(Alessio Di Mauro e Alessandro Nizegorodcew – Challenger Todi 2011)
di Alessandro Nizegorodcew
Agosto 2003, Fregene. Mi sveglio e scendo a fare colazione munito di Gazzetta dello Sport. Parto dall’ultima pagina per leggere le notizie dei cosiddetti «altri sport», tennis in primis, lasciando per ultime le noiose news di calciomercato. Il tennis è già la mia vita, ma non sono ancora un malato da challenger e futures e i tornei di seconda fascia non li seguo granché. Ma questa settimana sto seguendo, ogni mattina, il percorso a San Marino di un venticinquenne siciliano che, un po’ a sorpresa, sta mettendo tutti in riga. La foto sul giornale è emblematica: braccia al cielo, sorriso a 32 denti, Alessio Di Mauro ha vinto il torneo battendo in finale David Sanchez.
Da quel momento ho iniziato seguire challenger, futures e, ovviamente, Alessio Di Mauro. Il suo non era un tennis spettacolare, ma seguirlo dal vivo ti faceva rendere conto di quali fossero le ragioni che lo avevano portato sino al numero 68 Atp. Mancino, ottimo servizio e buonissimo rovescio bimane, aveva nel diritto un colpo molto solido e sicuro ma certamente non risolutore. Tatticamente, però, era secondo a pochi. Sul «rosso» ha conquistato i maggiori successi, anche sei tornei dello Slam ha passato un turno a Wimbledon e, soprattutto, a New York battendo Jurgen Melzer (5-7 6-1 7-5 7-5).
Nel 2006 aveva disputato una stagione ricca di exploit: quarti di finale ad Acapulco battendo il numero 7 del mondo Guillermo Coria 6-2 6-4 e terzo turno a Montecarlo passando per le qualificazioni; superati Wawrinka 6-2 6-4 e Stepanek (all’epoca numero 12 Atp) 6-2 2-6 7-6(4) prima di perdere con Gaudio 6-2 6-4. Primo rappresentante siciliano in Coppa Davis, Alessio Di Mauro non ha avuto un impatto facile con il mondo Atp, che ha scoperto pian piano con una buon numero di sconfitte consecutive. Ma nel 2007, con un bagaglio di esperienze non indifferente, arrivò il risultato con la «R» maiuscola: finale a Buenos Aires, torneo con iniziale Round Robin (esperimento Atp fallito miseramente e giustamente), mettendo in fila Montanes, Ramirez-Hidalgo e Hartfield, prima di perdere dal padrone di casa Juan Monaco.
Entrato per la prima volta nei 100 il 2 maggio 2005, ne è uscito definitivamente due anni dopo. Ma ha sempre continuato a lottare in giro per il mondo, conquistando 7 titoli challenger e alcuni futures, ma soprattutto dimostrando un amore per questo sport senza paragoni.Lo scorso anno aveva scoperto, a 36 anni, di giocare bene in altura. Risultato? Vittoria nel challenger messicano di San Luis Potosì e una classifica che si avvicinava nuovamente ai Top-200. Il ritiro ufficiale vero e proprio non lo aveva ancora annunciato e, anzi, quel successo gli dava nuova linfa. A inizio stagione 2014 aveva lasciato intuire che il ritiro era imminente, però alcuni tornei disputati palesavano il contrario. Ieri, 16 agosto, la decisione: «Mi ritiro ufficialmente dal circuito internazionale». L’ultimo torneo disputato, pochi giorni fa, è stato proprio il challenger di San Marino, quasi a chiudere un cerchio con il torneo che in un modo o nell’altro ne ha lanciato la carriera. Un cerchio che, con il tennis, siamo sicuri non verrà mai chiuso del tutto. Di Mauro ha la testa per diventare un grandissimo coach, come sottolineato spesso anche dai colleghi giocatori; e la passione per questo sport è così forte che non riuscirà a stare lontano dai campi per molto tempo.
(Alessio Di Mauro – Trani 2010 – Foto Nizegorodcew)
Tra i genitori dei piccoli tennisti promettenti si dice spesso che, affinché il ragazzo possa davvero eccellere, è necessario che nasca forte in lui la passione per questo sport. Senza «passion», per dirla alla Giorgio Errani (papà di Sara), non si potranno mai sopportare infinite sedute di atletica, ore e ore di allenamenti in campo, sconfitte pesanti, viaggi intercontinentali e tutto ciò che il circuito, futures, challenger e Atp/Wta, ti mette di fronte giornalmente.
La passione di Alessio per il tennis si racchiude in un’unica frase. Quest’anno, all’ultimo turno di pre-qualificazioni agli Internazionali BNL d’Italia, aveva affrontato Marco Cecchinato, che si era imposto in due set. La partita era stata però divertente e Di Mauro aveva giocato in maniera piuttosto aggressiva mettendo in seria difficoltà il corregionale. A fine match mi sono permesso di mandargli un sms di complimenti per la bella (anche se sfortunata) prestazione. La sua risposta: «Quanto mi sono divertito!»
Grazie Alessio per le emozioni che mi/ci hai regalato, sono convinto che ti rivedremo presto in campo a costruire qualche giovane campioncino o nell’angolo di qualche professionista Atp. Perché il tennis, senza di te, non può stare e te, senza il tennis, nemmeno.
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