di Salvatore Greco
Per aspera ad astra, tra le note (e a volte abusate) locuzioni latine ormai patrimonio diffuso del linguaggio comune di varia estrazione, è quella che più va a nozze con la passione per le metafore sulla difficoltà che è propria del giornalismo sportivo tout court. E altrettanto alla perfezione incarna l’archetipo classico del ‘sogno americano’, il raggiungimento del successo attraverso duro lavoro e privazioni. Difficile pensare che la federazione tennistica americana, la granitica per metodo e simboli USTA, non lo abbia implicitamente o esplicitamente tra i suoi motti e altrettanto difficile non immaginarlo come radice filosofica della piccola “race” che la federazione organizza ogni anno per assegnare due wild card per il Roland Garros ad altrettanti tesserati, la Har-Tru Pro USTA Wild Card Challenge.
Com’è più che noto, tra le federazioni organizzatrici vige un gentlemen’s agreement incrociato al momento di assegnare le wild card per i rispettivi nobilissimi tabelloni e la USTA mette in palio le due a propria disposizione per il Roland Garros 2015 con una competizione interna che si svolge nell’arco di alcuni tornei organizzati o patrocinati dall’USTA stessa, ovviamente tornei sulla superficie più simile possibile alla terra di Parigi che si possa trovare in America – l’har-tru, la famosa (famigerata) terra verde ottenuta polverizzando blocchi di basalto.
Il meccanismo, piuttosto semplice, prevede che il tennista e la tennista che abbiano raggiunto i migliori risultati in termini di punti ATP o WTA in due dei tre tornei validi si aggiudichino le wild-card americane per Parigi. A parità di risultati, con una regola piuttosto discutibile, la discriminante è costituita non dal punteggio eventualmente ottenuto nel terzo singolare, ma dal ranking raggiunto dal/la tennista in questione.
L’edizione 2015 ha premiato al maschile Frances Tiafoe, classe 1998, e al femminile Louisa Chirico, classe 1996, due prospetti tra i migliori non solo del tennis americano ma in assoluto delle rispettive annate e di tutta la generazione che li comprende in sé. Vediamo nel dettaglio come sono andati nelle rispettive tre settimane di Har-tru wild card challenge scoprendone pregi e difetti, attitudini e idiosincrasie, in attesa dell’approdo sui campi rossi tendenti all’oro del Roland Garros.
Har-Tru Wild Card Challenge – MASCHILE
La versione maschile della gara per un posto al Roland Garros 2015 si è giocata su tre tornei Challenger giocati tra l’11 aprile e il 2 maggio: quello di Sarasota in Florida, quello di Savannah in Georgia e infine quello di Tallahassee di nuovo in Florida.
Tiafoe si presenta alle qualificazioni a Sarasota dopo un ottimo mese di aprile segnato da una vittoria e una finale conquistate a livello Futures. In Florida nel secondo, per lui, Challenger dell’anno fa segnare un quarto di finale contro Chase Buchanan dopo un cammino lungo durante il quale ha superato tra gli altri un giocatore esperto come Alex Kuznetsov e un altro giovanissimo in ascesa come Michael Mmoh. Con il senno di poi, nonostante il risultato sia stato il peggiore dei tre raggiunti, il Tiafoe visto a Sarasota è stato quello più centrato e capace di condurre i match con grinta e concentrazione, padrone del gioco in particolare con un diritto ottimo per chiudere i punti anche se un po’ meno per tenere gli scambi, momento in cui il ragazzo mostra a volte una mancata confidenza con la velocità della palla che lo porta a fare errori banali che con il rovescio proprio non gli appartengono.
Il torneo è poi andato a Federico Delbonis, ovviamente fuori dai giochi per la wild card, in finale su Facundo Bagnis nella medesima situazione. L’unico americano arrivato in semifinale è proprio Buchanan che aveva conquistato quella posizione di tabellone proprio a scapito di Tiafoe.
