In attesa di scoprire chi vincerà il trofeo finale tra Alexandra Cadantu e Reka Luca Jani, Matteo Mangiacavalli, il giovanissimo direttore del torneo ITF di Chiasso, si concede, dopo una lunga, estenuante e pure particolarmente calda giornata, ai virtuali microfoni di SpazioTennis. Assieme ad Anna Ceracchini ed al loro impeccabile team, organizza uno dei tornei più apprezzati dalle giocatrici stesse, e ci racconta qui di seguito passato, presente e futuro di questa competizione.
L’edizione del 2015 volge al termine. Sei soddisfatto di come è andata?
Direi super soddisfatto. È andato tutto benissimo, il pubblico ha risposto bene così come la stampa. Domani avremo anche le televisione svizzera per la finale. Il team ha lavorato davvero bene ed ho ricevuto tanti feedback positivi dalle giocatrici, quindi meglio di così difficilmente sarebbe potuta andare.
Un qualche esempio di feedback ricevuto?
Certamente, ho parlato ad esempio con Alice Balducci, che sono un po’ di anni che viene a giocare e dice che lei a Chiasso si trova benissimo, le piace l’atmosfera famigliare, le piace il club anche perché è molto grande… lei peraltro non ha potuto giocare il singolo perché era impegnata in una semifinale in Sardegna, però ci teneva ad esserci ed è venuta esclusivamente per giocarsi il torneo di doppio. È stato un grande piacere sentirselo dire.
Ho letto che uno dei vostri obiettivi è quello di passare al più presto ad un torneo di categoria $50.000. Cosa manca, oltre probabilmente ai dollari stessi, per passare di categoria?
Lo scoglio più grande da sorpassare è sicuramente quello economico e quindi trovare degli sponsor che sono, banalmente, il doppio di quelli che servono per un 25k. Quindi per quell’ambito dovremmo cercare di lavorare al meglio. Per quanto riguarda le strutture e team ci siamo, non saranno un problema. Vediamo, parleremo presto anche con la Federazione e speriamo di riuscirci.
È quindi un obiettivo già per il prossimo anno in teoria?
Sì esatto, è qualcosa che stiamo già pensando per il prossimo anno.
Parlando di strutture, vuoi descriverci il circolo del TC Chiasso?
Il nostro centro è costituito da cinque campi in terra rossa, quattro campi indoor coperti da una struttura fissa, non un pallone, che quindi è a disposizione tutto l’anno. Abbiamo una palestra ed anche un campo da squash, che in occasione del torneo è provvisoriamente trasformato nella players lounge. C’è il bar che funge anche da ristorante e pizzeria per il pranzo e per la cena. Quindi non manca quasi nulla. Poi questa è una zona molto tranquilla, rilassante, immersa nel verde, fa anche piacere fare un po’ di sport in questa cornice.
Parlando di organizzazione del torneo ITF e di un evento di tale portata, qual è la fase più difficile che si incontra?
La parte più complicata è proprio trovare gli sponsor. Il nostro torneo si svolge ad aprile e la campagna sponsor comincia non oltre gennaio ed è un periodo molto tosto. Secondo, cercare di creare un team affiatato che lavori bene insieme, grazie anche a punti di riferimento per far sì che il tutto possa essere ben amalgamato ed organizzato. Il segreto credo sia la passione per il tennis che abbiamo tutti nel nostro team; qui peraltro nessuno è retribuito ma siamo tutti volontari e lo facciamo proprio per passione, cercando di dare il meglio e di migliorarci ogni anno, risolvendo quelle pecche che possono sempre presentarsi. Cerchiamo sempre di dare quel qualcosa in più per trovare un valore aggiunto che possa caratterizzare il nostro torneo. Aggiungo che certamente una parte difficile dell’organizzazione del torneo è stata quella di scrivere la guida di 36 pagine che presenta il torneo… anzi forse è stata questa la fase più tosta (ride).
E le giornate, durante il torneo, mi sembrano per tutti particolarmente frenetiche. Qual è invece la giornata tipo del direttore del torneo?
La giornata tipo del direttore… mmm… (ride) Vabbè, diciamo che sia io che Anna (Ceracchini, presidente del TC Chiasso) ci diamo da fare su diversi fronti e siamo disponibili ed elastici per occuparci di qualsiasi mansione. Questo significa essere già pronti alle 7:30-8:00 per il torneo, per occuparci del trasporto delle giocatrici dagli hotel al circolo, poi dobbiamo organizzare la giornata con dei briefing al mattino con tutto il team, tenere d’occhio l’order of play e organizzare bene tutte le partite, a livello di arbitri, addetti ai campi, ball boys, eventuali cambiamenti. Poi via così fino alle 8:00 di sera, quando finisce tutto, quando dobbiamo sbaraccare e mettere tutto a posto, organizzare parte della giornata successiva, scrivere gli articoli da mandare alla stampa.
