di Luca Fiorino e Federico Mariani
L’avventura parte alle ore 15:00 dalla Stazione di Roma Tiburtina. Dopo soli 55 minuti avremmo poi preso il treno, destinazione Reggio Emilia. Il corso si terrà il giorno successivo ma da persone previdenti preferiamo non rischiare. Stazione rinnovata in tutto, capolavoro di architettura moderna, un po’ meno di logistica visto il discreto stato confusionale che scaturisce negli astanti. Un caffè per ingannare l’attesa, brevi chiacchiere a sfondo chiaramente monotematico e si parte.
Il viaggio è relativamente breve, l’alta velocità di Italo, che non si percepisce all’interno della carrozza, trova riscontro nel tempo di percorrenza. Alle 18 e spiccioli approdiamo a Reggio Emilia. La stazione della provincia emiliana, inaugurata appena nel 2013, è di una maestosità clamorosa. Un infinito rincorrersi di curve metalliche di futurista fattura che lascia al tempo stesso spaesati ed estasiati. Nel frattempo la nostra coppia è diventata un trio con l’aggiungersi dell’amico Lorenzo Cialdani, senese doc e nostro co-redattore a Spazio Tennis.
Usciti dalla stazione, cerchiamo su google maps l’indirizzo dell’albergo. La distanza che ci separa dal raggiungere Nize e gli altri è di un chilometro e mezzo circa: dopo aver fatto un rapido calcolo costi/opportunità, concordiamo nel preferire una tranquilla camminata ai 10 euro del taxi di turno. Giunti finalmente in albero, ci accomodiamo nella nostra stanza: colorata, ben arredata, bellissima, all’altezza delle quattro stelle assegnate all’hotel. Dopo un istante di relax, ci fondiamo nella hall dove ci attende il duo di testa di Spazio Tennis, Nizegorodcew & Mastroluca. Abbinare un corpo ed una faccia a persone che fino a quel momento hai imparato a conoscere fino a creare con loro un rapporto di amicizia è strano, ma sicuramente emozionante. In breve tempo ci raggiungono l’amico Matteo Mosciatti da Roma ed il prode Paolo Silvestri direttamente da Siviglia (passando per Bergamo), rimpinguando la truppa targata Spazio Tennis. Ora siamo pronti per la cena. Non prima di aver incontrato Carlo Carnevale, un ragazzo del corso appena giunto da Napoli.
Con a disposizione due taxi, per una scena che ricorda da vicino quella del geometra Calboni e del ragionier Fantozzi, partiamo alla volta del ristorante Canossa, un locale emblema della cucina emiliana dove un cameriere piuttosto attempato ci accoglie e con tempistiche da superslow motion ci serve le portate: antipasto della casa, tris di primi e, soprattutto, carrello dei bolliti, idolatrato dagli utenti di Trip Advisor. Il Lambrusco ovviamente accompagna tutte le pietanze ed il tiramisù fa da epilogo al pasto. Tutto molto buono, il conto un po’ meno visti i 38 euro cadauno, ma vabbè si vive una volta sola. In verità l’addetto al conto commette un errore al momento della riscossione regalandoci, di fatto, 20 euro, ma il probo Nizegordocew fa notare la discrepanza e risolve la questione.
Usciti dal ristorante, facciamo una passeggiata in una Reggio Emilia completamente deserta nonostante ci trovassimo nel centro della città. Non c’è praticamente nessuno per le vie del centro, fatta eccezione per una piazzetta che condensa in essa tutta la gioventù reggiana. Durante la serata si creano legami, si intavolano discussioni, si ride, si scherza e il tennis è inevitabilmente il filo conduttore del tutto. La vittoria in rimonta di Souza su Berlocq in Davis ci sorprende, il fatto che Guez continui a vincere match a Quimper ci turba, il 15-13 di Ward su Isner ci rende felici. E’ estremamente appagante poter condividere pensieri ed opinioni di uno sport talmente di nicchia (fatta eccezione per Federer-Nadal ecc. ecc.) da far sentire isolati.
Si è fatta una certa ed ormai è tempo di riprendere la strada verso l’albergo e prepararsi alla giornata che ci attende l’indomani.
Ci siamo, è il gran giorno. Sveglia alle 8:05, doccia, ricca ed abbondante colazione e siamo pronti. Il primo a parlare è l’avvocato Jean-Christophe Cataliotti, padrone di casa ed organizzatore dell’evento. L’avvocato fa un excursus sul mondo del giornalismo nelle sue varie sfaccettature e poi è finalmente il turno di Jacopo Lo Monaco. Lo Monaco combacia perfettamente a come te lo immagini nelle ore ed ore trascorse ad ascoltare le sue telecronache: è equilibrato, timido, preparatissimo. Inizialmente ci racconta la sua storia personale, che forse già conosciamo quasi meglio di lui. Poi ci spiega come prepara le telecronache: dietro due ore di diretta c’è una mole infinita di lavoro difficilmente immaginabile da casa. Ci mostra anche i suoi quaderni originali che lo accompagnano in cabina di commento, un capolavoro di precisione ed accuratezza da far arrossare di invidia i monaci amanuensi.
