da Napoli, Fabio Ferro
Il giovane tennista italiano esce sconfitto nella semifinale della Capri Watch Cup, contro un Matteo Donati in crescita. Ma ha dimostrato tutta la tecnica e il gioco potente di cui è capace.
Come è andata, cosa pensi di aver mancato nel tuo match di semifinale?
Il primo set è andato subito in lotta, abbiamo giocato molto bene entrambi. Magari, sarebbe cambio il match se avessi preso il primo set, ma lui è stato molto bravo e concreto nel chiudere. Sono contento per Matteo (Donati), che ha giocato benissimo, mostrando che è in crescita costante, ma anche che è pronto per il tennis. Oggi ho pagato molto la stanchezza di due partite vinte al tie-break del terzo, l’ho pagata in lucidità e in affaticamento. Infatti ho avuto un piccolo risentimento alla gamba destra, ma il risultato è stato soprattutto merito del mio avversario.
Un risentimento alla gamba? Problemi muscolari?
Ho avuto un risentimento alla gamba, ma nulla di che, solo affaticamento, assolutamente nessun infortunio. Però, ho cancellato l’iscrizione ad un torneo all’estero, per riposare un po’ e riprendere a lavorare.
Ti sei posto un obiettivo di classifica? Qual è l’ambizione del tuo tennis?
Nessuno obiettivo di classifica, l’obiettivo è di mantenere il gioco e il livello acquisito, per rendere al meglio nei tornei che contano. Quest’anno, tranne le due partite di ieri, non mi sta girando bene quanto a fortuna. Anche oggi due o tre punti potevano girare meglio, ma non voglio togliere nulla al mio avversario. Peccato, perché quest’anno, già dal Sud-America, ho fatto buoni risultati e il morale è alto.
Cosa porti via dalla Capri Watch Cup?
Lascio Napoli con un po’ di rammarico per questa semifinale, ma sono contento per questa settimana, perché è sempre difficile abituarsi ai tornei su terra in Italia e in Europa, dove il livello è alto ed è difficile ambientarsi in poco tempo.
Hai giocato tantissimi tie-break, sai spiegare il perché?
Innanzitutto perché, dal primo all’ultimo punto, a questi livelli sono tutti lottati. Per quel che riguarda me, diciamo che ho sviluppato una buona capacità di recupero sul punteggio e, anche se perdo il servizio, sono sempre lì che provo subito a riprendermi il break. Difficilmente lascio corre il match se perdo il servizio.
Il rovescio va sempre meglio e, essendo tu un giovane tennista, sei una rarità con il colpo monomane. Qual è il vantaggio del rovescio ad una mano, in uno sport sempre più bimane?
Il rovescio è migliorato tantissimo, perché mi sento in fiducia. Non è variato molto nella tecnica, piuttosto nella disinvoltura del gesto. Ogni tanto mi esce corto, è vero, però la resa generale è più alta e posso manovrare molto meglio. Sulla questione monomane-bimane, beh devo dire che mi sono trovato un rovescio ad una mano, non l’ho scelto. Penso sia un vantaggio in recupero, con maggiore possibilità di estensione, ma anche in spinta può essere più soddisfacente.
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