Non sono passate che 24 ore da una delle più intense ed emozionanti finali di questo 2015 a livello WTA, che già si è spostato lo sguardo al futuro prossimo e anche un po’ più avanti. Questa settimana sono due International a dominare la scena, ma poi sarà la volta dei prestigiosi eventi di Madrid e Roma, veri termometri delle chance dei contendenti del secondo slam stagionale.
Quello conclusosi ieri era comunque il primo Premier stagionale sul rosso e, seppur giocato in condizioni indoor più veloci di quelle degli Internazionali BNL d’Italia e del Roland Garros, già da questo torneo si possono trarre le prime conclusioni. Iniziamo dal sottolineare come negli ultimi tre anni la vincitrice di questo torneo sia stata Maria Sharapova, che al di fuori del rosso ha faticato ad essere altrettanto vincente, mentre su questa superficie ha trovato con continuità acuti importanti, partendo sempre da Stoccarda. Aggiungiamo poi un dettaglio nuovo di questo 2015, come testimoniato da Sara Errani, le palle usate quest’anno hanno rallentato di molto il gioco, assimilandolo molto di più alle condizioni outdoor che regneranno il prossimo mese di tennis.
Dei singoli match ho parlato in lungo e in largo nei vari report e nei diari di bordo che potete ricontrollare nel caso vi fosse sfuggito qualcosa di una settimana di tennis spettacolare nel capoluogo del Baden-Wuttenberg. Quanto segue è piuttosto a riflessione su cosa ci si può aspettare dalle protagoniste e dalle deluse di questo torneo a partire dalle due finaliste.
Angelique Kerber aveva iniziato la stagione in sordina e le cose erano precipitate fino a poche settimane fa, quando sorprendendo un po’ tutti ha conquistato il primo titolo outdoor in carriera, nonché il primo sulla terra, seppure quella verde di Charleston. Il secondo titolo consecutivo e un record di 11 vittorie consecutive sulla terra non può che testimoniare la rinnovata forma e una nuova attitudine mentale.
“Ovviamente mi sento un po’ stanca ora,” ha dichiarato al termine della vittoriosa finale. “Ho giocato molti match nelle scorse settimane e nel mezzo molti viaggi. Ora mi prenderò qualche giorno di relax e poi andrò a Madrid. È una bella sensazione essere stanchi in questo modo.”
“Non penso di essere una super favorita ora perché ci sono tante giocatrici fortissime e altre che si esprimono al meglio sulla terra,” ha continuato. “Come dicevo qualche giorno fa, la terra non è la mia superficie preferita, ma penso che ora potrei anche cambiare idea!”
Una maggiore capacità di chiudere i punti non appena l’avversaria accorciava o calava di intensità è stata la chiave di questa rinascita della tedesca sulla terra, dove prima si limitava a difendere ad oltranza, senza però riuscire ad essere propositiva. L’ostacolo maggiore sarà ora quello di vedere quanto questo adattamento risulterà fruttifero anche in condizioni più lente, come quelle delle sessioni notturne di Roma.
Un discorso simile va fatto anche per la sconfitta in finale Caroline Wozniacki, che ha mostrato il miglior tennis della sua carriera sulla terra rossa, aiutata da un dritto molto più carico e profondo, con cui non solo non perdeva campo, ma usava in fase offensiva sia in lungo linea che incrociando. La collaborazione della danese con Arantxa Sanchez Vicario non poteva iniziare in maniera migliore, con la prima finale sulla terra dal lontano 2011, quando vinse il Premier di Bruxelles. La danese ha avuto la chance di servire per il match nel terzo set, ma da lì è stato proprio il dritto a tradirla.
“Posso dire che ci sono molti aspetti positivi da prendere da questa settimana,” ha detto dopo la sconfitta. “Sono cose da conservare per le prossime settimane, ma soprattutto per Parigi. Ovviamente sono delusa per aver perso un match che mi sento che avrei dovuto chiudere, ma alla fine questo è il tennis.”
“Mi sento fisicamente bene (nonostante una semifinale lunga quasi tre ore con Simona Halep, n.d.a.), quindi già domani sarò in campo ad allenarmi e migliorarmi.”
Sarà da vedere anche per la danese se l’aggressività e la capacità di trovare punti importanti con discese a rete o potenti vincenti in avanzamento saranno altrettanto efficaci all’aperto e in possibili condizioni lente. La verità è che comunque, come già detto in un articolo che anticipava la stagione sul rosso, sono sparite o quasi le vere terraiole, per cui il mix di grandi difese e attacchi improvvisi delle due finaliste di Stoccarda potrebbe rivelarsi vincente anche su una superficie che prima d’ora mai le aveva viste protagoniste.
Non solo, ma anche possibili avversarie date tra le favorite sulla terra non hanno dato segnali confortanti: Ana Ivanovic sembra tornata nel limbo di discontinuità e confusione che ne ha caratterizzato le stagioni tra gli stellari 2007 e 2008 e il 2014, in cui era tornata a splendere. A Stoccarda ha subito la terza sconfitta in altrettanti match giocati in stagione con la promettente ma tutt’altro che irresistibile Caroline Garcia, lasciando intuire una difficoltà mentale a gestire il match e le aspettative.
Nonostante la sconfitta in apertura di torneo, è difficile giudicare lo stato di forma di Maria Sharapova. Non solo ha perso da colei che ha poi vinto il torneo, ma ha anche mostrato dell’ottimo tennis al debutto sulla superficie e, seppure si sia trattata della prima sconfitta per lei a Stoccarda dopo tre titoli consecutivi, non si può dire che questo la escluda dal ruolo di favorita nelle prossime settimane. “A dire il vero fino ad una settimana fa non sapevo nemmeno se avrei giocato qui,” aveva detto a fine match. “Alla luce di ciò, è stato un match duro per me, non sapevo a che punto della preparazione mi trovavo, né come avrebbe risposto il mio tennis. Non ho speso molto tempo in campo e questo si è visto, ma ora ho tempo per allenarmi e costruire una solida base e ripartire al meglio. La cosa più importante è che ora mi sento bene fisicamente.”
Due giocatrici che dalla terra hanno grosse aspettative, soprattutto alla luce di un inizio anno di altissima qualità, sono Carla Suarez Navarro e, soprattutto, Simona Halep. Entrambe hanno perso da Caroline Wozniacki, ma se la prima ha preso una stesa giustificabile solo con un po’ di stanchezza, la seconda si è arresa solo al termine di una maratona di quasi 3 ore di livello stellare. Per la rumena, che per tutta la settimana ha combattuto con un problemino alla schiena, si è trattata quindi di una settimana positiva, seppur non collimata con un successo, ma che comunque l’ha riportata alla seconda piazza del ranking mondiale.
Infine una considerazione su Sara Errani, che tornata sulla terra ha cancellato i dubbi di un inizio anno dai risultati altalenanti. Ha battuto Agnieszka Radwanska dopo un match di rara bellezza tecnica e tattica, e poi ha lottato e portato a casa un importante conferma con Zarina Diyas prima di arrendersi lottando con Simona Halep. La romagnola sa che saranno le condizioni più lente del tennis all’aperto a favorirla ulteriormente, per cui anche per lei solo segnali positivi da questa prima settimana in Europa.
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