Nessuna pausa, le parole e i consigli di Jacopo sono così interessanti che siamo già giunti all’ora di pranzo. Ci rifocilliamo presso una tavola calda vicina alla sede del corso: 12 euro il costo del buffet, no limits per nostra fortuna. Tutta un’altra storia penserà qualcuno. Durante il pranzo ne approfittiamo per conoscerci un po’ di più e scambiarci qualche parere non solo di carattere tennistico.
Torniamo in hotel dove nella “Sala Ghiara” ha luogo il corso. Questa volta ad iniziare la lezione c’è il “capo”, Alessandro Nizegorodcew con affianco il co-direttore di SpazioTennis, Alessandro Mastroluca. Nize ci illustra sapientemente, come già fatto in precedenza da Jacopo Lo Monaco, il suo modo di fare telecronaca ed alcuni preziosi segreti del mestiere. Questa volta però, a differenza della mattina, ci viene consigliato anche come gestire un sito web ma soprattutto come si scrive un articolo, in particolar modo ciò che concerne l’editing e la diffusione sui social.
In aula c’è un ospite d’eccezione: il simpaticissimo Stefano Travaglia, attualmente numero 222 del ranking mondiale. Stefano ci racconta i sacrifici che ha fatto in passato e che continua a fare tuttora pur di continuare a vivere il suo sogno. Nei suoi occhi si legge chiaramente la voglia di emergere e di proseguire questo suo cammino in un mondo non propriamente facile come quello del tennis. Gli obiettivi sono chiari e definiti: poter giocare le quali di qualche slam e magari entrare nel tabellone di qualche torneo Atp. Va in scena una sorta di conferenza stampa: i corsisti fanno le domande, «Steto» risponde, per quella che può essere considerata un’altra vera e propria chicca del corso.
E’ arrivato il nostro momento: chi vuole può provare a cimentarsi in qualche ardita telecronaca del passato. La partita scelta è Federer – Soderling, l’unico trofeo vinto dallo svizzero al Roland Garros. Non è facile improvvisarsi per chi non lo fa di professione ma tutti coloro che si sono esposti hanno dimostrato tanta passione e volontà senza però far venire meno il divertimento. Sì, perché il successo del corso è stato proprio il clima distensivo e goliardico che ha accompagnato ore e ore di insegnamenti e aneddoti utili per chi aspira a diventare un giornalista sportivo. Nize, Mastroluca e Lo Monaco, in classico stile «Masterchef», analizzano ogni corsista alle prese con la telecronaca, rilevandone pregi e soprattutto difetti da correggere.
E’ il turno di Alessandro Mastroluca, il suo compito sarà quello di spiegarci quali sono gli ingredienti base per la stesura di un libro di successo e non solo. Il rischio è che mettendo per iscritto le parole dette dal co-direttore si possa perdere la vera essenza del suo pensiero. Siete ansiosi di sapere qual è il segreto? Beh, sarebbe stato meglio se foste venuti al corso. Sappiate che una attenta ricerca delle fonti ed una grande passione per l’argomento trattato sono delle indicazioni utili ma non sufficienti. Il consiglio migliore è quello di presentarvi al prossimo corso e di leggere il capolavoro di Mastroluca, “Il successo è un viaggio”, biografia di Artur Ashe attraverso cui ci ha introdotto all’argomento.
Ultima lezione di giornata, a tenerla sarà Corrado Degl’Incerti Tocci, ex tennista oggi laureato in ingegneria aerospaziale alla Virginia Tech. Corrado ci parla del suo progetto, la StAR, fondata per uno scopo preciso: aiutare tutti quegli atleti che verso la fine delle scuole superiori si trovano a dover prendere una delle decisioni più importanti della loro vita. Il dilemma è: continuare a fare sport a un buon livello e rinunciare all’università o lasciar perdere una grande passione per dedicarsi agli studi? Il College NCAA, se si ha un buon livello (seconda categoria), può essere una soluzione importante per dedicarsi ad entrambe le cose.
Tocca ancora a noi, questa volta dovremo redigere un articolo di giornale attingendo da svariate fonti inerenti alla partita di Coppa Davis tra Italia e Kazakhstan. Il premio in palio è ghiotto, non tanto per noi, quanto per coloro che non sono ancora parte integrante di Spazio Tennis: i migliori tre classificati otterranno uno stage all’interno della redazione per mostrare tutte le proprie capacità. Un’ora intensa di grande impegno e via, il pezzo è fatto e dato nelle mani dei professori. L’avvocato Jean-Christophe Cataliotti ci consegna gli attestati di partecipazione, non mancano i sorrisi e le foto di rito in ricordo della splendida giornata. Il tempo come detto ad inizio racconto però non aspetta nessuno ed il treno da lì a pochi minuti sarebbe partito. Altra scena in stile Fantozzi, chiamiamo due taxi e ci dirigiamo verso la bellissima stazione di Reggio Emilia. L’avventura è già finita ed in un batter d’occhio siamo a Roma Tiburtina. La strada verso l’uscita è impresa assai ardua, è lecito chiedersi chi si sia occupato della disposizione delle indicazioni all’interno della stazione. Saluti ed abbracci sparsi, arrivederci alla prossima edizione…
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