di Michele Galoppini in collaborazione con Giulio Gasparin
Intervista a tutto tondo da Brescia con la giovanissima americana Allie Kiick, classe 1995, che dopo aver perso il primo turno contro Vitalia Diatchenko non perde il sorriso e la disponibilità, concedendosi ad una lunga chiacchierata sugli ultimi tornei, il suo passato, il suo futuro e le sue particolarità. La giocatrice proveniente dalla Florida, di nemmeno 20 anni, ha già raggiunto la posizione numero 136 al mondo prima di qualche problema fisico, ha vinto 4 tornei ITF ed è pronta a ritornare in alto, conscia del suo potenziale. Curiosa dell’Italia e della sua bellezza, proverà anche a ritagliarsi un po’ di spazio dal tennis per se stessa ed ha già accettato di buon grado qualche consiglio sulle bellezze bresciane.
Il match di oggi non è andato come ti aspettavi, cosa ne pensi?
Vitalia è un’avversaria molto tosta, è stata anche numero 70 al mondo, ed io sto tornando da un infortunio come lei. Sono stata fuori campo per un po’ a preparare il mio ritorno ed il mio match di oggi ha dimostrato che posso stare anche io al numero 90 a mondo come lei. È stata un’ottima cosa per me vedere a che punto sono dopo il lungo percorso di ritorno. Nonostante la sconfitta voglio sicuramente considerare quanto di positivo ho fatto.
Quindi di cosa pensi avresti avuto bisogno nel match?
Mi è sembrato che lei fosse davvero determinata a fare braccio di ferro con me, perché lei colpisce la palla davvero davvero forte e ci sono stati alcuni colpi davvero incredibili da parte mia e praticamente lei ha risposto tirando dei vincenti, non c’era nulla che potessi fare a volte. Ci sono stati dei punti che avrei dovuto chiudere, uno ad esempio quando ero sotto 3-4 nel terzo, avevo il vantaggio, ho colpito da seduta e ho mancato il vincente di praticamente un centrimetro in lunghezza. Probabilmente perché non sono abituata a colpire così bassa, le palline erano tutte basse e non avevo tempo di pensare. Se avessi vinto quel punto, secondo me, la partita sarebbe girata.
Sbaglio o ti sei lamentata qualche volta rispetto al campo ed ai rimbalzi?
Non so se era per il campo o perché era lei e non avevo mai giocato prima su questi campi, ma ogni volta che colpiva il rovescio la palla assumeva uno strano backspin che non avevo mai visto, era come se stessi giocando sull’erba, non era certo un rimbalzo da terra rossa… ma credo fosse solo il modo in cui le colpisce la pallina e me la tirava dalla mia parte.
È la prima volta che giochi in Italia o addirittura vieni in Italia?
Non ho mai giocato questo torneo prima, ma, sebbene non ricordi quando, sono già stata in Italia, per le vacanze ed adoro l’Italia. Ma non penso di essere mai stata qui per dei tornei. La mia vacanza la ricordo, me la sono proprio goduta, poi adoro il cibo italiano!
Considerando che il pubblico italiano non ha potuto vederti giocare spesso, per farti conoscere come descriveresti il tuo tennis?
Il mio tennis… sicuramente sono più un’italo-spagnola come stile di gioco che un’americana. Non sono affatto una tipica giocatrice americana che colpisce la palla con molta forza. Adoro la terra rossa, ed è anche la mia superficie preferita e non so come sia successo visto che sono americana, è un po’ strano. Anche perché per ogni americano la terra rossa è strana, ma ripeto, sono molto più simile ad una spagnola tipica.
Tornando da un infortunio, quale parte del tuo tennis deve migliorare di più ed è oggetto del maggiore lavoro ora?
Ho bisogno al 100% di diventare più forte fisicamente, non sono certo una gigante, quindi sai, non sono la giocatrice più potente della storia proprio per quello. Quindi, per diventare più potente devo diventare più muscolosa. Poi quando mi sono infortunata ho perso molti muscoli, dopo sette mesi le mie gambe erano molto più esili e anche ora non sono ancora tornate come prima e devo riprendere peso e muscoli.
È cominciato tutto con gli US Open l’anno scorso, giusto?
A dir la verità con Wimbledon, sempre lo scorso anno. E poi ho provato a giocare gli US Open quando non ero pronta. Il mio infortunio manco mi era passato ma ho voluto giocare a tutti i costi contro il parere dei medici, quindi sono andata là, entrata in campo, giocato tipo tre game e poi mi sono dovuta ritirare, dovendo poi restare fuori per un bel po’.
È stato difficile ritirarsi dal match in quelle condizioni, soprattutto davanti al pubblico di casa e già sapendo di dover restar fuori per un po’…
È stato difficilissimo, è stato il mio primo vero infortunio grave ed è accaduto proprio dopo aver raggiunto il mio best ranking alla posizione 130. Ho pensato che avrei potuto migliorarlo ancora di più non avendo alcun punto da difendere e ho voluto così tanto giocare agli US Open, ovviamente, anche considerando che sono una cittadina americana… era uno dei miei sogni. Ho voluto andare là fuori e giocare e probabilmente è stata la decisione più stupida della mia vita, davvero. Ma ho imparato da quell’esperienza, so quanto è stata stupida la mia decisione, sono stata davvero naive.
