di Daniele Sforza
Viktor Durasovic è sicuramente uno dei maggiori giovani esponenti del tennis nordico che rivela buone aspettative in lui e anche nei fratelli svedesi Ymer. Quest’anno ha conquistato due titoli ITF, in Tunisia, a El Kantaoui, e a Santa Margherita di Pula, battendo in finale 63 62 Viktor Galovic. A maggio ha raggiunto la finale a Doboj, in Bosnia, perdendo dal tedesco Pascal Meis.
Quando hai iniziato a giocare a tennis?
Ho iniziato quando avevo più o meno 4 anni con mio padre in una città nel nord della Norvegia e poi a 11 anni mi sono spostato ad Oslo dove ho cominciato a giocare di più perché nella città in cui vivevamo prima non c’erano così tante persone che giocavano. Era difficile perché ci allenavamo in un campo da tennis che era abbastanza piccolo e, poiché mia nonna viveva in città, nel weekend andavamo qui per giocare su campi più normali… poi ci siamo spostati ad Olso e la situazione è migliorata.
È difficile iniziare a giocare a tennis in un paese come la Norvegia?
Il tennis in Norvegia non è molto sviluppato, quindi si è difficile. Ora abbiamo qualche buon giocatore, abbiamo avuto Christian Ruud ma non ci sono stati altri nomi, poi ora mi alleno in Spagna quindi non so moltissimo.
Quando hai capito di poter diventare un tennista professionista?
Non so dirti, è semplicemente successo. Sono passato a giocare gli junior e poi ho cominciato con i pro, ho visto che potevo giocare a questi livelli e ho continuato, prendendo fiducia.
Qual è il tuo più bel ricordo fino ad ora?
Penso sia questo il momento più bello della mia vita, con questo mio secondo titolo stagionale. L’ultima volta che ho vinto un torneo, prima del titolo in Tunisia, è stato in un under 14 quindi sono molto felice per questi due tornei già vinti quest’anno e spero che ne arriveranno altri. In Tunisia stato un bel torneo, ho battuto diversi buoni giocatori e ho giocato bene quindi ero molto felice.
Ti piace l’Italia?
Si, ci sono stato varie volte, una anche con la nazionale, vincendo poi, la Junior Davis Cup a Trani.
Ricordi qualche episodio strano?
Ci sono sempre situazioni strane, quando sono stato in Tunisia ad esempio, sono stato costretto a stoppare il mio match 4 volte per la pioggia.
Cosa pensi di dover migliorare?
Penso di dover migliorare mentalmente perché i colpi, nonostante li debba ancora migliorare, penso siano buoni e quindi proverò a migliorare ancora per salire il più veloce possibile nel ranking.
Obiettivi per la stagione?
L’obiettivo è quello di raggiungere la top 300 ma l’importante è migliorare il mio gioco.
Cosa fai nel tempo libero?
Quando ho del tempo sono sempre a Barcellona, dove mi alleno con il mio coach Bruno Alcala Serrano, e esco per distrarmi dal tennis, per quanto posso e poi studio, quando torno a casa invece passo del tempo con la mia famiglia.
Ultima cosa, conosco Melanie Stokke, una ragazza norvegese 19enne così come te, pensi anche lei possa arrivare a buoni livelli nel femminile?
Si allena anche lei in Spagna, ha un buon allenatore e se lavorerà sodo, come penso, arriverà anche lei nei più alti livelli del circuito Wta.
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