di Big Lebowski
“C’è sempre e solo l’io là fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. la ragazza dall’altro lato della rete non è il nemico: è il partner della danza” – Gerhardt Schtitt
SECONDA PARTE
(terra rossa ed erba verde)
Mentre Camila (forse) e i suoi aficionados (sicuramente) riflettono sul fatto che ben tre giocatrici solo pochi giorni dopo essere state da lei battute hanno conquistato alcuni importanti tornei (Sharapova/Stoccarda dopo la finale a Miami, Petkovic/Charleston, Suarez Navarro/Oireas), e che forse la distanza dalle migliori è minore di quanto non dica la classifica (53), ci si prepara alla stagione europea.
La terra appare da sempre la superficie più ostica per sviluppare il tennis gradito a Camila; a dire il vero ci ha giocato pochissimo nella sua carriera per varie ragioni, comunque ci prova con impegno.
Sebbene la classifica le garantisca ormai l’accesso a quasi tutti i main draw dei futuri appuntamenti, a Madrid deve iscriversi alle ennesime qualificazioni in considerazione del fatto che il cut off viene fissato oltre un mese prima dell’inizio dei tornei.
In Spagna vince in modo più che rocambolesco contro la non irresistibile russa Kudryavtseva, annullando un numero imprecisato di match ball ed evidenziando se non altro di possedere un certo animus pugnandi, ma perde da Belinda Bencic, la diciassettenne stella nascente del tennis mondiale nata in Svizzera da genitori emigrati dalla Cecoslovacchia del 1968, in rapida e sorprendente ascesa non fosse che per la giovanissima età.
Affronta Roma con grandi motivazioni, ma sembra pescare maluccio quando l’urna le assegna al primo turno la tds 9 nonché top 10: from Slovakia, Dominika Cibulkova.
La recente finalista degli Australian Open se la gioca a chi tira più forte ed ha la peggio. In una fresca mattinata romana, sul Pietrangeli gremito, Camila onora la meritatissima wild card ricevuta e vince la sua prima partita nel main draw degli Internazionali (dal minuto 34:00 al minuto 43:00 in particolare si vede del bel tennis).
A questo punto il programma del giorno subisce un rallentamento e Camila e Sergio chiedono di rinviare il previsto incontro di doppio che finirebbe troppo tardi dovendo rigiocare l’indomani mattina, ma sembra che dopo essere stati rassicurati in questo senso, sia arrivata invece una decisione contraria.
Camila e Karin si giocano la partita e perdono al supertiebreak 9/11 restando in campo per oltre due ore in una umidissima serata romana; la ragazza è così storta che dichiarerà che non giocherà mai più un incontro di doppio in vita sua, non le piace ed è un proprio un altro sport.
Al secondo turno, poche ore dopo, affronta l’americana McHale con i favori del pronostico dalla sua.
L’ incontro è condizionato da folate di vento così intenso che le giocatrici devono attendere a riprendere il gioco fin quando la terra rossa non si sollevi e consenta di aprire gli occhi. Camila sembra in controllo assoluto dell’incontro e si aggiudica il primo set addirittura per 61. Poi, improvvisamente si spegne la luce e l’altra ne approfitta. L’italiana cerca di reagire, ma invece si innervosisce e a tratti sembra quasi indisponente. L’americana non sbaglia più e ne esce una delle più brutte e strane sconfitte della stagione, con lo score di 16 63 61.
Saranno altre, ed in particolare Errani, le protagoniste azzurre al Foro Italico. Resta un’altra vittoria contro una top 10 e la sensazione che davanti ad avversarie difficili dia il meglio di sé.
Prima del Roland Garros gioca a Strasburgo dove batte finalmente Cornet, passa un altro turno prima di soccombere 75 al terzo ad un “ratto da fango” come Soler Espinosa.
Trova una buona giocatrice quale Jovanowski nel primo turno dello Slam parigino seppure non particolarmente a suo agio sulla superficie e la supera per imbattersi in una former championship winner, Svetlana Kuznetsova. Non si fatica a credere che sarà una bella partita come spesso è quando si affrontano giocatrici di per sé spettacolari e che presentano caratteristiche tecniche diverse.
