di Alessandro Nizegorodcew
La parola d’ordine deve essere: Pazienza. Gianluigi Quinzi non sta vivendo un periodo particolarmente sereno della sua ancor giovanissima carriera professionista. Vittorie a livello futures, ma tante difficoltà nei challenger. Titoli dei giornali (anche importanti) che non fanno che mettere pressione, social network in cui si rincorrono tifosi e aspri critici del marchigiano. Non è facile trovare la giusta strada, diversa per ogni tennista che provi in qualche modo a fare di questo difficilissimo sport la propria vita. Soprattutto se le aspettative sono molto alte.
Non è corretto dire che Quinzi debba fare la corsa su Kyrgios e Kokkinakis, così come non aveva alcun senso sostenere che Donati, Baldi e Napolitano dovessero rincorrere in classifica Gianluigi. Ognuno ha la propria strada, ricca di impervi ostacoli. La nuova strada di Quinzi porta al Tennis Training Villa Candida e, in particolare, a Federico Torresi. Si interrompe così bruscamente il connubio con Marco Gorriz. Con il Team di Foligno Quinzi aveva già lavorato per circa un mese, portando a casa tre futures consecutivi.
Il centro di Foligno ha annunciato su Facebook l’inizio della propria, ufficiale, collaborazione con Gianluigi Quinzi. Senza strilli di trombe, senza quell’enfasi che tanto male ha fatto, negli anni, a molti nostre promesse. Non ci si deve nascondere di fronte a un talento che ha le capacità e possibilità di entrare nel gotha del tennis, ma nemmeno esaltarlo e buttarlo giù dopo ogni match, che sia vinto o perso.
La pazienza dell’addetto ai lavori, del giornalista, del semplice appassionato è spesso messa a dura prova, ma l’esperienza deve far propendere per la fiducia verso un ragazzo che ha sempre dimostrato di voler lavorare seriamente. I difetti tecnici sono evidenti e verranno con il tempo colmati. Fabrizio Alessi, Fabio Gorietti (coach di Fabbiano e Vanni), Federico Torresi e tutto lo Staff del Tennis Training avranno la forza e la voglia di creare il giusto ambiente per la crescita di Quinzi, che ha bisogno di tranquillità e concretezza, non di proclami, esaltazioni e critiche stroncanti.
Le critiche costruttive sono sempre ovviamente ben accette. Il servizio non è all’altezza (ancora) nemmeno del circuito challenger e, mentalmente, probabilmente fa ancora fatica ad accettare un così elevato numero di sconfitte (cosa che capitava davvero di rado a livello giovanile, dagli under 10 agli under 18). Il lavoro, accompagnato dal talento (che non vuol dire saper eseguire una volée smorzata sulla riga, ma, nel tennis, è qualcosa di molto diverso), paga sempre. Lasciamo a Quinzi e Torresi la possibilità di farlo senza criticare alla prima sconfitta. Che poi, perdere con Nieminen e Dzumhur ci sta, ma questo lo deve capire Gianluigi ancor prima di tutto gli altri.
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