E poi hai avuto anche la mononucleosi ad inizio anno…
Esatto, anche la mononucleosi, ma ora è tutto ok finalmente. Ho scoperto di averla appena prima di sapere di aver ricevuto una wild card per Indian Wells e quindi ho giocato con la mononucleosi. Sembra proprio che non siano i miei 12 mesi fortunati questi…
Ma comunque poco dopo Indian Wells hai vinto il torneo ITF di Charlottesville, un $50.000, la vittoria più importante di carriera…
Esatto, l’ho vinto. Devo dire che hai fatto bene le tue ricerche (ride)! È stato come… non so, non so nemmeno descrivere quanto sia stato importante per me, perché prima di quel torneo perdevo da giocatrici dalle quali non avrei dovuto perdere e faticavo molto con i movimenti in campo, il mio gioco… e dubitavo sul mio ritorno in campo, sul fatto che forse non sarei mai tornata al livello di prima. Quindi vincere ha significato molto per me.
Ho letto anche che tuo padre è stato un famoso campione di football e tua madre ha giocato a softball… come sei finita a giocare a tennis?
A dir la verità ho giocato tanti sport di squadra, come softball, basket, football… tutti, e adoro il calcio ed ero anche una brava giocatrice di calcio e ti assicuro che ero brava anche per gli standard italiani! Alla fine però sono andata da mia madre e le ho detto che ero stufa di dividere il credito della vittoria con tutti. Sai, nella mia squadra ero davvero la più brava, e pensavo anche che quando perdevamo era tutta colpa mia. Quindi mi sono detta che non volevo più vivere quella situazione e che volevo praticare uno sport dove tutto dipendesse da me. Mia madre mi ha suggerito il nuoto, ma io lo odiavo, quindi ho smesso subito col nuoto ed il suo secondo suggerimento è stato il tennis. Ci ho provato, gli allenatori dicevano che avevo del talento grazie alle mie qualità atletiche e quindi ho smesso con tutto il resto, sebbene è stata davvero dura.
Senti la pressione di dover raggiungere gli stessi successi sportivi di tuo padre?
No, penso che se fossi stata una giocatrice di football l’avrei sentita sicuramente, ma non essendo tale non mi ha mai pesato. Comunque penso di aver ricevuto tutte le doti atletiche dai miei genitori e la pressione che sento deriva dal fatto di voler a tutti i costi sfruttare appieno il mio potenziale.
Ed i tuoi genitori viaggiano con te a volte per i tornei o le trasferte?
No, a dire la verità mio padre soffre di qualche problema causatogli dal football, sai, dall’essere stato colpito molte volte alla testa, ora si dimentica molte cose e quindi non viaggia con me di solito. Mia madre avrebbe voluto venire qui con me, ma aveva altre cose da fare. Quindi per ora viaggio per conto mio.
Essere così giovane e viaggiare per il mondo da sola deve essere difficile. Cosa pensi del fatto di essere un’adolescente e di dover vivere una vita differente da quella degli altri, fatti di viaggi e competizioni?
Essere da sola ai tornei è decisamente dura. Ad esempio sono qui, non conosco nessun italiano ed anche se per fortuna c’è qui una mia amica di solito viaggio da sola. Mi mancano tutte le cose che fanno gli adolescenti, ma comunque non sarò adolescente ancora per molto, quindi me ne devo fare una ragione. Ma anche quando farò i miei 20 anni, gli altri di solito escono con gli amici nel weekend, vanno a bere qualcosa, si divertono, vanno al college ed io non potrò vivere tutte queste esperienze perché sono un’atleta, devo accettarlo.
C’è qualcosa che probabilmente gli appassionati di tennis non sanno di te ma che tu vorresti sapessero?
Bella domanda, non mi era mai stata chiesta! Sono una scavezzacollo, mi piace fare cose pazze e non sono certo la tipica tennista che le evita. Mi piace fare snowboard, adoro il wakeboarding… la mia intera esistenza ruota attorno al tennis e voglio dare e fare del mio meglio e se mi dovessi infortunare facendo una delle cose pazze ne sarei arrabbiata, ma ad ogni modo io le faccio perché mi piacciono.
Secondo me ti piace fare cose pazze anche sul campo da tennis, ad esempio ho visto che recentemente hai provato un tweener ed anche oggi qui a Brescia l’hai ripetuto…
Lo so! Penso di averci già provato 4 volte negli ultimo match, ma comunque non sono riuscita a vincere nessun punto…
E ho notato che sei molto espressiva in campo, come oggi…
Lo sono e lo sono sempre stata, e di solito lo sono molto di più di quanto lo sia stata oggi. Ma nella vita bisogna divertirsi, che si parli di tennis o meno, non tutto può essere sempre ricondotto al tennis.
Ultima domanda, se tu potessi cambiare qualcosa nei circuiti ITF o WTA, cosa cambieresti?
Credo di parlare a nome di molte altre giocatrici quando dico che nel circuito ITF i montepremi dei tornei dovrebbero essere più alti, quantomeno negli ITF. Ho già fatto parte di entrambi i circuiti e nella WTA le differenze sono molte. Ora che sono tornata agli ITF è complicato e posso immaginare quanto lo sia per le giocatrici che sono negli ITF da un po’ e magari hanno 25 anni e cercano di finire l’anno in positivo di qualche soldo. È certamente qualcosa che deve cambiare. So che comunque ci sono stati alcuni cambiamenti che entreranno in vigore dal prossimo anno, anche se non ho ancora avuto modo di capire bene quali.
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