La russa è in eccellenti condizioni di forma e così vince di personalità una partita equilibrata che si risolve su pochissimi punti nella quale Camila non è proprio fortunata, ma in cui ha poco da rimproverarsi.
Un piccolo consuntivo dell’attività sul rosso produce il seguente risultato: in quattro tornei e nove partite ha ottenuto 5 vittorie e 4 sconfitte. Si procede spediti anche in classifica con l’ennesimo best ranking in posizione 44. Not bad, decisamente non male anche perché si comincia a giocare sull’erba dove da adito a molte aspettative.
A Birmingham esce al secondo turno per mano dell’esperta belga Flipkens non riuscendo mai a trovare antidoti all’intelligente tattica messa in atto dalla talentuosa rivale, palesando difficoltà a pensare a soluzioni alternative quando il piano A non funziona o viene limitato. La sconfitta è netta non solo per quel che riguarda il punteggio.
Ad Eastbourne inizia superando un’altra top ten, la terza in stagione: questa volta a far le spese di una buona Giorgi è Victoria Azarenka, che è al rientro da un lungo stop e non certo al massimo delle sue potenzialità.
La partita è godibile, a tratti spettacolare e assai lottata; Camila la spunta 75 evitando un complicato tiebreak con un ottimo finale, senza tremare dimostrando freddezza e buona condizione atletica.
Si conferma battendo sempre 75 al terzo la wild card locale Konta, una tipica “erbivora” e viene invece superata sempre nel set decisivo da una Caroline Wozniacki d’annata, cosa che fa sorridere avendo la danese solamente ventiquattro anni.
Si spera a questo punto in un exploit a Wimbledon, lo slam in cui si è spesso esaltata, ma non sarà così.
Dapprima batte Cadantu (83), ma subito dopo subisce una sconfitta senza attenuanti dalla pari ranking americana, Allison Riske, anch’essa molto progredita.
A seguire il match in questione: lo inserisco in questo excursus per evitare che un lettore occasionale a cui la nostra fosse sconosciuta potesse rimanere sbalordito vedendo solo i momenti migliori, e sopravvalutare “l’eroina” del racconto.
La scelta successiva di giocare nel mese di Luglio gli Internationals di Bad Gastein, in Austria e Bastad, in Svezia può essere interpretata, non avendo molti elementi, come la necessità di scalare la classifica e contemporaneamente di lavorare ancora qualche tempo sulla superficie più ostica.
Ne vengono fuori due vittorie che potremmo definire scontate, se ne esistessero, e due sconfitte impreviste, nientedimenoche contro Shelby Rogers, fuori dalle top 100 e Gabriela Dabrowski, addirittura fuori dalle 200.
Osservando qualche scorcio di questa mini tournée nord europea, balza all’occhio la anomala e iper-offensiva posizione che Camila assume in fase di ribattuta, un colpo sul quale evidentemente si vuole lavorare cercando nuove soluzioni.
I risultati pratici appaiono mediocri, viene da pensare che serva dal punto di vista propedeutico ricordando come il colpire in anticipo esasperato e in posizione avanzata sia sempre stato rivendicato come uno degli aspetti che ha permesso di creare l’originale stile di gioco della Giorgi.
Sta di fatto che le percentuali in risposta calano vertiginosamente e perde due partite che “gridano vendetta”.
Se lo può permettere difendendo poco e niente in termini di punti wta.
La seconda puntata termina infatti con un piccolo ulteriore miglioramento in classifica, anche se si avvicina la scadenza di una cambiale sostanziosa: gli ottavi di finale dell’ultimo Slam stagionale nel quale, a Flushing Meadows, dovrà difendere circa un terzo del suo “patrimonio”.
Porta con sé oltreoceano nella imminente estate americana il best ranking di numero 38 e 1282 punti.
(2, segue)
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