Chissà cosa avranno pensato i tifosi meno attenti sugli spalti del Philip Chatrier vedendo quel ragazzo così giovane giocare contro Nadal nel primo turno del Roland Garros 2015. Una partita a senso unico finita 6-3 6-3 6-4 per il nove volte campione degli Open di Francia, ma che per il ragazzo che l’ha giocata ha assunto un significato completamente diverso rispetto a chi l’ha visto -e magari tifato anche un po’ visto che era francese- affrontare una partita impossibile. Quel ragazzo si chiama Quentin Halys, è uno dei maggiori giovani talenti del tennis transalpino e quella partita se la ricorda eccome: “è stato incredibile” ci ha raccontato “certo, da un lato avrei potuto sperare in un sorteggio più benevolo ma giocare sul centrale del Roland Garros contro Nadal è stata un’esperienza unica, sento di esserne uscito più forte. E poi avevo anche il sostegno del pubblico anche se giocavo contro un campione di quel livello, è stato indimenticabile”.
Oggi Halys è al numero 293 delle classifiche mondiali, si conquista punti in maniera ordinata tra Futures, Challenger e qualificazioni ATP quando capita e gli organizzatori magari gli concedono una wild card. In questi giorni il ragazzo nativo di Bondy, un sobborgo della periferia nord di Parigi, si trova a Piombino dove sta giocando da testa di serie n.1 il locale torneo Futures sui campi in terra battuta dando fino a oggi ottima prova del suo tennis dai fondamentali più che solidi e dove lo abbiamo raggiunto per farci raccontare qualcosa di lui.
“Non ho una superficie preferita in assoluto, ma penso di giocare meglio in condizioni veloci, soprattutto indoor visto che probabilmente il mio colpo migliore è il servizio” ci racconta senza che la cosa effettivamente giunga nuova: nei primi mesi del 2015 Halys ha impressionato con due finali e due titoli proprio in tornei Futures indoor tra l’Italia, la Francia e il Regno Unito. Dopodiché ha provato ad alzare il livello abbandonando il circuito organizzato dall’ITF per misurarsi nei Challenger con risultati ancora non del tutto soddisfacenti, ma se non altro promettenti. “Spero di guadagnarmi abbastanza punti per poter giocare magari qualche Challenger di fine stagione indoor e provare a giocarmi le mie carte lì” e quindi lo vedremo magari nei tradizionali appuntamenti nostrani tipo Brescia o Ortisei.
Gli obiettivi a breve termine sembrano essere molto concreti: “non ho un ranking preciso che voglio raggiungere per la fine della stagione, vorrei solo giocare il più possibile e il meglio possibile alzando il livello più che posso, a guardare la classifica ci sarà sempre tempo”. Dopotutto Quentin Halys gioca da professionista da nemmeno un anno dopo aver chiuso la sua carriera juniores con l’amara finale dello US Open di categoria persa dall’australiano Omar Jasika, partita che ancora ricorda con un po’ di rammarico: “Non è stata una bella partita, non sono riuscito a giocare come avrei voluto ed è stato un peccato, ma proprio non mi riusciva di tirare fuori il mio tennis. Ogni tanto ci ripenso, ma ormai fa parte del passato, preferisco concentrarmi sulle cose ancora da fare e i risultati da ottenere nella mia carriera pro’”. E se di sicuro per quest’anno non lo vedremo a Flushing Meadows, non servirà aspettare molto per ritrovarlo su palcoscenici di quel livello, magari proprio a New York a lottare per prendersi la soddisfazione che da junior gli è sfuggita.
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