Fermato ai quarti dall’ostico Delbonis il giovane yankee che per attitudine e storia tecnica è il più abituato al gioco sulla terra, Jared Donaldson (i motivi li abbiamo raccontati qui).
Il secondo atto, a Savannah, può vantare un tabellone anche più competitivo con la guida delle teste di serie in mano a Tim Smyczek fresco di una egregia stagione su cemento premiata dal best ranking fissato alla posizione n.68 del mondo. Quest’ultimo parte con una vittoria di esperienza sull’atteso, ma in crisi e ampiamente fuori dai giochi per la race, Stefan Kozlov ma si ferma poi ai quarti di finale di fronte a James McGee in settimana di grazia fino alla finale. Ad attendere l’irlandese nell’atto conclusivo è il giovane ma lanciatissimo coreano Hyeon Chung capace di conquistare poi il torneo con una semplicità quasi disarmante.
I due capifila della Har-Tru Wild Card Challenge, Donaldson e Tiafoe seguono due percorsi completamente diversi. Per Donaldson esordio in scioltezza contro l’australiano Jason Kubler regolato 6-4 6-3, una vittoria in rimonta su Facundo Arguello (1-6 6-1 6-4) prima della sconfitta nuovamente ai quarti contro Bjorn Fratangelo maturata in tre set e vinta dall’italo-americano alla distanza con il punteggio di 6-7 6-3 6-0. Frances Tiafoe dal canto suo inizia il torneo, al quale aveva avuto accesso con una wild card, con una vittoria tirata per i capelli contro il francese Millot il cui punteggio finale messo a verbale di 2-6 6-4 7-6 racconta persino poco di quanto rischiato e sprecato da Tiafoe in un match da cui è uscito innumerevoli volte e che ha recuperato solo alla fine. Verosimilmente un po’ spossato dalle sei partite giocate a Sarasota tra qualificazioni e tabellone principale, il giovane del Maryland non si è presentato in Georgia al meglio della condizione, ma ha mostrato una qualità preziosa quale quella di vincere anche nei momenti di grigiore come dimostrato anche dalla vittoria in rimonta su Dancevic superato 2-6 6-4 6-2 e quella ai quarti su Mitchell Krueger meno semplice di quanto sembri guardando i numeri che dicono 6-2 7-6 per il più giovane dei due. La semifinale persa contro James McGee è un altro inno all’attuale discontinuità di Tiafoe che perde il primo set per 6-1, vince il secondo con il medesimo punteggio ovviamente a parti inverse e perde poi al terzo per 6-3. Comunque sia, il risultato di per sé è il migliore dell’anno e vale a Frances il primo posto nella race con 47 punti. Donaldson segue a 37, affiancato da Bjorn Fratangelo spinto in avanti proprio dalla semifinale appena conquistata.
La tappa finale si è giocata a Tallahassee, la capitale della Florida anche se non lo sa quasi nessuno. Tiafoe, presente con uno special exempt meritato con la semifinale della settimana precedente, viene accolto da primo nella ‘race’ da un tabellone tutto sommato agevole. Facile per lui approfittarne pur mostrando momenti di tennis a intermittenza e raggiungere la finale –poi persa da Facundo Arguello- dopo aver superato tra l’altro un diretto rivale per la race come Tennys Sandgren. Quest’ultimo, entrato in tabellone con il ranking protetto, è stato protagonista di un gran torneo fino a quella semifinale con le vittorie su Dancevic, Olivo e Fratangelo e un buon inizio contro Tiafoe valsogli il primo parziale conquistato con il punteggio di 6-1 e sprecato per l’incapacità di contenere la rimonta del giovane avversario nei successivi due set.