Parlando di eventi importanti per il TC Chiasso, domani avete in esposizione la Coppa Davis vinta dalla Svizzera nella stagione appena passata. Ma non va dimenticato che questo circolo ha ospitato anche la competizione della FedCup nel 2013. Che esperienza è stata e quali sono state le difficoltà?
È stata un’esperienza positiva nonostante qualche episodio “negativo”, perché ad esempio durante tutto il weekend ha piovuto. Due giorni di acqua, abbiamo poi dovuto giocare al lunedì, tutte le partite in un giorno e anche su campi secondari. Mi ricordo ad esempio che c’era Samantha Stosur, all’epoca top10, che giocava sul campo là dietro, il 3, con una piccola tribuna. Poi dovevamo gestire una mole di pubblico che non eravamo abituati ad ospitare e quindi il nostro impegno è stato immenso. È stata un’esperienza comunque molto importante per noi, che ci ha dato molta visibilità ed è stata una grandissima opportunità, anche per crescere, imparare tante cose a livello organizzativo, unirci come gruppo e come team. E peraltro quella stessa settimana cominciava proprio il torneo ITF, che di conseguenza è partito tardissimo… è stato difficile ma ce l’abbiamo fatta al nostro meglio.
E invece, rispetto proprio alla giornata per la Coppa Davis, cosa avete organizzato?
Abbiamo contattato la Federazione ed abbiamo chiesto se era possibile avere la coppa in esposizione. Domani (il giorno della finale) sarà proprio qui da poter vedere tutto il giorno. È un’opportunità per vedere da vicino questa prestigiosa insalatiera che la nostra squadra Svizzera ha vinto lo scorso anno. Ci saranno anche tanti video delle vittorie della squadra che hanno portato alla vittoria finale e tanti video del passato. Una bella occasione per vedersi la finale ed anche da vicino la Coppa.
Oltre all’ITF femminile organizzate anche delle altre competizioni?
Certamente, ad esempio da un paio di anni organizziamo un ITF Senior, che è un combined tra Chiasso ed un altro circolo qui vicino ed è organizzato insieme. Senior, quindi dai 40 anni ai 60 anni. È anche un torneo che ha visto la partecipazione di atleti di nazioni molto lontane, come il Sudafrica o l’Australia. Questo è l’altro evento internazionale che il TC Chiasso organizza. E poi comunque ci sono durante l’anno tanti altri tornei juniores o di altre categorie. I progetti per nuovi tornei, parliamo ad esempio di ITF Junior e/o maschile, ci sono e la voglia anche. Vedremo. E a giugno festeggiamo i 90 anni del circolo e vorremmo anche organizzare dei match di esibizione con delle giocatrici o giocatori conosciuti, perché no.
Cambiando argomento, tu sei davvero giovanissimo per essere un direttore di torneo. Come sei arrivato, così giovane, a questa carica comunque importante?
Io ho 26 anni, quindi di certo non ho molta esperienza. Ho iniziato cinque anni fa quando c’è stata la prima edizione del torneo come assistente ball boys e col passare degli anni direi che ho scalato un po’ le gerarchie e da due anni sono direttore del torneo. Poi Anna è responsabile organizzativo e quindi abbiamo un po’ gli stessi compiti, assieme lavoriamo benissimo, c’è molta intesa, ci divertiamo – perché anche questo è importante al di là di tutto. Per me è un orgoglio essere a capo di un torneo di questa portata, ci metto sempre tanta passione e tanta voglia di lavorare e spero che questo possa sempre portare a risultati positivi.
Chiudiamo con una domanda che può essere difficile. Cos’è che ti dà più soddisfazione nell’organizzare questo torneo?
Quello che mi dà più soddisfazione è vedere nella faccia delle giocatrici e delle persone che vengono qui a seguire tennis felicità e contentezza. Ci tengo tantissimo che tutti stiano bene qui a Chiasso e che tutto funzioni per il meglio. Per me, sentirmi dire ‘è uno dei 25k migliori che io abbia mai giocato’ o sapere che vengono apprezzati piccoli gesti che magari in altri tornei non ci sono, è un gran motivo di orgoglio e che mi fa andare avanti ogni anno. Proprio ora ne ho ricevuti da Yvonne Cavalle e Amanda Carreras ed Eleni Daniilidou si è aggiunta ai complimenti.
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