di Michele Galoppini (@MikGaloppini)
Giornata ricca di soddisfazioni azzurre quella a Bad Gastein. Sara Errani esce vincente da una lunghissima maratona contro la giovane Daria Kasatkina, mentre Karin Knapp vince due match in un giorno, senza perdere un set, contro Johanna Larsson e Polona Hercog. Le due azzurre si troveranno in semifinale, assicurando un’italiana in finale. Anche Alice Matteucci può sorridere: nei quarti di finale di doppio supera assieme alla Knoll la coppia Klepac/Krunic ed accede anch’ella alle semifinali.
Sembra che tutta la negatività espressa nell’intervista della giornata di ieri se ne sia andata via come le minacciose nubi cariche di pioggia. Nel match valevole per i quarti di finale, Sara Errani ha superato dopo una lunga e faticante maratona giovanissima Daria Kasaktina, la quale non ha trovato spazio, a lungo andare, nelle solide e precise trame di gioco dell’azzurra. Un limitato numero di errori, abbinato a solidità in spinta e ad una maggiore tranquillità in campo nei momenti clou (che negli ultimi match aveva faticato a palesarsi), sono state le chiavi per battere la russa, che in ogni caso ha mostrato in numerose occasioni di poter variare il suo gioco ed infastidire tennisticamente la Errani.
Sara ha cominciato il match in maniera eccelsa, salendo perentoriamente sul 4-0, prima di subire un break che la teneva comunque in vantaggio per 4-2. All’inizio del settimo game, quello finora decisamente più lungo del match, la Errani ha richiesto l’intervento del trainer a fine game, certamente non conscia del fatto che avrebbe dovuto attendere otto deuce e non sfruttare sette palle break prima di poterne usufruire. Un fastidio alla schiena la stava rallentando, ma al rientro in campo era di nuovo l’iniziale Sara a comandare il gioco: dopo due punti in cui ha palesemente testato la sua schiena, l’azzurra ha brekkato nuovamente e chiuso 6-3.
Gli indizi che avevano portato a pensare che il match non sarebbe continuato con facilità per la Errani, trovano conferma all’inizio del secondo parziale. La Kasatkina prende subito vantaggio e mette le basi anche per un secondo break, ma la Errani reagisce e si tiene in scia senza perdere troppo terreno. Mentre la russa rischia di farsi seriamente male, catapultata in aria da una piccola buca presa su una scivolata, l’azzurra ritrova spinta e lucidità ed il contro break è immediato, portando il punteggio sul 3-3. Ma l’andamento altalenante di questo parziale non si smentisce nemmeno dopo il sesto gioco, e la Kasatkina, in una dura lotta e con game molto equilibrati, riprende vantaggio e break e rimanda tutto al terzo set. La russa mostra già segni di forte stanchezza, cercando di rifugiarsi all’ombra appena possibile, e più di una volta resta sulle gambe, nonostante l’aver vinto il set.
Le conseguenze della palesata stanchezza si fanno sentire fin da subito nel terzo parziale, visto che la Errani, all’apparenza più fresca, ricomincia a spingere con entrambi i fondamentali, nonostante l’acciacco alla schiena, che la limitava al servizio e sul rovescio. Arriva subito un buon vantaggio, ma sul 3-0 è di nuovo la Kasatkina a farsi avanti, risalendo fino al 2-3.
Ma da quel momento, la Errani diventa un muro invalicabile ed allunga gli scambi fino allo sfinimento, attaccando solo quando davvero necessario, colte le evidenti difficoltà fisiche della russa. Sul 5-2 ci sono due match point consecutivi, annullati anche dal primo doppio fallo azzurro del match, ma la chiusura è solo rimandata di pochi istanti, per 6-3 3-6 6-2. Sara mostra il pugno per molti secondi, chiaramente soddisfatta di aver portato a casa questo estenuante match, conscia di aver affrontato una giovane giocatrice che oggi ha mostrato di che pasta è fatta. Prossimo turno, la semifinale, sarà un derby, poiché Karin Knapp ha passato anche l’esame Polona Hercog.
Infatti, l’altoatesina può decisamente essere soddisfatta della sua lunga giornata austriaca. Con un pubblico che sempre le è a favore qui a Bad Gastein (dopotutto, come lei stesso ha detto, abita praticamente oltre la montagna che sovrasta il circolo) e dopo le fatiche mattutine contro Johanna Larsson, che veniva da una striscia positiva di sei match, ha superato anche l’ostacolo sloveno di nome Hercog, giocatrice potentissima ma allo stesso tempo molto tecnica, che in campo sa fare praticamente tutto ed anche grazie alla sua altezza che la pone tra le più alte del circuito si può definire sempre pericolosa. L’azzurra non solo ha saputo gestire i colpi potenti che provenivano dall’altra parte della rete, ma ha anche trovato modo di comandare buona parte degli scambi, spesso chiusi con grandi accelerazioni di dritto che lasciavano sul posto la sua avversaria. Ma procediamo con ordine.
L’inizio del match non è certamente dei migliori per la Knapp, che perde subito il servizio e non riesce a rintuzzare lo svantaggio accumulato nonostante le occasioni che le si pongono dinnanzi. Nonostante i tanti errori da entrambe le parti, il match è divertente e sembra davvero girare a favore della Hercog, quando questa si porta avanti sul 5-2. Una repentina reazione a suon di comodini e cassettiere, permette all’azzurra di recuperare lo svantaggio senza mai affrontare un set point contro, e poi addirittura di portarsi 6-5 40-15, con due set point sul servizio sloveno. La Hercog trova modo di trascinarsi al tiebreak, dove sale anche 4-1 con doppio minibreak, ma nuovamente una grande reazione di Karin, supportata da tanti errori banali della Hercog, porta al 7-6(5) alla prima occasione, su un vincente di dritto dopo un lunghissimo scambio, accompagnato da un sonoro ‘Forza!’, mentre ancora la pallina si involava verso l’incrocio delle righe.
Secondo set che risulta essere molto simile al primo, ma di qualità decisamente più alta. Entrambe giocano molto meglio e sono più i vincenti che gli errori non forzati, ma è di nuovo la Hercog a salire avanti nel punteggio, questa volta sul 4-1, con un break. Di nuovo però, la reazione della Knapp e la pressione sentita dalla slovena riportano il punteggio in parità sul 4-4 e quindi sul 5-5, con la Knapp a tenere il servizio per restare nel set da una delicata posizione sul 30-30. Arriva finalmente il break azzurro e di conseguenza la possibilità di servire per il match. Il braccio non trema e l’azzurra chiude 7-6 7-5 dopo più di due ore di gioco
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