Nella parte bassa del tabellone Donaldson gioca un torneo ordinato e relativamente semplice fino alla semifinale contro il futuro vincitore, l’argentino Arguello. A quel punto il valore del match è particolarmente suggestivo visto che la finale contro Tiafoe sarebbe uno spareggio per ottenere la wild card, ma contro il coriaceo argentino Donaldson gioca probabilmente la sua peggiore partita della stagione facendosi schiacciare in difesa, servendo malissimo e finendo per perdere 6-3 6-2. Al termine di questo incontro, anche prima della finale del torneo (poi vinto da Arguello), Tiafoe sa già che sarebbe stato lui ad aggiudicarsi la wild card. Dal canto suo Donaldson può piangere da un solo occhio, al Roland Garros ci sarà anche lui visto che il ranking gli consentirà agevolmente di partecipare al torneo di qualificazioni.
Tiafoe, che aveva iniziato la stagione con risultati buoni ma non impeccabili a livello Futures, dovrà ancora riprendersi dalla ‘sbronza’ di queste tre settimane Challenger e non si sa come arriverà a Parigi. Resta il fatto che il suo gioco poco paziente potrebbe rendergli la vita difficile sulla terra rossa francese quanto e più non l’abbia già messo più volte sul punto di perdere sulla comunque rapida terra verde americana. Noi lo aspettiamo, di sicuro avrà più di qualche paio d’occhi addosso.
Har-Tru Wild Card Challenge – FEMMINILE
Con una settimana di ritardo rispetto al suo corrispettivo maschile, la Har-Tru Wild Card Challenge che ha assegnato una wild card per il tabellone principale femminile del Roland Garros 2015 ha coinvolto tre tornei ITF da 50.000$ di montepremi giocati dal 20 aprile al 10 maggio, ovviamente su campi in har-tru, a Dothan (Alabama), Charlottesville (Virginia) e Indian Harbour Beach (Florida).
A Dothan, con le prime due teste di serie statunitensi (Grace Min, numero 1 e Sachia Vickery, numero 3) fuori dai giochi già al primo turno, la più accreditata per la vittoria finale e per i primi pesanti punti in funzione Parigi sembra la testa di serie n.4 del seeding Louisa Chirico. E la tennista di Harrison rispetta le attese eliminando una dopo l’altra Bernarda Pera, Jessica Pegula e la serba Jovana Jaksic per giungere alla finale. Ad attenderla lì trova la sorprendente Katerina Stewart, tennista nata a Miami nel 1997 e prospetto interessantissimo per qualità del gioco e risultati tanto che il palmares di cinque titoli ITF già conquistati tra il 2014 e il 2015 suscita facilmente ammirazione in riferimento all’età. La Stewart inoltre colpisce per il suo gioco piacevolmente diverso rispetto agli standard ormai radicati del tennis femminile e di quello di scuola americana in particolare: anche condizionata da una potenza di braccio non irresistibile, è una giocatrice che ama costruire il punto gestendo lo scambio e giocando a tutto campo aiutata in questo da una notevole capacità tecnica in tutti i colpi, in particolare la smorzata che gioca spesso e senza timore. La vittoria della finale, in quello che è stato solo il primo dei confronti diretti Chirico-Stewart di questo challenge, va all’italoamericana, più attenta nei momenti importati rispetto all’avversaria come dimostra il punteggio di 7-6 3-6 7-6 con il significativo particolare dei due tie-break nei quali la Stewart ha conquistato un solo punto per ognuno.
A Charlottesville per la seconda tappa, dunque, Chirico e Stewart arrivano rispettivamente con il primo e il secondo punteggio validi e l’ironia del fato le vuole una contro l’altra già al primo turno. Questa volta è la Stewart a imporsi dopo una partita rocambolesca chiusa 6-2 0-6 6-3 e poi prosegue il cammino verso la sua seconda finale consecutiva superando in sequenza la qualificata Nicole Frenkel, Françoise Abanda e l’argentina Florencia Molinero. La finalista della parte inferiore del tabellone è la classe ’95 Allie Kiick uscita prematuramente al primo turno a Dothan ma qui protagonista di un torneo di quantità e qualità e poi di una finale, contro Katerina Stewart, di grandissimo livello e spettacolo che l’ha poi portata a vincere il torneo dopo aver rischiato una rimonta da parte della più giovane e ostica avversaria.
