellone, si muove molto bene sull’erba e non sembra per nulla infastidita né dai rimbalzi bassi, né dalla velocità di palla. Anche i suoi colpi, seppur non potenti in senso assoluto, risultano molto piatti e schizzano sull’erba rendendosi molto insidiosi.
Non sarei sorpreso se fosse lei ad alzare il trofeo a fine settimana.
Dai pochi giochi che ho visto tra Kristyna Pliskova e Katy Dunne ho potuto constatare quanto segue: la Dunne ricorda fisicamente, caratterialmente e anche come gioco la giovane Azarenka, solo un buoni 20cm più bassa, con quanto ne consegue. È un’ottima giocatrice, ma probabilmente non una possibile sostituta dell’attualmente assente Robson.
La Pliskova invece, nonostante i problemi al ginocchio, è sembrata sempre la stessa: gran servizio, buon dritto, un rovescio al limite della sufficienza e movimenti sotto il 6. Per sua fortuna, sul verde l’insufficienza nell’ultimo comparto può essere bypassata servendo e rispondendo bene e oggi è stato così.
Ottima impressione invece per Steve Johnson. L’americano si è liberato del beniamino di casa James Ward con un solido doppio 6-3 mostrando come l’erba sia una superficie che proprio gli piace.
I colpi forti, il gran servizio e uno spettacolare slice di rovescio lo hanno reso protagonista di un’ottima performance che lo pone tra i nomi da tenere sott’occhio anche per i prossimi impegni sul verde. Unico punto debole sono i movimenti, non troppo precisi, che gli hanno causato più di qualche scivolone, tra cui uno a seguito di una palla corta, dopo cui per poco non tira giù anche Ward, dall’altra parte della rete! (foto in home page)
Per un set ho seguito la giovane Anett Kontaveit (foto a sinistra), che dopo aver eliminato la nostra Burnett al primo turno ha fatto filotto contro Magda Linette 7-5 6-3.
La giovane estone ricorda in maniera quasi mostruosa la giovane Maria Sharapova. Non sono solo il completo Nike, il capello biondo a coda di cavallo e il gioco aggressivo, no, l’atteggiamento molto sicuro di sé, il modo di camminare e perfino alcune delle sue espressioni sembrano copiate da Masha.
Difficilmente seguirà lo stesso percorso, ma questo peperino ha le carte in regola per il futuro.
Tra i match assurdi di giornata, Irina Falconi ha perso da Eleni Daniilidou dopo aver dominato il primo set per 6-0. Il match, di qualità onestamente molto bassa, è finito 0-6 6-4 6-0 per l’ellenica.
Nel frattempo il ritorno al tennis di Melanie Oudin (foto a destra) ha messo insieme un altro tassello importante, con un’ottima vittoria su Ayumi Morita 6-1 6-3.
L’americana, vincitrice del suo unico titolo WTA proprio sull’erba a Birmingham, è sembrata a suo agio, nonostante i mesi lontano dal tennis. Il suo gioco ben si adatta alla superficie e il gran sorriso con cui ha chiuso il match e poi ha continuato a parlarmi dopo il match sicuramente mostrano che è sulla via del rientro.
Nell’ultimo match che ho potuto seguire, Coco Vandeweghe ha dato mostra del meglio e del peggio del suo repertorio perdendo da Michelle Larcher de Brito 3-6 6-3 7-5.
L’americana è sembrata in controllo assoluto per tutto il primo set e all’inizio del secondo. Il gioco lineare e tecnicamente molto bello funzionava alla perfezione, ma la portoghese non ha mai smesso di lottare e, seppur meno bella da vedere, si è dimostrata altrettanto efficace portandosi a casa il secondo parziale.
Dopo essersi nascosta sotto l’asciugamano per tutta la durata del break tra i set, la newyorkese ha iniziato il terzo set con un atteggiamento rassegnato, ma ciononostante è la prima ad ottenere un break di vantaggio.
La Larcher de Brito ha reagito in fretta portandosi sul 5-2 in un batter d’occhio, anche complice una Vandeweghe svogliata e fallosa. Le decisioni assolutamente inspiegabili come discese a rete improbabili, tentativi di dropshot in risposta e quant’altro testimoniavano l’arresa dell’americana.
Sul 5-2 però Coco trova di nuovo il servizio e forza la portoghese a servire per il match. Quest’ultima ha un primo match point, ma sulla seconda l’americana ha deciso di stare praticamente sulla linea di servizio e forse spaventata la Larcher de Brito commette un doppio fallo.
Vandeweghe non sembra per nulla convinta, ma la voglia di fare in fretta, vincere o perdere che sia, la porta a mettere a segno ottimi vincenti, che le ridanno un break.
La newyorkese riuscirà a riagguantare la propria avversaria fino al 5-5 nonostante un atteggiamento per nulla positivo. Tra i momenti da ricordare una sedia volata qualche metro più lontano dopo un doppio fallo, e un ace potentissimo e del tutto casuale su una seconda di servizio, rigiocata dopo un net su una palla che viaggiava forse ad un terzo della velocità.
Nonostante il recupero, l’atteggiamento dell’americana non è cambiato di una virgola e dopo che la portoghese si è portata sul 6-5 ha deciso che il match sarebbe dovuto finire e con un game imbarazzante al servizio (tra cui due doppi falli!) il match si è concluso.
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