Il bilancio dell’Har-Tru Wild Card Challenge a questo punto è equilibrato in modo curioso, guida la classifica Katerina Stewart forte delle due finali raggiunte e la seguono Chirico e Kiick con una vittoria e un primo turno a testa nei due precedenti tornei. Paradossalmente la Stewart, due volte su due all’atto finale, non è affatto al sicuro.
Il terzo torneo si svolge come detto a Indian Harbour Beach, in Florida. Presenti in tabellone le tre contendenti più altre giocatrici abituali frequentatrici di tornei di quel livello e “fuoriquota” come Paula Ormaechea e Taylor Townsend. Quest’ultima, per la verità, saluta rapidamente il torneo – eliminata a sorpresa dalla wild card diciassettenne Erica Oosterhout al primo turno – mentre la Ormaechea si trova sul cammino di una indiavolata Stewart che nei quarti di finale le rifila un impressionante doppio 6-1. La Chirico intanto, che al momento della prima iscrizione sarebbe stata testa di serie, aveva deciso di ritirarsi salvo poi ripensarci e rientrare dalle qualificazioni. Il percorso per lei è duro ma costante e alla fine premia la sua costanza di risultati. La conquista della finale per la Chirico le vale in automatico la conquista della wild card dal momento che la Stewart avrebbe ormai solo potuto pareggiare i suoi risultati (una vittoria e una finale) e a parità di punteggio è il ranking l’elemento discriminante. Per la ragazza di Miami comunque arriva la soddisfazione di superare negli scontri diretti sia la Kiick in semifinale che la Chirico in finale e quindi la vittoria del torneo.
Al tabellone principale del Roland Garros 2015 parteciperà dunque Louisa Chirico, sicuramente la più in forma tra le ragazze statunitensi e capace di quella continuità che le era valsa anche una wild card per il torneo di Indian Wells. A Katerina Stewart, con un accordo ulteriore con la federazione francese che sembra quasi sia stato siglato ad hoc, sarà concessa la possibilità di partecipare al torneo di qualificazioni. D’altro canto tre finali consecutive, di cui una vinta, su tornei da 50.000$ dicono che questa ragazza dal tennis così originale le sue carte può già giocarsele già a livelli interessanti e quella terra rossa così poco americana non sembra destinata a farle tanta paura.
Aggiornamento:
Da poche ore sono state annunciate ufficialmente tutte le wild card per i tabelloni principali del Roland Garros 2015. A fare compagnia a Frances Tiafoe tra gli uomini ci saranno tre tennisti della vecchia guardia francese per vari motivi fuori dalle posizioni necessarie a guadagnare il main draw: Mahut, Roger-Vasselin e Paul-Henri Mathieu; omaggiati anche tre giovani prospetti di casa particolarmente interessanti (Quentin Halys, Maxime Hamou e il già notato su palcoscenici ATP Lucas Pouille) e in nome dell’accordo con la federazione australiana una delle migliori gemme grezze (ma non troppo) del tennis aussie: Thanasi Kokkinakis.
Tra le donne oltre a Louisa Chirico sono state invitate le veterane Virginie Razzano e Mathilde Johansson, ma anche Alizé Lim e le giovani Océane Dodin e Fiona Ferro con la franco-italiana già apprezzata nei tornei su rosso in Sardegna e la tennista di Lille che invece su questa superficie fatica terribilmente a ingranare. Sarà presente anche la classe ’93 Amandine Hesse e in attesa dell’ufficialità definitiva la wild-card australiana dovrebbe andare ad Olivia Rogowska.
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